Chiusi: gli etruschi si raccontano al teatro con Archeo

60 anni dalla scoperta della necropoli delle Pianacce. Torna alla luce a Prato la città medievale. Il documentario sugli scavi condotti dai ricercatori dell’Ateneo di Firenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 maggio 2014 23:35
Chiusi: gli etruschi si raccontano al teatro con Archeo

“La superficialità -lo riconosco- può rendere la vita leggera, ma non mi è mai appartenuta…il mio gioco era di rendere più forte il mondo etrusco e in particolare, le due città sulle quali regnavo Camars (Chiusi) e Velzna .” Queste alcune le parole del Lucumone Porsenna all’interno della monografia di Archeo dedicata agli etruschi presentata al Teatro Mascagni di Chiusi il 16 Maggio 2014 la prima presentazione nazionale ufficiale della monografia del noto mensile dedicato al mondo dell’archeologia Archeo dal titolo “Gli Etruschi si raccontano”, cui seguiranno altre in tutta Italia.

Alla presentazione, coordinata dal Sistema Chiusipromozione del Comune della Città di Chiusi, hanno preso parte il Sindaco Stefano Scaramelli e l’assessore Chiara Lanari, il Direttore del Museo Nazionale Etrusco di Chiusi in rappresentanza della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana Dott.ssa Monica Salvini, il Direttore editoriale delle riviste Archeo e Medioevo Andreas M. Steiner, l’etruscologo Prof. Giuseppe M. Della Fina, autore della monografia. Tra il pubblico erano presenti studiosi, appassionati, istituzioni, imprenditori, associazioni, non solo di Chiusi ma anche dei paesi limitrofi, nonché cittadini e rappresentanti del Gruppo Archeologico della Città di Chiusi.

Interessante l’ottica inusuale ed accattivante, scientificamente apprezzata, con cui diversi personaggi etruschi, Porsenna in primis, sono stati fatti “parlare” nella monografia e sono divenuti guide alla scoperta delle città etrusche. Chiusi è stata una delle città più citate, come hanno ricordato la Dott.ssa Salvini ed il Prof. Della Fina, che ha presentato, attraverso personaggi realmente esistiti e non, caratteristiche, itinerari, paesaggi e patrimoni da loro stessi descritti, da scoprire e da visitare.

“Un’interessante monografia – dichiarano il Sindaco Stefano Scaramelli e l’assessore Chiara Lanari – che con soddisfazione abbiamo presentato in prima nazionale proprio a Chiusi, alla presenza di autorevoli ospiti che hanno saputo ben evidenziare in maniera semplice ed accattivante gli Etruschi ed il loro modo di vivere in stretto legame con l’attualità, con il territorio e con il patrimonio esistente; crediamo che riflettere e lavorare sui beni archeologici e sul paesaggio - che contraddistinguono non solo la nostra città ma l’intero territorio e la nostra Nazione tutta - soprattutto in ottica di “sistema”, debba essere incentivato per crescere e sviluppare sempre maggiori progettualità di rete e sinergie importanti, non solo dal punto di vista culturale ma anche paesaggistico, turistico ed economico per tutti noi”.

Durante la presentazione della monografia, l’editore e l’autore hanno ricordato il perché hanno deciso di far raccontare ai personaggi stessi la storia degli etruschi e delle loro peculiarità. “La storia degli Etruschi – si legge nell’incipit della monografia – è stata narrata innumerevoli volte, qui abbiamo cercato di farlo in una maniera originale, dando la parola ai singoli protagonisti di quell’affascinante vicenda, noti dalle fonti letterarie latine o greche. In altri casi abbiamo scelto di inventare un personaggio plausibile nella sua epoca e di farlo muovere all’interno di spazi ed edifici che l’archeologia ha saputo recuperare e valorizzare.

Tra i protagonisti della nostra storia non ci sono soltanto loro ma anche le opere d’arte, i luoghi, i monumenti, i paesaggi giunti sino a noi”. Durante la presentazione è stato anche ricordato il protocollo d’intesa recentemente sottoscritto anche dal Comune della Città di Chiusi, inerente la rete delle città etrusche della Dodecapoli, che prevede, grazie al coordinamento e al lavoro del Comune capofila – Perugia – nonché del comitato scientifico, un primo step sul quale si sta lavorando: “un progetto di candidatura delle Città Etrusche al Patrimonio Unesco, orientato alla ricostruzione del sistema delle città-stato al fine di valorizzarne non tanto i singoli luoghi, ma soprattutto l’idea di rete di città, anche in relazione al territorio ed al paesaggio”.

Tra le riflessioni durante la presentazione della monografia il Direttore Steiner si è reso disponibile a divenire un punto di riferimento editoriale e l’imprenditore Luca Gattavecchi, insieme a Lorenzo Paganelli, ha rilanciato l’idea di un’etichetta e di un progetto vitivinicolo dedicato alla Dodecapoli. Non sono mancate anche riflessioni e domande sullo stato attuale dei siti archeologici nazionali, sulle immagini più evocative degli etruschi e proposte di possibili presentazioni di progetti in contesti europei nonché, l’immancabile domanda sul possibile ritrovamento della Tomba di Re Porsenna.

Il prossimo appuntamento a Chiusi legato al mondo dell’archeologia, aperto a tutti, sarà Il 21 Maggio 2014 alle ore 17.30 con #apreladomus: una parte dell’area della “Domus Romana” risalente all’epoca augustea o protoimperiale verrà aperta al pubblico alla presenza del Comune della Città di Chiusi, della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, di Arcus (Società per lo sviluppo dell'Arte, della Cultura e dello Spettacolo S.p.A.), della Fondazione Musei Senesi e dei soggetti coinvolti nei lavori che hanno permesso di mettere in sicurezza, rendere fruibile e valorizzare parte dell’ampia area che è stata rinvenuta nel 2002 in occasione della realizzazione della nuova Via de’Longobardi.

Era il 17 maggio 1954, quando il grande archeologo Guglielmo Maetzke, iniziò la prima campagna di scavo nella necropoli delle Pianacce, nei pressi di Sarteano. La fortuita scoperta di un contadino al lavoro, permise di mettere in luce due tombe, di cui una monumentale ancora oggi visitabile, con tre camere ed un corridoio di quasi trenta metri. A pochi metri di distanza, 49 anni dopo è stata rinvenuta dal museo civico archeologico di Sarteano e dal gruppo archeologico Etruria la tomba della Quadriga infernale.

Quindi, nel corso di un decennio di scavi, è stata gradatamente messa in luce l’intera necropoli di 21 tombe. Da parte del Comune e del Museo di Sarteano, in questa data c’è l’enorme piacere di ricordare un grande archeologo, ma soprattutto un grande uomo, che è stato per decenni soprintendente capo della Toscana. Maetzke è comparso nel 2008. E già nel 2010 il museo di Sarteano gli ha dedicato un saggio nel volume della Regione Toscana: “Grandi archeologi del Novecento”.

Per celebrare la sua figura è in programma anche una conferenza, organizzata dalla direzione del museo per il prossimo l’11 ottobre, durante la settimana della cultura della Regione Toscana. Il titolo è inequivocabile: “A 60 anni dalla scoperta della necropoli delle Pianacce: un ricordo di Guglielmo Maetzke”.Riemerge un pezzo della Prato medievale grazie agli scavi condotti dai ricercatori dell’Università di Firenze. In piazza Santa Maria delle Carceri sono tornati alla luce due tratti di lastricato stradale, un edificio e un’area del cantiere per l’edificazione della Chiesa quattrocentesca, cui la piazza è intitolata. Commissionata dall'amministrazione comunale di Prato in occasione dei lavori per la riqualificazione di piazza delle Carceri, l'indagine è stata svolta dallo spin-off accademico “Laboratori Archeologici San Gallo”, con la direzione scientifica di Guido Vannini, ordinario di Archeologia medievale dell'Università di Firenze. La campagna di scavi, iniziata nel settembre del 2012, ha fatto emergere una parte del sistema urbanistico e viario e numerose testimonianze della vita quotidiana fino al XIV secolo di Prato, una delle città medievali meglio conservate d'Italia.

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