Concordia, scintille in Toscana per spostare il relitto

Gabrielli: "Ripuliremo il Tirreno", e Rossi risponde per le rime

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 giugno 2014 14:05
Concordia, scintille in Toscana per spostare il relitto

"La tratta verso Genova è tra le più problematiche per gli sversamenti delle petroliere, più che sporcare puliremo un pezzo di mare non particolarmente pulito" questa la dichiarazione del capo della Protezione Civile Franco Gabrielli che ha mandato su tutte le furie il rappresentante politico dei cittadini toscani.  

La Concordia lascia l'Isola del Giglio, è il fatto certo (con tutti gli auspici del caso). Sulla destinazione, Genova, è in atto uno scontro serrato. 

 "Ma che argomento è dire che la rotta che dovrebbe percorrere la Concordia per andare a Genova è tra le più inquinate per gli sversamenti delle petroliere? E affermare poi che il convoglio in transito potrebbe anche ripulire un po' quel tratto di mare, ha quasi il sapore di una boutade. E' proprio vero che in politica si può dire di tutto". Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, commenta così le dichiarazioni rilasciate oggi dal capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, all'emittente Radio Capital.

"Il principio di precauzione presente nella legislazione europea e quel buon senso che lo stesso Gabrielli invoca nella sua intervista – prosegue Rossi – suggeriscono allora scelte diverse: fare di tutto per tenersi lontano da quella rotta, a tutela dell'ambiente marino, dell'arcipelago, del santuario dei cetacei".

"Se a settembre – prosegue Rossi - il porto di Piombino, come previsto, sarà pronto non esiste alcuna ragione per rischiare cinque volte di più per trasportare la nave a Genova, che dista circa 200 miglia e richiede più di 5 giorni di navigazione. Una considerazione, come direbbe appunto il commissario Gabrielli, di puro buon senso".

"Qualora, invece, Piombino non fosse pronto, allora sarebbe giusto valutare scrupolosamente rischi e contromisure per trasportare a Genova il relitto al fine di evitare che non resti al Giglio per un altro anno. Però, lo ribadisco, non può essere la Costa a decidere su questa vicenda, con la motivazione che sostiene i costi dell'operazione. Lo Stato ha il dovere di far valere, sempre, le sue prerogative in materia di rispetto ambientale".

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