Claudio Bisio porta in scena 'Gli sdraiati' di Michele Serra

Da martedì 17 a domenica 22 febbraio "Father and son"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 febbraio 2015 19:34
Claudio Bisio porta in scena 'Gli sdraiati' di Michele Serra

Da martedì alla Pergola Claudio Bisio racconta il rapporto padre / figlio senza pudori, con un linguaggio in continua oscillazione tra il comico e il tragico.Father and son, da Gli sdraiati e Breviario comico di Michele Serra, regia di Giorgio Gallione, permette a Bisio di confrontarsi con un monologo di grande impatto emotivo. La forza satirica di Serra si alterna a momenti lirici e struggenti, con la musica in continuo dialogo con le parole. In scena, infatti, ci sono anche due giovani musicisti, Laura Masotto al violino e Marco Bianchi alla chitarra, che eseguono dal vivo brani di Paolo Silvestri.

Freud dava ai genitori due notizie, una cattiva e una buona. Quella cattiva: il mestiere del genitore è un mestiere impossibile. Quella buona: i migliori sono quelli che sono consapevoli di questa impossibilità. Father and son, dal titolo dell’omonima canzone di Cat Stevens, le conferma entrambe con sottile ironia, strappando applausi a scena aperta. Tra inventiva sfrenata, comicità, brutalità e moralità, uno straordinario Claudio Bisio riflette sul nostro tempo inceppato e sul futuro dei nostri figli, sui concetti – entrambi consumatissimi – di libertà e di autorità, che rivelano in filigrana una società spaesata e in metamorfosi, ridicola e zoppa, verbosa e inadeguata.

Ispirato all’acclamato libro di Michele Serra Gli sdraiati e a Breviario comico, regia di Giorgio Gallione, questo irresistibile monologo disegna una società di “dopo-padri”, educatori inconcludenti e nevrotici, e di figli che preferiscono nascondersi nelle proprie felpe, sprofondare nei propri divani, circondati e protetti dalle loro protesi tecnologiche, rifiutando o disprezzando il confronto.

Bisio, nei panni del padre "imperfetto", restituisce ogni sfumatura del sottile equilibrio che separa la comicità della parodia dal crudo realismo, muovendosi tra i tavoli e le sedie della scenografia onirica di Guido Fiorato, immersa nel cangiante blu dei suoi pensieri, con un armadio sospeso che pare simboleggiare la precarietà della stanza disordinata del figlio. Le musiche di Paolo Silvestri – eseguite in scena da Laura Masotto al violino e Marco Bianchi alla chitarra – sono il contrappunto e l’interlocutore di tutto il soliloquio.

Approfondimenti

“Interpreto un padre che annaspa alla ricerca di un dialogo con il figlio, nativo digitale”, sostiene Claudio Bisio, “un ruolo non lontano dalla mia vita, dato che ho due figli di 19 e 17 anni e quindi capisco – e sto vivendo – le cose che raccontiamo in Father and son. In scena il figlio non è presente, ma viene costantemente “evocato” (peraltro i due eccellenti musicisti, che mi accompagnano sul palco, a livello subliminale lo evocano ulteriormente nella mente degli spettatori, vista la loro giovane età). Il risultato è una sorta di confessione allo specchio, catartica per questo padre così libertario, intelligente, curioso, disponibile, “diversamente giovane”, che pure non riesce a instaurare il dialogo che vorrebbe con il proprio figlio.”

Da questa assenza di rapporto nasce un racconto beffardo e tenerissimo del padre, verboso e invadente quanto il figlio è muto e assente, a tratti spudoratamente sincero. La società dalla quale i ragazzi si defilano è disegnata infatti con spietatezza e cinismo: ogni volta che la evoca, il padre si rende conto di offrire al figlio un ulteriore alibi per la fuga. È un mondo ritorto su se stesso, ormai quasi deforme, dove si organizza il primo Raduno Nazionale degli Evasori Fiscali, si medita di sostituire al Porcellum il ben più efferato Sputum, dove non è chiaro se i vecchi lavorano come ossessi pur di non cedere il passo ai giovani o se i giovani si sdraiano perché è più confortevole che i vecchi provvedano a loro. Father and son è quindi il racconto del difficile e delicato rapporto che lega i padri ai figli, ma anche e soprattutto del rapporto che lega entrambi alle fragilità e alle incertezze dei nostri anni.

“Era da tempo che io e Gallione volevamo fare uno spettacolo sul rapporto padre / figlio e stavamo già raccogliendo materiale su questo tema”, spiega Bisio, “poi è arrivato Michele Serra e ci ha detto che se avessimo aspettato ancora un po’ ci avrebbe dato le bozze del libro che stava scrivendo (ovvero Gli sdraiati). Leggere questo testo – autoironico ma al tempo stesso profondo - e innamorarcene è stato un tutt’uno. Ho pensato che aveva scritto esattamente ciò che io pensavo. Abbiamo quindi deciso di basarci su quel testo per lo spettacolo molto prima del clamoroso successo che ha avuto in libreria. E poiché sentivamo il bisogno di legarci all’attualità lo abbiamo “contaminato” con alcuni estratti di Breviario comico”.

Diplomato alla Civica Scuola per Arte Drammatica del Piccolo di Milano, membro della Compagnia i Comedians con Gabriele Salvatores e Paolo Rossi, popolare al cinema e in televisione, Claudio Bisio come attore nasce a teatro e dal 1997 collabora stabilmente con il Teatro dell’Archivolto di Genova, che ha prodotto diversi suoi spettacoli, tutti con la regia di Giorgio Gallione. Tra i vari titoli ricordiamo Monsieur Malaussène di Pennac, La buona novella, I bambini sono di sinistra di Michele Serra e il reading spettacolo Io quella volta lì avevo 25 anni di Gaber e Luporini.

“Io e Giorgio condividiamo e perseguiamo un’idea di teatro non banale”, afferma Bisio, “che faccia riflettere, magari che crei anche un po’ di polemica (I bambini sono di sinistra nel 2003 aveva scatenato addirittura un’interpellanza parlamentare!), che sappia divertire e rivolgersi a un vasto pubblico. La prima volta che abbiamo collaborato è stato quando abbiamo messo in scena Monsieur Malaussène di Daniel Pennac: lì si parlava di figli che dovevano ancora nascere (iniziava con un’ecografia) e anche i nostri figli, che sono coetanei, stavano nascendo. Ora quei figli da bambini sono diventati adolescenti, in un certo senso stiamo seguendo la nostra biografia.”

E un rito d’iniziazione conclude Father and son in una sorta di pioggia-gabbia-foresta di pietre che scende sul palcoscenico: è la pietraia del colle della Nasca, invocato fin dalla prima scena, e infine raggiunto, che sancisce un passaggio generazionale, per il figlio all’età adulta, per il padre alla vecchiaia.

Foto gallery
In evidenza