Consiglio regionale, il voto di astensione non sarà più considerato voto contrario

Approvato il nuovo regolamento interno a maggioranza: 33 favorevoli, 1 contrario, 9 astenuti. Commissioni permanenti ridotte a quattro

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 febbraio 2015 23:04
Consiglio regionale, il voto di astensione non sarà più considerato voto contrario

FIRENZE - La riduzione del numero delle commissioni permanenti a quattro. La ‘neutralità’ del voto di astensione che, sull’esempio della Camera dei deputati, non sarà più considerato come un voto contrario. Sono queste alcune tra le principali novità del nuovo regolamento interno dell’assemblea legislativa regionale, che il presidente Marco Manneschi (Popolo toscano-riformisti) ha sintetizzato in aula, dando conto del lavoro svolto dalla commissione Affari Istituzionali.

Il nuovo regolamento prevede che i componenti dell’Ufficio di presidenza – ad eccezione del presidente del Consiglio – decadano dalla carica se aderiscono ad un altro gruppo consiliare, se il gruppo consiliare di appartenenza si riduce di almeno la metà dei componenti, se il gruppo consiliare cambia l’appartenenza alla maggioranza o alle minoranze. Può, inoltre, essere presentata nei loro confronti una mozione di sfiducia motivata da almeno un quinto dei consiglieri (saranno quindi otto a seguito della riduzione a 40 consiglieri). La mozione di sfiducia nei confronti del presidente è approvata con il voto dei 2/3 dei consiglieri (27), nel caso degli altri componenti è sufficiente la maggioranza dei componenti l’assemblea (21 consiglieri).

Le commissioni permanenti sono ridotte a quattro: affari istituzionali, programmazione, bilancio, informazione e comunicazione; sviluppo economico e rurale, cultura, istruzione, formazione; sanità e politiche sociali; territorio, ambiente, mobilità e infrastrutture.

Le deliberazioni del Consiglio, salvo casi particolari previsti dalla Costituzione e dallo Statuto, sono approvate con la maggioranza dei consiglieri che partecipano alla votazione, esclusi gli astenuti.

In caso di parità tra i voti favorevoli ed i voti contrari, la proposta si intende non approvata.

Altre novità riguardano le consultazioni, che potranno svolgersi anche in forma scritta o telematica. Potranno essere invitate le associazioni rappresentative degli enti locali ed anche i singoli enti locali, su atti di loro interesse per i quali non è previsto il parere obbligatorio del Consiglio delle Autonomie locali. L’invito potrà essere rivolto anche a comunità di cittadini e residenti, enti ed organismi pubblici e privati, associazioni di categoria ed esperti. Il presidente della commissione potrà fornire risposte ad eventuali richieste di chiarimento dei soggetti consultati. Le audizioni potranno svolgersi anche su richiesta degli interessati.

All’inizio della legislatura può essere istituita una commissione per le politiche europee e gli affari internazionali, che potrà presentare osservazioni sugli atti relativi alla partecipazione del Consiglio alla fase ascendente di formazione degli atti normativi dell’Unione europea, sulla verifica del principio di sussidiarietà. La commissione assicura il supporto trasversale alle commissioni permanenti ed all’ufficio di presidenza sulle tematiche dell’Unione europea ed internazionali, svolge analisi sui fondi europei ed il loro utilizzo da parte della Regione. Nel caso non sia costituita, le sue funzioni sono svolte dalla commissione Affari istituzionali.

La commissione di controllo sullo stato di attuazione delle politiche regionali verificherà non solo la coerenza dei procedimenti ed il rispetto complessivo del programma regionale di sviluppo, ma anche il rispetto del documento di economia e finanza regionale e gli obblighi informativi da parte della Giunta previsti da clausole valutative.

I consiglieri componenti del gruppo misto che aderiscono a partiti o movimenti politici possono associare nei documenti ufficiali la specifica denominazione alla dicitura ‘gruppo misto’.

Il dibattito, che ha ripreso le tematiche già affrontate nella scorsa seduta, si è concentrato soprattutto sugli emendamenti e in particolare sulla decadenza e sfiducia del presidente del Consiglio, sulla discrasia tra Presidente e membri dell’Up.

L’aula ha infine approvato il Regolamento a maggioranza (33 favorevoli, 1 contrario, 9 astenuti), accogliendo l’emendamento – prima firmataria Daniela Lastri (Pd) – che prevede la stessa maggioranza di due terzi sia per la sfiducia al Presidente che ai membri dell’Up. Altro emendamento accolto quello presentato da Giovanni Donzelli (capogruppo Fratelli d’Italia), che evita la decadenza del presidente del Consiglio.

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