Coronavirus: domattina Fim, Fiom e Uilm incontrano le rappresentanze datoriali

Calosi: “Speriamo di essere smentiti, ma al momento in mezzo a questa emergenza abbiamo capito chiaramente l'idea di sviluppo delle nostre controparti: perseguire il risultato economico anche a costo di affamare e far ammalare i lavoratori”. A Firenze 1.800 lavoratori del sociale a emergenza reddito. Fattori e Sarti: “la Regione chieda l’attivazione della cassa integrazione per i lavoratori domestici esclusi dal decreto Cura Italia”. Come ottenere supporto, avviare richieste di sussidi, o l'apertura di ammortizzatori sociali

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 marzo 2020 13:53
Coronavirus: domattina Fim, Fiom e Uilm incontrano le rappresentanze datoriali

Firenze 26.03.2020- “Insieme a Fim e Uilm di Firenze, lunedì abbiamo chiesto un incontro a tutte le controparti datoriali per confrontarsi su come gestire la situazione di crisi determinata dal Coronavirus, per i lavoratori delle imprese metalmeccaniche. L'incontro è fissato per domattina, venerdì 27 marzo -dichiara Daniele Calosi segretario generale Fiom Cgil Firenze- I lavoratori aspettano chiarimenti rispetto a quali attività dovranno rimanere aperte e quali no. Ricordiamo che chi ogni giorno continua ad andare al lavoro rischia di ammalarsi e di contagiare i familiari.

E come se non bastasse, ad essere beffati sono pure i lavoratori che rimangono a casa, perché molte grandi aziende strutturate nel territorio, fiori all'occhiello dell'industria fiorentina, quando si tratta di sostenere i propri lavoratori non sono neanche disposte a riconoscere loro le minime condizioni di tutela salariale. Tra queste figurano anche multinazionali che da sempre sostengono opere meritevoli in ambito sociale, ma che ai loro dipendenti neanche riconoscono l'anticipo e la maturazione dei ratei. Speriamo di essere smentiti domani ma, al momento, in mezzo a questa emergenza abbiamo capito chiaramente l'idea di sviluppo delle nostre controparti: perseguire il risultato economico anche a costo di affamare e far ammalare i lavoratori”.

Le misure di contenimento del Covid-19 hanno determinato dall’inizio del mese di marzo la sospensione di molti servizi gestiti da cooperative sociali: asili nido, suole dell’infanzia, servizi educativi scolastici, pre e post scuola, centri diurni per disabili e anziani. Tutti servizi pubblici, appaltati o in convenzione da Comuni, Società della Salute o Usl Toscana Centro. Nella Città Metropolitana di Firenze si stima siano 1.800 i lavoratori coinvolti dalle sospensioni dei servizi.Fin da subito abbiamo chiesto salvaguardia delle retribuzioni per tutti i lavoratori coinvolti, sottoscrivendo un accordo regionale quadro sul Fondo d’Integrazione Salariale e chiedendo alle amministrazioni di sostenere le lavoratrici e i lavoratori di questi servizi.

“Occorre che le cooperative sociali anticipino il trattamento ordinario di integrazione salariale, anche se con il DL Cura Italia (Decreto Legge del 17 marzo 2020, n.18) il Governo ha modificato le regole per accedere agli ammortizzatori sociali, permettendo ai datori di lavoro di richiedere all’INPS il pagamento diretto delle prestazioni ai propri lavoratori (art. 19 comma 5) del trattamento ordinario di integrazione salariale, e senza l’obbligo di accordo sindacale (art. 19 comma 2) -spiega Jacopo Geirola di Fp Cgil Firenze- Ma occorre ancora di più che le amministrazioni pubbliche riattivino i servizi rimodulandoli con interventi a distanza.

Questa nostra richiesta è motivata anche dal fatto che le amministrazioni appaltanti sono autorizzate proprio dal DL Cura Italia (art. 47 e 48) al pagamento dei gestori privati dei servizi sospesi, di quanto previsto dai bilanci preventivi per sostenere l’utenza mediante servizi riorganizzati e per salvaguardare il reddito delle lavoratrici e dei lavoratori. Bisogna che ognuno faccia la propria parte per non lasciare soli questi lavoratori che a emergenza finita, con il proprio lavoro, saranno fondamentali per la ripresa del paese”.

“È inaccettabile che il Decreto Legge Cura Italia abbia escluso i lavoratori domestici dalla cassa integrazione in deroga e dalle misure per il sostegno al reddito varate per l’emergenza Coronavirus. Si tratta di una parte fondamentale dei lavoratori del welfare italiano, composta soprattutto da stranieri e in gran parte da donne, che svolge una funzione sociale imprescindibile prendendosi cura di anziani, disabili e bambini”. È quanto hanno affermato i consiglieri regionali di Sì Toscana a sinistra, Tommaso Fattori e Paolo Sarti, presentando una mozione che impegna la Giunta regionale a far pressione sul Governo “per chiedere di includere il lavoro domestico tra i settori destinatari degli ammortizzatori di sostegno in deroga e degli ulteriori strumenti di integrazione al reddito”.

“Circa due milioni di colf, collaboratori e collaboratrici familiari e babysitter sono stati trascurati dalle misure del governo”, aggiungono Fattori e Sarti. “La cassa integrazione in deroga, reintrodotta e rafforzata, non si estende a questi lavoratori, che rappresentano una risorsa fondamentale per le famiglie, anche a fronte del continuo depauperamento delle risorse pubbliche investite nel corso degli anni sulle politiche sociali e sociosanitarie”.L’atto di indirizzo presentato dal gruppo Sì Toscana a sinistra, che sarà all’ordine del giorno del prossimo Consiglio del 31 marzo, ricorda che “il decreto Cura Italia prevede esplicitamente l’esclusione dei datori di lavoro domestico dalle misure di cassa integrazione in deroga e molti di questi lavoratori rischiano il posto di lavoro, in quanto la stessa norma cd “anti-licenziamento” non riguarda il lavoro domestico”.

“La sospensione fino al 31 maggio dei contributi e dei premi per l’assicurazione obbligatoria dei lavoratori domestici è del tutto insufficiente a disincentivare i licenziamenti, poiché per le famiglie è solo un rinvio dei pagamenti. Inoltre, molti lavoratori domestici che convivono in famiglia perderanno anche il vitto e l’alloggio e rischieranno di ritrovarsi in una condizione di irregolarità senza neanche la possibilità di poter tornare nei loro paesi d’origine, visto il blocco delle frontiere”, hanno concluso Fattori e Sarti.

Nei prossimi giorni sul sito web del Comune di Livorno, sezione "Lavoro e Sviluppo economico" saranno costantemente inserite le informazioni disponibili recepite su tutti i siti istituzionali con il rinvio facilitato alle procedure attivabili per ottenere supporto, avviare le richieste di sussidi o l'apertura di ammortizzatori sociali. L'emergenza sanitaria legata al coronavirus ha causato il blocco di molte attività produttive, con inevitabili conseguenze dal punto di vista economico. Piccole imprese e studi professionali potrebbero trovarsi in difficoltà entro poco tempo.

A questo proposito l'assessore allo sviluppo, lavoro e aziende del Comune di Livorno Gianfranco Simoncini spiega in che modo il Comune di Livorno sta lavorando per gestire l'emergenza, innanzitutto mettendo a disposizione delle aziende le informazioni per ottenere supporto e attivare le procedure per le richieste di sostegno economico: "Sono ore difficili per il mondo del lavoro” afferma l'assessore Simoncini “L'emergenza coronavirus ha determinato il blocco di gran parte delle attività produttive, professionali e commerciali del paese.

Per tanti cittadini italiani si porranno problemi di sostegno al reddito e c'è il rischio che molte piccole imprese e studi professionali si trovino in grandissima difficoltà alla ripresa dopo l'emergenza, con possibili chiusure di attività e la conseguente disoccupazione per molti, anche sul nostro territorio. Il governo nazionale ha attivato prime misure tampone dell'emergenza che se sembrano molto efficaci per quanto riguarda la tutela del reddito dei lavoratori dipendenti con la previsione di nuovi ammortizzatori sociali in deroga che riguardano tutti i lavoratori, vanno invece sicuramente rafforzate per quanto riguarda i lavoratori autonomi e professionisti.

Le stesse misure per la liquidità alle imprese andranno sostenute e fortemente arricchite con misure per lo sviluppo, per nuovi investimenti ma anche di aiuto per chi impossibilitato a lavorare ha visto correre comunque i costi di affitti, leasing e quant'altro, ci sarà per certi versi da ricostruire un mercato turistico che si è completamente bloccato. Per questo auspico” prosegue l'assessore “che in sede di conversione del decreto "Cura Italia" siano potenziate le misure di sostegno per professionisti e lavoratori autonomi e che nel decreto di aprile le misure a favore del rilancio dell'economia siano fortemente rafforzate. Come Comune stiamo pensando a tutti gli strumenti da mettere in campo per favorire la ripresa dell'economia cittadina sia con i nostri strumenti sia cercando di utilizzare tutte le opportunità già presenti a livello nazionale e regionale e quelle che si presenteranno con grande attenzione alla nuova programmazione europea che dovrà, necessariamente, essere curvata alla nuova situazione e che chiederemo, con forza, veda coinvolti direttamente i comuni e gli interventi per qualificare e rendere più competitivi i territori e le loro imprese. Al tempo stesso stiamo lavorando per gestire l'emergenza, e lo vogliamo fare anche mettendo a disposizione di imprese, professionisti e lavoratori il massimo delle informazioni sugli strumenti attivabili nell'immediato per il sostegno al reddito e alle imprese."

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