ChiantiBanca: l'assemblea approva la fusione con BCC Banca Pistoia e BCC Area Pratese

Si realizza il progetto di aggregazione territoriale che trasforma l'istituto di San Casciano nella 10^ struttura bancaria italiana

Nicola
Nicola Novelli
10 aprile 2016 18:58
ChiantiBanca: l'assemblea approva la fusione con BCC Banca Pistoia e BCC Area Pratese

L'Assemblea dei Soci di ChiantiBanca Credito Cooperativo, riunitasi stamani in Piazza Arti e Mestieri (e in videoconferenza presso la sede legale di Monteriggioni), ha approvato la fusione per incorporazione in ChiantiBanca di Banca di BCC Pistoia e BCC Area Pratese. La banca risultante dalla fusione è, quanto a dimensioni, il primo credito cooperativo in Toscana e la terza BCC a livello nazionale. Con una dotazione patrimoniale di € 310 milioni, la banca potrà operare adesso nelle province di Siena, Firenze, Arezzo, Pistoia, Prato e Pisa con una rete di oltre 50 filiali distribuite in 26 comuni della Toscana. Con una base clienti da subito superiore ai 100.000 e quasi 25.000 soci, la raccolta complessiva è stimata per il 2016 a 3,5 miliardi di euro e gli impieghi alla clientela a 2,6 miliardi di euro.

La fusione comporta investimenti in tecnologia (atm evoluti, web-app, nuovo internet banking), ammodernamento delle filiali incorporate per circa 10 milioni di euro nel periodo 2016 – 2018. Per i nuovi soci l'accesso a ChiantiMutua, una realtà con oltre 7.000 soci e 400 strutture socio-sanitarie convenzionate.

ChiantiBanca, nata nel 2010 dall'unione tra Banca del Chianti Fiorentino e Banca Monteriggioni, cui si è aggiunto nel 2012 il Credito Cooperativo Fiorentino (acquisizione di attività e passività) procede oggi alla fusione per incorporazione di Banca di Pistoia e Banca Area Pratese, due Banche di Credito Cooperativo con una storia centenaria. "Pistoia dieci anni fa ha subito un commissariamento da cui non si è pienamente ripresa, mentre la Pratese due anni fa è stata sull'orlo del baratro. Poi è stata avviata una intensa attività di risanamento -ha spiegato stamani il direttore generale Andrea Bianchi nella sua relazione tecnica sulla fusione- l'area d'attenzione è il credito non performing (al 30% nei due istituti) che l'evoluzione del contesto non consente di ritenere totalmente risanato".

ChiantiBanca, oltre ad una presenza rafforzata nelle aree di Prato e Pistoia, va adesso a a proporsi, come previsto dal Piano Industriale 2016 - 2018, nelle nuove piazze di Pisa, Livorno, Lucca e Arezzo sia grazie all'adesione di interi blocchi di nuovi soci da centinaia di persone, sia grazie all'attrattiva che la propria solidità emana agli occhi di territori già colpiti dalle crisi bancarie degli ultimi anni.

La banca derivante dalla fusione si fregerà del prestigio del neo Presidente, Lorenzo Bini Smaghi, già socio della banca mentre presiedeva Snam e Société Générale. E' il capolavoro di Claudio Corsi (Presidente CdA uscente) e nuovo Vice Presidente Vicario (in rappresentanza dei soci di Monteriggioni) e di Stefano Mecocci (Vice Presidente Vicario uscente e presidente della Fondazione ChiantiBanca) confermato Vicepresidente.

L'Assemblea dei Soci ha deliberato poi alcune modifiche statutarie che sono finalizzate:

- all'apertura di una sede distaccata a Pisa;

- l'individuazione di nuove modalità di convocazione e svolgimento dell’Assemblea dei Soci tese a facilitare un più ampio coinvolgimento della estesissima base sociale;

- l'aumento del numero dei membri del CDA per consentire la rappresentanza di tutti i territori;

- la rideterminazione della facoltatà di alla Federazione Toscana delle BCC;

- l'adeguamento al nuovo “Statuto tipo” delle Banche di Credito Cooperativo;

- l'adeguamento alle nuove previsioni normative del Testo Unico Bancario;

- l'emissione di un Prestito Obbligazionario Convertibile.

Il Bilancio approvato oggi all'unanimità dall'assemblea racconta di un 2015 in cui è proseguita la crescita degli aggregati patrimoniali della Banca, sia riguardo al totale delle attività (+4,6%) che alla raccolta diretta da clientela (+5,9%) ed agli impieghi a clientela (+7,9%), registrando per tutti gli aggregati tassi di sviluppo superiori a quelli medi delle BCC toscane ed anche del sistema bancario. L’ elevato grado di liquidità e la solida posizione patrimoniale aziendale (che cresce di 5 milioni di euro anche nel 2015) hanno consentito alla Banca di continuare a garantire un costante flusso di credito all’economia locale. La crescita della Banca è proseguita nel 2015, oltre che negli aggregati patrimoniali, anche in termini di quote di mercato, di numero di clienti e di rapporti commerciali, sia nelle aree storiche di Siena, del Chianti e di Firenze, che in quelle di più recente (Campi Bisenzio e la piana fiorentina) e recentissimo insediamento (Montalcino, Santa Croce sull’Arno). Sotto il profilo reddituale, un utile netto di 7,0 milioni di euro rappresenta, anche per il 2015, un risultato ampiamente positivo, in termini assoluti e che costituisce quasi il 30% della redditività netta consolidata del gruppo delle 26 BCC toscane. Il principale indicatore di leva (Tier 1 Leverage ratio) è pari all’8,1%, ampiamente al di sopra della soglia minima fissata da Basilea 3 e pari al 3%.

Nonostante pesino per 25 milioni anche nel 2015 le rettifiche su crediti perduti, conseguenti alla incorporazione della BCC di Campi Bisenzio (ex gestione Verdini), per 2,3 milioni i contributi al Fondo di Risoluzione Nazionale, per l’intervento a sostegno della crisi delle quattro banche italiane (vedi in particolare BancaEtruria) e per 1,6 milioni di euro gli interventi a sostegno di BCC in difficoltà.

Ma la solidità patrimoniale è confermata dall’esercizio 2015. Ciò grazie alla riduzione del costo del personale (-13,6%), legata alla riduzione di organico operata negli ultimi esercizi. I mezzi propri sono cresciuti del 2,2%, sfi orando i 232 milioni di euro, sia per effetto della capitalizzazione a riserve della maggior parte dell’utile dell’esercizio precedente, che per il crescente numero di clienti che hanno richiesto ed ottenuto l’ammissione a Socio della Banca, ovvero di Soci che hanno richiesto di incrementare la loro partecipazione al capitale sociale.

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