Cgil, Cisl, Uil e Acli: Toscana rischia di perdere i Patronati

Da queste strutture passano, gratuitamente, l’86% delle domande previdenziali e il 95% di quelle socio-assistenziali

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 ottobre 2014 18:36
Cgil, Cisl, Uil e Acli: Toscana rischia di perdere i Patronati

“In Toscana un milione e mezzo di persone si rivolge ogni anno ai patronati. Se questa rete dovesse saltare, come conseguenza dei tagli previsti dalla legge di stabilità, chi si occuperà di loro ?” Lo chiede il Cepa Toscana, che raggruppa i patronati di Cgil, Cisl, Uil e Acli.Due dati chiariscono l’importanza di queste realtà per rendere effettivi i diritti sociali dei cittadini: dai Patronati toscani vengono presentate, senza far pagare niente ai cittadini, l’86% delle domande previdenziali (pensioni, ricostituzioni, ecc.) e oltre il 95% delle pratiche in materia socio-assistenziale (invalidità civili, accompagnamento, handicap ecc).Negli ultimi 3 anni il numero delle pratiche gestite è triplicato, in conseguenza della chiusura di sedi locali di Inps, Inail e Asl e dell’obbligo di presentare le domande esclusivamente per via telematica.“Siamo rimasti gli unici uffici dove il cittadino può rivolgersi, non paga niente e trova una soluzione ai suoi problemi -dicono dal Cepa-.

Ma oggi viviamo un momento delicato alla luce della legge di stabilità che prevede un taglio di 150 milioni di euro (pari al 34,5%) al fondo patronati, alimentato dai versamenti di 21 milioni di lavoratori e che offre servizi a 51 milioni di italiani.”“Questo significa un colpo mortale per i patronati, che non potranno più garantire né la gratuità delle prestazioni, né il supporto agli enti previdenziali (ma anche alle Questure e Prefetture per i permessi di soggiorno) di cui oggi consentono di fatto il funzionamento, perché da soli non sarebbero in grado di gestire le istanze dei cittadini.”“Le norme che restringono l’anticipazione delle risorse per l’attività svolta inoltre strangoleranno finanziariamente gli istituti di patronato, portando di fatto ad un’impossibilità operativa a partire dal prossimo anno.

E il danno, sebbene esteso a milioni di persone, sarebbe pesante soprattutto per le fasce più deboli della popolazione. Cittadini che, di fronte a una legislazione complicata e farraginosa e a una pubblica amministrazione decimata dai tagli e sempre più distante, non sono in grado di far valere i diritti socio-assistenziali che pure lo Stato dice di riconoscere loro.”“Per effetto dei tagli inoltre rischiano il licenziamento 9.000 degli operatori dei patronati, che in Toscana sono complessivamente 800; persone che per anni hanno svolto un servizio per la pubblica amministrazione e che perderebbero il lavoro per colpa di una manovra che mira a creare posti di lavoro.”

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