​Cinghiali: tra abbattimenti ed ultrasuoni resta il pericolo incidenti

Confagricoltura Toscana “L’allarme sia tenuto in primo piano, siano semplificate le procedure per gli abbattimenti”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
09 giugno 2017 14:41
​Cinghiali: tra abbattimenti ed ultrasuoni resta il pericolo incidenti

 La popolazione di ungulati è in costante aumento e continua a mettere in crisi le attività agricole, “Gli ultrasuoni attualmente in fase sperimentale, non sono la soluzione ma solo un metodo come un altro per cercare di tenerli lontano da alcune attività” afferma Francesco Miari Fulcis presidente di Confagricoltura Toscana.Ad inizio giugno strage sfiorata, Francesco Mati, vicepresidente di Confagricoltura Pistoia segnala un nuovo incidente avvenuto in A11 nella notte fra il 2 e 3 gennaio, all'altezza del casello di Prato ovest, che ha coinvolto un'auto condotta da una giovane donna per fortuna rimasta illesa, che ha investito un cinghiale. “Serve intervenire con urgenza per contrastare questo fenomeno che di fatto è già degenerato e che coinvolge tutto il territorio regionale.

Non possiamo permetterci di aspettare oltre e rischiare ulteriormente l'incolumità delle persone. Questo incidente si unisce a tutte le segnalazioni di ungulati che danneggiano ogni giorno proprietà private e aziende agricole incrementando le difficoltà dei nostri imprenditori a rendere sostenibile la propria attività" commentava Mati.

Cinghiali caprioli e cervi, la cui popolazione è in continua crescita, dovrebbero drasticamente diminuire di numero "se si vuole proteggere veramente le produzioni agricole ed i boschi da una devastazione che tra pochi anni cambierà l’aspetto del paesaggio". Ogni anno nascono oltre 350.000 cinghiali a fronte di abbattimenti per circa 100.000.

Bernardo Gondi presidente della sezione ambiente territorio di Confagricoltura Toscana ritorna sul problema affermando inoltre che “la crisi idrica e il proliferare dei lupi stanno spingendo branchi di cinghiali verso le campagne coltivate e i laghetti per l’irrigazione dove distruggono ogni cosa trovino sul loro cammino. La situazione è diventata incontrollabile con rischio anche di importanti incidenti a privati cittadini. gli ultrasuoni in fase di sperimentazione potranno aiutare ad integrare le difese ma non sono la soluzione! L'unica soluzione è diminuire drasticamente la popolazione di questi devastatori arrivati negli ultimi 20 anni."

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