Commercianti, flash mob e rabbia: "Tanti rischiano di chiudere"

Nuova protesta di Commercianti Uniti, gruppo nato spontaneamente e guidato da due donne, Monica Coppoli e Sarah Furlan. “Aiuti e congelamento delle tasse o in tanti chiuderanno entro dicembre”. Presto una iniziativa con i tassisti

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 dicembre 2020 17:38
Commercianti, flash mob e rabbia:

Firenze, venerdì 4 dicembre 2020 - Nuova protesta di Commercianti Uniti, gruppo nato spontaneamente e guidato da due donne, Monica Coppoli e Sarah Furlan, che ha organizzato un flash mob in Borgo San Jacopo, una delle strade di Firenze più colpite dalla crisi. Hanno portato la loro testimonianza diversi commercianti che per colpa delle restrizioni e della mancanza di turisti rischiano di abbassare per sempre la saracinesca.

«Vogliamo farci sentire, ancora una volta, perché noi 'Esistiamo', come recita il nostro slogan. In questa strada, dove ci troviamo oggi, i negozi lavoravano con i turisti. E' da marzo che sono fermi e tanti rischiano di chiudere. Il Natale sarà strano e povero. Anche se riapriremo, in pochi faranno acquisti», spiega Monica Coppoli, presidente di Commercianti Uniti Firenze. «Il 2020 ormai è perso. Chiediamo di congelare le tasse di quest'anno, chiediamo dal Governo risarcimenti sostanziosi, perché i ristori arrivati sono del tutto insufficienti a compensare le perdite. Chiediamo anche chiarezza: basta con tutti questi Dpcm e i balletti sulle chiusure e aperture»

«Il Dpcm di Natale - aggiunge Sarah Furlan, presidente del centro commerciale naturale Le Cure - è la ciliegina sulla torta dei tre precedenti. E' del tutto inutile: riapriremo, sì, ma la prospettiva è quella di avere i negozi vuoti. Purtroppo non cambia niente e continuiamo a sentirci totalmente inascoltati. Per questo l'onda di 'Esistiamo' non si fermerà».

La prossima settimana i Commercianti Uniti torneranno in piazza insieme ai tassisti.

«I commercianti – afferma Luca Tani, presidente del 4390 Taxi Firenze – ci hanno chiesto vicinanza e mostrato solidarietà, e noi la mostriamo a loro, così come ad ogni imprenditore e lavoratore che in questo momento prova sulla sua pelle la crisi. Siamo termometri del disagio economico e sociale, che, in questo momento senza precedenti, è aggravato dallo stato di abbandono a cui ci ha consegnato il Governo».

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