Concordia, è tutto vero e c'è chi sogna un modello a grandezza naturale

Quanto accaduto a bordo della nave è un fatto drammatico, ciò che è accaduto fuori da quella nave potrebbe essere tragicomico

Antonio
Antonio Lenoci
27 luglio 2014 10:19
Concordia, è tutto vero e c'è chi sogna un modello a grandezza naturale

Tutto vero, ma non ci credo. C'è chi apre la cassa e si dispera. L'Isola del Giglio per due anni non ha conosciuto stagione: tutto esaurito tra giornalisti, operatori, tecnici e soprattutto parenti dei tecnici in visita ai loro cari e curiosi da tutto il mondo per vedere il "Gigante ferito" e tutte le varianti escogitate dalla stampa e conservate dal giornalista fiorentino Marco Bazzichi che potrebbe scrivere un libro solo sui titoli che hanno raccontato questa storia.Appena mollati gli ormeggi qualcuno ha chiesto di mantenere le piattaforme di cemento in mare, contro il parere del Ministero dell'Ambiente, perché..

perché potrebbero andarci i sub. Chissà, magari anche un modello in scala 1:1 a grandezza naturale, potrebbe essere utile.Oggi che la Concordia raggiunge Genova una lunga diretta televisiva a reti quasi unificate e mondovisione accompagna l'ingresso nel porto ligure dove le finestre sono state affittate alla maniera del Palio di Siena, caso limite divenuto esempio nei libri di Diritto, a cifre astronomiche per pochi giorniIl 13 gennaio del 2012 gli occhi del mondo si sono posati sulla nave da crociera della Costa, la Concordia.

Un nome scelto ad hoc per sex-vacancy-appeal e per marketing promozionale: uno di quei nomi da nave per famiglie dove regalarsi una vacanza di svago.Trentadue persone sono morte, una è ancora dispersa, a poche bracciate dalla costa dell'Isola del Giglio per una serie di circostanze che hanno fatto arrabbiare, imbarazzare, rabbrividire l'Italia e sono finite in un'aula di Tribunale.. pardon in un Teatro, quello di Grosseto, perché anche quello è stato Spettacolo. I riflettori si sono accesi quella notte e non si sono più spenti, fino a poche ore fa, quando sono stati letteralmente smontati e portati a Genova.Il presidente della Regione Toscana ed il sindaco del Giglio sono le voci più autorevoli in rappresentanza del popolo toscano che si sono levate in questi mesi per sollecitare i lavori di rimozione e per auspicare che, almeno con la demolizione presso Piombino, la regione potesse trovare giovamento industriale dalla tragedia.

Nulla di fatto. E' andata via.E non tutti hanno saputo reagire come il comico toscano Alessandro Paci che nel day after si è fatto fotografare in mare con i figli e ha scritto su Facebook "Dove c'era la Concordia ci siamo noi", ma forse per esser lucidi serve essere comici.E mentre Sergio Ortelli, che da sindaco deve tutelare anche i commercianti del Giglio, potrebbe tentennare, Enrico Rossi, governatore toscano, punta sul rilancio turistico e prepara per settembre un piano per restituire al Giglio la sua identità di "Isola senza Concordia".Nei giorni successivi al naufragio i giornali di tutto il mondo hanno messo in croce quei turisti corsi a farsi le foto dalla spiaggia del Giglio, i "turisti del macabro" sono stati addirittura fotografati dai giornalisti per essere sbattuti sulle prime pagine e additati dall'opinione pubblica come quei soldati che ballano sul cadavere del nemico.

Non solo, iniziavano a girare sull'Isola cartoline raffiguranti il relitto che sono state immediatamente ritirate dalle autorità perché il "Turismo del macabro" con tanto di francobollo sarebbe stato effettivamente troppo. Chissà, magari adesso una serie di poster giganti, oppure dei calendari.. non sarebbero male.Nei giorni successivi al naufragio, mentre giravano sulle Tv i filmati amatoriali si è detto anche che certe crociere sono una specie di 'trappola per allocchi', una 'falsa nave' dove il capitano partecipa al Cabaret ed i camerieri cantano e ballano, gettando una spiacevole ombra su tutte quelle famiglie che si sono regalate nella loro vita un viaggio 'economicamente accessibile' su uno di quei parchi giochi sull'acqua.

C'è chi ne è uscito persino mortificato, pensate.La Concordia, quell'enorme "Baraccone", doveva essere un esempio da non seguire. L'abbiamo seguito tutti. Attorno a quel baraccone oggi si fanno i conti e si scopre che a questo tragicomico banchetto hanno mangiato in tanti.La Concordia non è forse la più grande metafora della nostra società? Siamo tutti su una stessa barca. Ma come Ulisse, impotenti, ad aspettare il vento.Noi abbiamo seguito gli eventi e dato notizia dei fatti adottando un apposito tag nel nostro archivio online: "Tragedia del Giglio".

Perché di "Tragedia" si è trattato. Nove da Firenze conserva una cronistoria dettagliata dei fatti che offriamo ai posteri attraverso la grande libreria del web.

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