Coronavirus: a Firenze chiudono anche fontanelli e orti sociali

La rabbia del sindaco Nardella: "C'è una minoranza che non capisce che mette a rischio la salute di tutti". In via del Mezzetta sfondata la rete per andare a prendere l'acqua: il Comune ha le foto e cerca i responsabili. E c'è chi ha aperto le transenne sul ponte della tramvia per andare in bici alle Cascine. Allarme servizi essenziali: "Bilanci dei Comuni, situazione disastrosa. Servono risorse"

Redazione Nove da Firenze
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18 marzo 2020 14:27
Coronavirus: a Firenze chiudono anche fontanelli e orti sociali

(DIRE) Firenze, 18 mar. - Dopo i grandi parchi e i giardini, a Firenze chiudono anche i 'fontanelli' per l'approvvigionamento dell'acqua pubblica e gli orti sociali. Lo annuncia a 'Radio Toscana' il sindaco Dario Nardella: "La stragrande maggioranza dei fiorentini si sta comportando con responsabilità", ma "purtroppo dovremo essere ancora più duri già da oggi, perché c'è una minoranza che non capisce che sta mettendo a rischio la salute di tutti". Per questo "chiuderemo tutti i fontanelli di Publiacqua, ne ho già parlato con il presidente Perra e l'assessore Del Re". 

Si tratta di una misura presa "non solo per motivi igienici e sanitari, ma anche perché ci sono ancora troppe persone" che vi affluiscono. Il sindaco, quindi, spiega la scelta raccontando alcuni episodi che definisce "gravissimi. Nel giardino di via del Mezzetta, ad esempio, è stata sfondata la rete per andare a prendere l'acqua dal fontanello, e questo non è accettabile. Tra l'altro abbiamo le foto di queste persone e se riusciremo ad individuarle le sanzioneremo pesantemente".

Nardella è un fiume in piena e insiste sulle scene che lo stanno facendo arrabbiare: "C'è chi ha aperto le transenne sul ponte della tramvia per entrare in bici alle Cascine. Queste persone non si rendono conto della situazione in cui ci troviamo", ovvero "in un vero e proprio stato di guerra. Chi trasgredisce le regole, chi va a passeggio senza motivo, sappia che in Italia siamo arrivati a 2.600 morti". 

E allora insieme ai fontanelli chiuderanno anche gli orti sociali: "Mi spiace, perché so che per una persona anziana fare l'orto è un'occasione per sfogarsi o distrarsi. Però o ci rendiamo conto che siamo in una situazione di emergenza, oppure rischiamo di fare la fine della Lombardia. Non faccio allarmismo, mi attengo ai numeri, alle previsioni e in Toscana abbiamo una situazione tutto sommato sotto controllo". Tuttavia "queste due settimane sono decisive".

Sempre a Radio Toscana, Nardella sottolinea che "se si bloccano i Comuni si blocca il Paese: chiedo che il prossimo decreto, quello di aprile, si chiami 'cura città". La situazione dei bilanci nei municipi, spiega, "rispetto alle previsioni che avevamo fatto tutti è disastrosa. Se non riusciremo ad avere le risorse per rimetterli a posto non potremo erogare i servizi essenziali", come "mense scolastiche, trasporto pubblico, assistenza sociale agli anziani e ai disabili, pulizia delle strade".

Per questo, prosegue, "vorrei che il governo si rendesse conto che accanto alla sanità c'è un altro settore strategico, quello dei Comuni". Nei prossimi giorni , quindi, "chiederà una video conferenza con tutti i parlamentari della provincia di Firenze, perché sia nella conversione del decreto 'cura Italia', sia nel prossimo, ci siano delle misure forti a favore dei comuni e dei territori", dove su mense, cantieri e servizi sociali "facciamo lavorare tante aziende". Detto questo, conclude, il decreto 'cura Italia' "è un passo avanti necessario, ma non sufficiente. Necessario perché il Paese è in ginocchio; non sufficiente perché è evidente che l'impatto economico di questa epidemia si farà sentire per molti mesi". Allora "bene la cassa integrazione per tutte le aziende e la sospensione di pagamenti, tasse e tributi, ma è ancora insufficiente l'impegno verso i comuni".

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