Coronavirus: a Firenze è boom per negozi e panifici

Confartigianato: "I fiorentini stanno premiando le botteghe sotto casa, con aumenti delle vendite fino al 40%. Tanti preferiscono evitare le code al supermercato". Artigiani, quasi l'82% ha fatto ricorso alla cassa integrazione. C'è anche chi potrebbe lavorare ma preferisce gli ammortizzatori sociali

Redazione Nove da Firenze
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16 aprile 2020 14:41
Coronavirus: a Firenze è boom per negozi e panifici

Firenze, 16 marzo 2020 - L'81,7% delle aziende artigiane associate a Confartigianato Imprese ha fatto richiesta di Cassa integrazione in deroga: l'artigianato fiorentino è fermo e, in molti casi, anche chi potrebbe lavorare preferisce non farlo per timore del contagio. Spiega i numeri il segretario generale dell'associazione di categoria, Jacopo Ferretti: “La gran parte dei settori è ferma. Ci sono alcuni ambiti ristretti che vanno in controtendenza come, ad esempio, le farmacie e le parafarmacie, o le imprese attive nella sanificazione degli ambienti che durante il mese di marzo hanno avuto un'impennata di richieste pari al 140%”.

I primi numeri di Confartigianato Imprese raccontano anche le abitudini e le scelte dei fiorentini: “I fiorentini stanno premiando le botteghe, i negozi di vicinato che vendono generi alimentari e di prima necessità per i quali l'aumento di fatturato è mediamente fra il 20 e il 30%, con punte del 40% e oltre per i panifici. Chi ha un negozio sotto casa lo premia, potendosi così risparmiare le file davanti ai supermercati: è un segnale che i cittadini stanno dando in modo chiaro e che dovrebbe essere colto per riprogrammare le strategie future di gestione del tessuto commerciale nei centri abitati”.

Ci sono infine categorie di artigiani che potrebbero lavorare, ad esempio idraulici ed elettricisti, ma hanno scelto di rimanere fermi e ricorrere comunque agli ammortizzatori sociali: “I cantieri sono chiusi e quindi per queste categorie il lavoro si ridurrebbe agli interventi nelle abitazioni private – conclude Ferretti -. Ma domina la paura del contagio, soprattutto fra i lavoratori che hanno timore ad entrare nelle case: per questo molti piccoli imprenditori hanno comunque scelto di fermarsi e mettere i dipendenti in cassa integrazione”.

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