Consumi natalizi: a Firenze aumentano gli acquisti del 5%

Il giorno dell'Immacolata il tradizionale appuntamento per allestire l’albero, che nel 2015 diventa artificiale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 dicembre 2015 20:03
Consumi natalizi: a Firenze aumentano gli acquisti del 5%

Ancora fragile, ma la ripresa c’è e si sente, non solo parole ma fatti che iniziano a concretizzarsi, numeri che non lasciano dubbi, un segnale positivo, che con l’arrivo delle feste natalizie, si potrebbe concludere con una speranza in più, che piano piano si fa strada nonostante la presenza dell’incubo terrorismo che per il momento non dovrebbe creare problemi. I dati dell’ufficio Confcommercio confermano una crescita complessiva dei consumi dell’1,3% rispetto allo scorso anno, grazie anche all’aumento dell’1,6% dell’ammontare delle tredicesime, aumentando di conseguenza la spesa per i regali del +5% rispetto al 2014. I consumi saranno comunque inferiori del 3,5% sul 2008 e la spesa per i regali addirittura del 30% rispetto al 2009, ma i dati parlano chiaro e si evince che nel secondo trimestre dell’anno in corso il reddito disponibile e i consumi sono cresciuti rispetto al minimo toccato tra aprile e giugno 2014, e se il trend in atto dovesse continuare si avrebbero buoni incrementi a fine 2016. Resta alta al 73% la percentuale di quanti prevedono una festa dimessa, anche se ben l’86% effettuerà regali. Si conferma il trend dei dati nazionali con un +5% anche a Firenze secondo i dati raccolti da Confcommercio provinciale presso le aziende associate.

In città si è alzato un vento di speranza, e nonostante dati più certi, come ulteriore conferma, si potranno avere in prossimità dei giorni immediatamente pre-natalizi tipici del boom di acquisti, gli esercizi commerciali come gli alimentaristi percepiscono e confermano l’andamento positivo rispetto allo scorso anno, si attende con maggiore serenità “la spesa dell’ultimo minuto” che concretizzerà il fumo delle previsioni in fuoco che arde.

Settori come l’oreficeria e l’orologeria comunicano incrementi del 5-10%, per quanto riguarda l’andamento dei settori dell’abbigliamento e delle calzature, anche in questo caso lo sviluppo è col segno più, la ripresa è percepibile e si attende il momento di picco degli acquisti nella seconda decade di dicembre, stesse percentuali e stesso clima anche per le imprese di ristorazione che sono sulle stesse previsioni del +5%, ma attendono il momento del picco delle prenotazioni che saranno in concomitanza con i giorni di festa.

In tenuta rispetto al 2014 il settore dei venditori su aree pubbliche. “Siamo soddisfatti delle risposte dei nostri associati e seppur con prudenza, dopo anni, il coro sul segno più è stato pressoché unanime. Questi sono i primi timidi quanto concreti segnali positivi, l’obiettivo adesso deve essere quello di incentivare lo sviluppo, per farlo è fondamentale intervenire sulla tassazione anche locale, altrimenti qualsiasi tentativo di rinascita sarà stroncato” dichiara Jacopo De Ria, Presidente di Confcommercio Firenze.” “Dopo molti anni di difficoltà non è semplice tornare a crescere, ma il momento della ripresa e la fiducia nella ripartenza si sta lentamente concretizzando.

Questo sarà il primo Natale con segno positivo. Un +5% di media è un segnale confortante soprattutto perché conferma i dati nazionali e lo abbiamo riscontrato anche in altre province. Stiamo andando nella giusta direzione anche se per rafforzare la ripresa servono azioni a sostegno” dichiara Tiziano Tempestini, Direttore di Confcommercio Firenze.

L’abete di plastica sorpassa l’abete naturale. E’ la prima volta. 1 toscano su 2, secondo un sondaggio web di Coldiretti Toscana realizzato in occasione dell’Immacolata, il tradizionale giorno dell’8 dicembre dedicato all’allestimento del presepe e l’albero di Natale, addobberà un abete di plastica (o di altri materiali) preferendolo all’alberello vero.

L’abete naturale, di cui la Toscana è la capitale nazionale con oltre 3milioni di esemplaricoltivati concentrati tra il Casentino, Valtiberina e Pistoia, resiste nel 38% delle case dei toscani. Il 12% ha invece confessato che non allestirà nessun albero rinunciando quindi ad uno dei simboli delle festività.

Un dato, quest’ultimo, sostanzialmente il linea rispetto al passato. Che le abitudini, anche a Natale, siano cambiate per effetto della crisi lo sanno bene anche i produttori di alberi. L’albero post-crisi è più leggero e più “corto” (tra 1,2 ed 1,8 metri) rispetto al passato quando andava di moda imponente ed altissimo (fino a 2 metri), meno ingombrante per trovare posto anche negli appartamenti e soprattutto più facile da ricollocare in un balcone o in un terrazzo finite le feste. “L’abete naturale, a differenza di abeti di plastica e fatti con altri materiali, non inquina, non arriva dall’estero e non deve quindi percorrere migliaia di chilometri per giungere a destinazione e sostiene un settore importante che ha una funzione di manutenzione del territorio montano fondamentale.

– spiega Tulio Marcelli, Presidente Coldiretti Toscana – L’albero naturale concilia perfettamente il rispetto della tradizione con quello dell’ambiente e del nostro territorio”. La scelta che porta sempre più consumatori ad acquistare abeti di plastica è principalmente un fattore economico. Costano di meno. Il consumatore non tiene però conto del fattore ambientale: mediamente per ogni albero di plastica del peso di 10 chili prodottovengono immessi in atmosfera 30 chilogrammi di CO2.

A quell’albero serviranno fino a 200 anni prima di degradarsi nell’ambiente. Discorso ben diverso per gli abeti naturali che invece hanno anche un ruolo di “salvaguardia” del nostro ecosistema e della nostra salute. Ogni albero di Natale vero “assorbe” 47 grammi di CO2. Un ettaro di alberelli produce, dati alla mano, qualcosa come ossigeno per 45 persone. “Gli alberi naturali – spiega Marcelli - sono coltivati soprattutto in terreni marginali altrimenti destinati all'abbandono e contribuiscono a migliorare l'assetto idrogeologico delle colline ed a combattere l'erosione e gli incendi.

E’ un comparto di cui sentiamo parlare solo in occasione delle festività ma la cui funzione è importante lungo tutto l’anno”. Coldiretti consiglia di assicurarsi sempre che l’abete naturale sia accompagnato da una carta d’identità che ne attesti l'indicazione dell'azienda di produzione e l'iscrizione al registro fitosanitario. “In questo modo – conclude Marcelli – sarete sicuri di acquistare un abete vero italiano”.

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