Concordia, bloccata la rimozione al Giglio, slittano i tempi

Costa Crociere invia una nota di sospensione in attesa di documentazione.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 aprile 2014 14:23
Concordia, bloccata la rimozione al Giglio, slittano i tempi

Il presidente dell'Osservatorio Maria Sargentini si affretta a dichiarare che non è stata la struttura a bloccare le operazioni: "L'Osservatorio sul recupero della Concordia non ha bloccato le operazioni di montaggio dei cassoni di galleggiamento sul relitto; e non è interessato a conoscere il porto di destinazione per lo smaltimento. E' stata Costa, a ritirare la richiesta di autorizzazione al montaggio in attesa di poter fornire una documentazione completa sull'operazione".

"L'Osservatorio - ha aggiunto - ha chiesto invece a Costa di conoscere gli scenari di rischio relativi alla scelte di trasporto dello scafo della Concordia: traino e Vanguard, fino ad eventuale esplicita rinuncia di Costa sull'uso della piattaforma".

Il blocco temporaneo dei lavori avrà delle ripercussioni? I tempi di spostamento della nave potrebbero slittare. Il commissario per l'emergenza Franco Gabrielli ha ricordato nelle scorse ore che la mancata scelta del porto finale ha già ripercussioni sui lavori di rimozione della nave.

Gian Luca Galletti ministro dell'Ambiente scrive: "Soluzione su #Concordia per noi è priorità: a lavoro per rispetto tempi, protezione #ambiente e smaltimento in Italia" su twitter.

Installato, al momento, solo il primo dei diciannove cassoni che dovranno essere montati sul lato emerso dal mare, per consentire il rigalleggiamento. Resta però il problema dei liquidi interni allo scafo. Dove sversarli in caso di trasporto medio o lungo? “Oggi la soluzione migliore per evitare ritardi nella fase finale del recupero è che la Presidenza del Consiglio assuma la responsabilità della scelta finale del porto di destinazione per il disarmo della nave.

Come ho avuto modo di ribadire, nell’audizione di Franco Gabrielli presso l’VIII Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera, tale scelta non può che ricadere su un porto italiano. Saremmo tra i primi in Europa ad attrezzarci per questo, anticipando le normative europee che presto porranno fine allo scandalo di viaggi verso siti, soprattutto in Asia meridionale, dove lo smantellamento avviene senza garanzie né per l'ambiente, né per la sicurezza dei lavoratori”. Lo afferma Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera.

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