Cna e Confartigianato contro il nuovo Dpcm

Bettazzi: “Migliaia di imprese rischiano la chiusura. Servono ristori reali e immediati”. Ferretti: “La situazione è quanto mai drammatica"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 ottobre 2020 17:55
Cna e Confartigianato contro il nuovo Dpcm

Firenze, 26 ottobre 2020 - “Di certo c’è solo la chiusura alle 18, per il resto gli aiuti annunciati come imminenti probabilmente si metteranno in coda a quelli previsti dal decreto agosto che ancora non sono attivi E’ questa la situazione che stanno vivendo ristoranti, pasticcerie, gelaterie e pasticcerie: con questi continui annunci di contributi mai arrivati ci porteranno alla chiusura definitiva”. Jacopo Ferretti, segretario generale Confartigianato Imprese Firenze, commenta così gli annunciati ristori che dovrebbero arrivare alle imprese.

“Il decreto agosto aveva previsto misure a sostegno delle imprese che lavorano nei centri storici, più colpiti a causa del tracollo del turismo, e a chi acquistava prodotti tipici locali alimentari. Tutto questo è rimasto lettera morta. Per non parlare della cassa integrazione, i cui ritardi sono ridicoli sia per gli imprenditori che l'hanno anticipata che per i lavoratori che devono ancora percepirla.”. Per le attività che devono chiudere alle 18, dunque, conclude Ferretti, “la situazione è quanto mai drammatica e l’annunciato decreto di domani è atteso come l’ennesima presa in giro per una categoria ormai in ginocchio.”

CNA. “La nuova stretta governativa legata all’emergenza sanitaria, seppur motivata dalla priorità di garantire la salute, rischia di mettere definitivamente al tappeto interi settori dell’economia italiana, innescando una crisi sociale pericolosa e senza precedenti nella storia repubblicana.

CNA chiede ristori reali commisurati alle perdite subite, immediati e destinati a tutte le imprese interessate dal provvedimento in aggiunta alla sospensione delle cartelle esattoriali, alla cancellazione dell’Imu, ai crediti d’imposta per affitti e bollette, alla cassa integrazione per i dipendenti.

Alle 400mila imprese della ristorazione, del cinema, del benessere, degli eventi, del commercio e del turismo, direttamente colpite dal Dpcm, va aggiunto oltre un milione di imprenditori e professionisti delle filiere, che hanno altrettanto diritto in tempi rapidi a ristori adeguati al danno.

La chiusura delle attività di spettacolo, cultura e tempo libero può avere pesanti ricadute sul sistema Italia peraltro a fronte di non accertate conseguenze dirette sulla diffusione del contagio.

A tal fine sarebbe stato, ed è, sicuramente più efficace assicurare la distanza interpersonale sui trasporti pubblici, avvalendosi delle disponibilità che abbiamo più volte dichiarato dei mezzi delle imprese private del trasporto persone, compresi autonoleggio e taxi.

Più controlli mirati e meno interventi a pioggia avrebbero sortito risultati maggiormente efficaci sul fronte della prevenzione.

Per quanto tempo dovranno resistere ancora le imprese?

L’aumento dello smart working al 70% porterà alla chiusura delle attività prossime alle funzioni pubbliche. La ristorazione è solidale con gli operatori dello spettacolo, i trasportatori, tassisti, tintolavanderie, operatori turistici, alberghi, arredatori, mercati ambulanti cioè di tutte quelle categorie economiche e professionali che stanno soffrendo questa terribile situazione.

CNA chiede, infine, da subito la convocazione di un tavolo permanente di confronto operativo, con le Parti Sociali che hanno firmato i protocolli di sicurezza, per riprendere il proficuo confronto con il governo aperto a primavera”.

In evidenza