Cinema: "L'amore bugiardo"

Un thriller di discreta fattura . David Fincher guarda ad Alfred Hitchcock e Brian De Palma per una storia dagli esiti imprevedibili.

Alessandro
Alessandro Lazzeri
18 gennaio 2015 13:49
Cinema:

L’amore bugiardo (Gone Girl) è l'ultimo film del regista statunitense David Fincher (Seven, Fight Club, Il curioso caso di Benjamin Button, The Social Network), ed è l' adattamento cinematografico del romanzo omonimo scritto nel 2012 da Gillian Flynn, autrice pure della sceneggiatura.

Amy (Rosamund Pike) e Nick (Ben Affleck) sono sposati da cinque anni, abitano nel Missouri, dove sono andati a vivere per assistere la madre di lui, malata. Sono belli, stanno bene insieme, scrivono entrambi per lavoro, possiedono una casa splendida e sono stati capaci di superare uniti la crisi economica seguita alla recessione del 2009. Questo è quanto appare. Arriva il quinto anniversario di matrimonio e Amy sparisce nel nulla. Nick torna a casa e la trova messa a soqquadro e con varie tracce di sangue: il primo a essere indagato per l’omicidio della donna è proprio lui.

Polizia e mass media si coalizzano contro l’uomo, leggendo negli indizi le prove della sua colpevolezza. Nick sembra proprio il reo perfetto: per coprire i suoi tradimenti e liberarsi di Amy, tra l’altro incinta, l’avrebbe uccisa, forse con la complicità della sorella gemella Margot (Carrie Coon), in società con la quale gestisce un bar. Questo è quanto appare in superficie, ma la storia prenderà sviluppi insospettati e, moderatamente imprevedibili .

“L'amore bugiardo” è un film, come si dice in questi casi, discreto. La scelta del titolo italiano diviene una riflessione, che si comprende a posteriori, sulle bugie e ipocrisie che tenevano insieme il matrimonio della coppia, mentre il titolo originale che sottolineava la scomparsa di Amy è l'incipit di una storia, che parte da un dato preciso che irrompe nella normalità del quotidiano per stravolgerlo. Tra questi due momenti si dipana la trama di un film ben fatto, ma non del tutto convincente. La storia è intrigante, gli attori sono decentemente bravi, anche se Affleck appare un po’ sotto tono, mentre la Pike, benché cerchi invano di essere Sharon Stone, non appare del tutto credibile nel personaggio enigmatico e complesso di Amy.

Il film è appesantito dal fardello di un eccesso di verbosità e da meccanismi narrativi non sempre fluidi. E' un’ottima storia narrata in modo discontinuo, con un ritmo-non ritmo che ha buoni sussulti emozionali nella seconda parte del film. Sono limiti strutturali che condizionano il regista e non gli consentono di accostarsi espressivamente ai modelli (Alfred Hitchcock e Brian De Palma) che sembra seguire e che restano al momento, lontani dal discreto e godibile film che è riuscito a realizzare.

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