Ceta: 120 Comuni toscani già scesi in campo contro l’accordo UE-Canada

Il Consiglio regionale approva mozione. Il Sindaco Marco Buselli invia una lettera al Ministro: «Sono disponibile a venire a Roma con una delegazione del Consorzio dei produttori»

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 settembre 2017 21:09
Ceta: 120 Comuni toscani già scesi in campo contro l’accordo UE-Canada

Firenze– Accordo Ceta: serve più attenzione. E’ questo il senso della mozione approvata nella prima seduta post-vacanze dal Consiglio Regionale della Toscana, presentata dal Partito Democratico, che impegna la Giunta regionale a chiedere a Governo e Parlamento un supplemento di riflessione tenendo “…aperto un confronto con le organizzazioni sociali e di rappresentanza….” prima di chiudere l’iter di ratifica del provvedimento. 

La mozione del Partito democratico, primo firmatario Marco Niccolai, sull’accordo di libero scambio tra Canada ed Unione europea, è stata approvata dal Consiglio regionale con 18 favorevoli e quattordici contrari Respinta, invece, la mozione di Si-Toscana a sinistra con 17 voti negativi a fronte di 15 positivi. E’ stato il presidente del gruppo Tommaso Fattori ad illustrarla in aula, sottolineando che l’accordo Ceta “non solo legalizza la pirateria alimentare, concedendo il via libera alle imitazioni canadesi dei nostri prodotti più tipici, ma spalanca le porte all’invasione del grano duro trattato con glifosato e ad ingenti quantitativi di carne a dazio zero”.

Per questo impegnava la Giunta a “contrastare, in ogni sede e luogo istituzionale, l’accelerazione delle procedure di approvazione del trattato, chiedendo l’apertura di un confronto ampio e partecipato”.

Coldiretti avrebbe voluto tuttavia un atteggiamento più deciso del Consiglio Regionale, che pure era stato palesato da diversi rappresentati delle forze politiche presenti in aula. Si sarebbero dovute recepire meglio le argomentazioni con cui numerose realtà della società civile, del mondo sindacale, produttivo e dell’ambientalismo stanno esprimendo forti preoccupazioni sugli impatti economici e sociali del Comprehensive Economic and Trade Agreement, l’accordo commerciale tra Unione Europea e Canada che hanno sottoscritto il documento “Free And Air Alla Ricerca di un commercio libero e giusto” e che a luglio hanno manifestato in Piazza Montecitorio. Con Coldiretti ad alzare gli scudi contro l’accordo commerciale anche Cgil, Legambiente, Adusbef, Federconsumatori, Movimento Consumatori, Greenpeace ed altre organizzazioni.

Coldiretti Toscana ha dato vita ad una forte azione sul territorio di sensibilizzazione e divulgazione degli effettivi contenuti del trattato, con un coinvolgimento capillare delle realtà locali sensibilizzando le istituzioni partendo dal Consiglio Regionale fino ai più piccoli comuni.

E le risposte non sono mancate, oltre 120 Comuni toscani hanno già deliberato, o gli atti sono in itinere, e diversi sono i consorzi di tutela che hanno voluto assicurare il loro sostegno all’azione di Coldiretti & C. Ora è arrivato anche l’atto ufficiale del Consiglio Regionale che, se non altro solleva la necessità di approfondimento, impegnando la Giunta ad attivarsi in tal senso nei confronti di Governo e Parlamento.

“Obiettivo della nostra azione è sensibilizzare i decisori – ha detto Tulio Marcelli, predidente di Coldiretti Toscana - per un esame approfondito dell’accordo che presenta aspetti controversi ed effetti dirompenti sull’ordinamento democratico, l'uguaglianza di fronte alla legge, l’occupazione, il settore agricolo e agroalimentare, i diritti dei consumatori e dei lavoratori, il settore dei servizi, il principio di precauzione, la salute e l’ambiente”.

Il confronto promosso dalla principale Organizzazione agricola toscana si è alzato ai massimi livelli ed all’inizio della mobilitazione i vertici dell’Organizzazione hanno incontrato il Presidente della Giunta Regionale Enrico Rossi, il Sindaco di Firenze Dario Nardella ed il Presidente del Consiglio Regionale Eugenio Giani, per consegnare una proposta di delibera da inserire all’ordine del giorno della prima seduta degli organi per sollecitare una discussione ed una condivisione dell’azione di Coldiretti tesa a bloccare la ratifica della sottoscrizione di un “trattato capestro”.

“L’accordo CETA non fa dormire sonni tranquilli al mondo agricolo toscano - ribadisce Marcelli-Questo accordo è un regalo alle grandi lobby industriali dell’alimentare che colpisce il vero Made in Italy e favorisce la delocalizzazione, con riflessi pesantissimi sul tema della trasparenza, delle ricadute sanitarie e ambientali, oltre che occupazionali”.

“Sebbene l’accordo autorizzi l’accesso al mercato canadese di 171 prodotti ad indicazione geografica dell’UE tra cui figurano 41 nomi italiani (rispetto alle 289 denominazioni Made in Italy registrate), queste dovranno coesistere con i marchi canadesi registrati. Ad esempio, il nostro Prosciutto Toscano – sottolinea Antonio De Concilio, direttore di Coldiretti Toscana- potrà entrare nel mercato canadese con il suo nome ma sarà venduto assieme ai prodotti d’imitazione canadese. Come del resto il vino Chianti made in Italy che dovrà stare fianco a fianco al Chianti Made in Canada”.

L’accordo mette a rischio anche le scelte UE ed italiane su OGM e, indirettamente, carne ormonizzata. Non siamo contrari ai trattati – continua De Concilio- ma occorre che in questi sia riservata alle produzioni agroalimentari una particolare attenzione che ne tuteli la distintività e possa garantirne la salubrità, la protezione dell’ambiente e la libertà di scelta dei consumatori. Inoltre, il Ceta non elimina l’ambiguità con cui vengono trattate le indicazioni geografiche italiane su quei mercati- precisa il direttore di Coldiretti Toscana – al contrario interviene a vantaggio di quel 90% dei formaggi di tipo italiano consumati in Canada di produzione locale.

Poi ci preoccupa in modo particolare la situazione del grano duro italiano , che rischia ulteriori penalizzazioni perché con il Ceta si favorisce l’azzeramento strutturale dei dazi e si aumenta il contingente importato in Italia dal Canada, dove peraltro viene fatto un uso intensivo di glifosate nella fase di pre-raccolta, vietato in Italia perché accusato di essere cancerogeno. Sono questi i motivi che ci hanno imposto di avviare una campagna di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e dei decisori.

E’ per questo che abbiamo chiesto il massimo livello di riflessione a tutti i livelli istituzionali ed abbiamo apprezzato la sensibilità dimostrata da quelle istituzioni che hanno accolto pienamente le motivazioni e le posizioni di Coldiretti, cogliendo così l’enorme delicatezza di questa materia per cittadini, imprenditori agricoli e l’intera filiera dell’autentico made in ”. Non a caso proprio oggi anche la Chiesa Cattolica esprime molte perplessità sull’accordo con un articolo pubblicato da l’Osservatore Romano.

«Sono a chiedere la piena tutela delle specificità del nostro territorio, in particolare della Dop del Pecorino delle Balze Volterrane, recentemente riconosciuto quale Denominazione di Origine Protetta, ma già insidiata da accordi internazionali come quello del Ceta con il Canada». Così il sindaco di Volterra Marco Buselli in una lettera inviata al Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Maurizio Martina. «La nostra città ed il nostro territorio stanno puntando su produzioni di qualità e crediamo che il futuro, in una chiave di sostenibilità e sviluppo, sia in questa dimensione - prosegue la lettera - Abbiamo perciò approvato, come Consiglio Comunale, un Ordine del Giorno di Coldiretti in proposito, che alleghiamo alla presente.

Sono disponibile a venire a Roma, con una delegazione del Consorzio di produttori, per illustrarle di persona i problemi che si determinerebbero riguardo a questo tema, con la piena operatività dell'accordo di libero scambio. L'occasione – conclude Buselli - mi è gradita per invitarla a Volterra».

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