Cinema: dal Metropolitan di New York arriva a Firenze il "Nabucco" con Plácido Domingo

Nelle multisale, martedì 10 gennaio alle 20.00, la stagione lirica con il capolavoro di Verdi, diretto dal Maestro James Levine. In scena anche la soprano ucraina Liudmyla Monastyrska e la mezzosoprano georgiana Jamie Barton

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
09 gennaio 2017 23:26
Cinema: dal Metropolitan di New York arriva a Firenze il

Martedì 10 gennaio nei Cinema prosegue la stagione 2016-2017 del Metropolitan Opera House (MET) di New York, distribuita in HD al cinema da QMI/Stardust. Il prossimo appuntamento sarà con il Nabucco di Verdi, diretto dal Maestro James Levine, e interpretato dal celebre tenore Placido Domingo, dalla soprano ucraina Liudmyla Monastyrska e dalla mezzosoprano georgiana Jamie Barton.

In città lo spettacolo è in programma al Multisala Adriano e all'Uci Cinemas, mentre in provincia sarà possibile assistervi al Cinema Teatro Everest di San Casciano Val di Pesa e al Multisala Grotta di Sesto Fiorentino. Le multisale UCI che proietteranno Nabucco e gli altri appuntamento del MET sono: UCI Arezzo e UCI Firenze.

L’opera simbolo del Rinascimento Italiano racconta la prigionia del popolo ebraico e si apre nella Gerusalemme del VI secolo avanti Cristo: una città assediata dal re babilonese Nabuccodonosor. Unica speranza di salvezza è Fenena, figlia del sovrano presa in ostaggio, che sarà tuttavia liberata dal giovane Ismaele, innamorato di lei. Ormai perduti, gli ebrei vengono fatti prigionieri e condannati a morte da un'altra figlia del sovrano, la crudele Abigaille, che nel frattempo ha spodestato il padre.

La salvezza arriva gloriosa quanto inattesa sotto forma di un’improvvisa conversione di Nabucco, che a capo di un esercito di pochi fedeli rovescia il governo di Abigaille, graziando i prigionieri e invocando Jeovah. È ben nota la storia di questo spettacolo, che proiettò il musicista ventottenne verso la fama. Dopo la morte della prima moglie e di due figli, con cui coincise il fiasco dell’opera buffa “Un giorno di regno”, Verdi aveva deciso di abbandonare la carriera. Cambiò idea solo quando l’impresario teatrale Bartolomeo Merelli gli mostrò il libretto scritto da Temistocle Solera.

Ispirato, diede vita al lavoro immortale che oggi tutti conosciamo, battezzato da una trionfante prima al Teatro alla Scala nel 1942. Per molto tempo, l’opera e il suo compositore sono stati considerati parte integrante di quel fervore politico che nel 1861 portò alla nascita del Regno d’Italia; in particolar modo, il famosissimo coro “Và pensiero, sull’ali dorate”, che narra l’esilio degli ebrei a Babilonia, è stato letto come un’eco dei sentimenti italiani verso la dominazione austriaca.

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