Centro Storico: cittadini disegnano la via, oggi uno scarabocchio

Oggi è solo un brutto scarabocchio di quel che vorrebbero i residenti ed alcuni commercianti ed artigiani storici

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 giugno 2016 18:01
Centro Storico: cittadini disegnano la via, oggi uno scarabocchio

"Via Palazzuolo sarebbe splendida se..." una frase che i cittadini pronunciano già da alcuni anni sia i residenti sopravvissuti alle scorribande notturne e diurne che molti artigiani che per numero e qualità avrebbero poco da invidiare a quell'Oltrarno fucina di talenti.Oggi, davanti al piano di riqualificazione che accompagna la vendita del Monte di pietà, dove sorgerà prossimamente una struttura ricettiva, i cittadini sono sgomenti e preoccupati. Si parlerebbe di pavimentazione senza pensare a quelle che sono le problematiche sociali segnalate da anni. Preoccupa altrettanto che la Relazione della Commissione Ambiente parli di strada dalla vocazione multietnica e multiculturale che sarebbe sorta per effetto della residenza o delle attività commerciali multietniche che, naturalmente, si sono concentrate in tale zona.

Parole che hanno generato amara ilarità lungo quella caratteristica via che un tempo ospitava il passaggio pasquale del Brindellone, prima che persino il Carro dello Scoppio non decidesse di transitare altrove.

Palomar, il Comitato di via Palazzuolo, forse a seguito della costituzione formale di un gruppo civico, riconosce oggi l'interesse riscosso da parte di Palazzo Vecchio. I portavoce dichiarano "Siamo grati di essere presenti in ordini del giorno, e grati anche che l’occasione della vendita del Monte di Pietà abbia fornito i fondi per realizzare una riqualificazione nelle nostre zone. Tuttavia, malgrado i molti punti su cui concordiamo come la ripavimentazione, la biblioteca, i fondi alle start-up giovanili, o meglio a quelle “sane”, dobbiamo rilevare come grave limite del documento un’assenza completa di analisi e proposte sulla attuale situazione di via Palazzuolo".

Sembrerebbe un controsenso. Una gratitudine sarcastica? "Dal documento - proseguono - la realtà della nostra strada resta fuori, lontana. Sembra che le proposte muovano non da una situazione reale coi suoi conflitti e i suoi problemi storici irrisolti, ma come se Palazzuolo fosse una tabula rasa su cui costruire ex novo, e non un complesso pezzo di territorio urbano con una sua definita e forte fisionomia, che, almeno in parte, va destrutturata per migliorare la situazione. Questa carenza del documento non è un problema di stile, ma rappresenta un limite della stessa visione politica.

Non c’è comprensione ampia di tutto ciò che in via Palazzuolo esiste: i problemi vivissimi e aperti di un tessuto sociale disgregato e ghettizzante, situazione anomala nel centro storico fiorentino. Il documento manca di un’analisi urbanistica convincente adeguata all’emergenza, che renda chiari quali sono i problemi e che individui le direttrici per risolverli e i fondi per farlo".

Queste alcune delle riflessioni proposte dai cittadini: "Minimarket e dintorni: un tessuto commerciale costituito prevalentemente da minimarket e centri di vendita di alcolici a basso prezzo sorti recentemente, che spesso non hanno neanche gli spazi per ospitare i loro clienti, che infatti si riversano sulla strada.  Non sono una presenza positiva per la nostra zona: creano ubriachezza molesta, vendono alcolici fuori orario, in molti casi in questi negozi non sembra esserci relazione fra introiti e costi e ci domandiamo di cosa campino, come paghino gli affitti dei fondi che occupano.

A nostro modesto parere, sarebbe invece il caso di saperlo. Che si vuole fare? Il presidente del Quartiere 1, Sguanci, ha sostenuto pubblicamente tempo fa nella Chat “Quartieri di Firenze” che l’Ordinanza di Nardella avrebbe avuto un valore retroattivo. Chiediamo all’amministrazione conferma piena di questa affermazione del presidente. Ci chiediamo poi come diventerebbe possibile chiudere certi minimarket: quali le modalità? quali i tempi? servendosi di quali strumenti giuridici? in base a quale scelta? In altre parole vogliamo sapere cosa succederà ai minimarket già esistenti".

Controlli. "I controlli li abbiamo avuti solo dopo i reati, come è accaduto dopo il tentato omicidio al Bar Rossini nell’agosto della scorsa estate. Non chiediamo una militarizzazione della zona, ma controlli sul tessuto urbanistico, per essere sicuri che le leggi vigenti vengano rispettate da tutti. Vogliamo che l’amministrazione si occupi di affittanze, B&B, esercizi commerciali, fondi: controlli igienici, regolarità delle affittanze, tasse, merceologia adeguata. In molti casi le regole vigenti non sono state rispettate per niente, come sapete bene dai pochi controlli che avete effettuato".

 "Per la Sala Scommesse nei pressi della Scuola Materna Comunale “Rucellai”, chiediamo che ci sia un impegno preciso da parte dell’amministrazione comunale per fare pressione sulla Regione Toscana, affinché la legislazione vigente muti e venga colmato finalmente il vuoto legislativo che riguarda le Sale Scommesse, attualmente indenni da qualunque provvedimento di incompatibilità con istituzioni sensibili del territorio in cui vengono collocate (scuole, luoghi di culto, ecc.), al contrario delle Sale Giochi per cui queste incompatibilità sono in vigore. Per la Sala Scommesse di via Palazzuolo, Palomar auspica semplicemente la chiusura a termini di legge, data la sua ubicazione così vicina a istituzioni educative come la scuola “Rucellai” e la Ludoteca comunale"."Discoteca Space Electronic. Così si legge nel sito dello Space “Lo Space Club è APERTO 7 giorni su 7 (a parte rare eccezioni).

Divertimento a 360° con le nostre nottate folli! Lo Space Club non vi abbandona, mai! LA PIU' GRANDE PISTA DA BALLO DEL CENTRO STORICO. Orario : tutti i giorni dalle 22 alle 04 del mattino”. Sappiamo bene che lo Space è una realtà ormai storicizzata nel centro storico fiorentino e luogo d'incontro di generazioni, ma la sua natura è da più di un decennio cambiata. Ora è luogo d'incontro di giovani e giovanissimi allievi stranieri delle tante scuole/accademie/università straniere in Florence che attira, per questa ragione, l'arrivo di altrettanti giovani e giovanissimi dall'hinterland e oltre.

Si osserva che dal loro arrivo in zona questi ragazzi cercano, e trovano, i nostri minimarket dove acquistare vino e superalcolici a basso prezzo, in modo da sballarsi ben bene ed essere pronti al decollo in pista. Accanto, per strada, si aggirano figure dai volti noti per vendere stupefacenti di vario tipo. La via è poi completamente occupata dalla corposa fila di questi clienti tenuti a bada da buttafuori, gli uni e gli altri schiamazzanti. Sul piano stradale, vengono aperti delimitatori per le file, lunghi a seconda del bisogno. Quello che succede all'uscita compare, nei ripetuti casi estremi, sulla cronaca di Firenze, mentre nella “quotidianità” vediamo ragazze/i e non solo, ubriachi sui marciapiedi, che schiamazzano e infastidiscono passanti e residenti, urinano, vomitano, si lasciano andare a ogni sorta di azione.

E tale spettacolo investe tutte le strade limitrofe, da via de' Canacci, via Benedetta, via Porcellana, Piazza San Paolino per fermarsi alle limitrofe, dove tutti si rifugiano per fare i loro comodi".

Ztl. "Da circa un decennio chiediamo invano il rispetto di tutta la zona ZTL tra Palazzuolo e limitrofe (attualmente zona B, ex zona D). Non ci pare che le proposte di Maurizio Sguanci portate alla nostra assemblea pubblica del 24 maggio scorso realizzino questo rispetto integrale di tutta la ZTL. L'annuncio del Presidente Sguanci ha riguardato l'installazione di una (sola) porta telematica a tutela della nostra zona di ZTL, messa all'angolo tra via Palazzuolo e via Santa Lucia/Orti Oricellari, con conseguente cambio di direzione di marcia per il tratto di via Palazzuolo tra tale incrocio e via Maso Finiguerra, con cambio di direzione di marcia per via dell'Albero ed eliminazione del doppio senso di marcia in via Maso Finiguerra. Tale proposta non solo è poco sensata e assai complicata da un punto di vista logistico, ma non risolve i problemi della zona, se non per un breve tratto di strada, poiché non copre l'effettiva zona di ZTL per la quale il controllo delle porte telematiche viene chiesto. Resterebbero infatti scoperte via Santa Lucia e via degli Orti Oricellari, sulle quali si riverserebbe l'intero traffico con conseguente intasamento delle strade ed aumento, per l'intera zona di inquinamento e polveri sottili.Molto più semplice ed efficace sarebbe, ed è questa la nostra proposta, che la porta venisse installata all'inizio di via Santa Lucia, come era già stato previsto qualche anno addietro, così da chiudere effettivamente l'intera zona ZTL e, senza dover cambiare senso di marcia a via Palazzuolo.

A questo fine, basterebbe procedere con i suddetti punti, ovvero il cambio di direzione di marcia per via dell'Albero, ad uscire su via della Scala, e l'eliminazione del doppio senso di marcia in via Maso Finiguerra, rimanendo il senso ad uscire su via Borgognissanti, con conseguente possibilità di ricavare posti auto per il parcheggio di noi residenti".

Inquinamento. "Ci preoccupa molto che il testo della Commissione Ambiente del Quartiere 1 non contenga una sola parola a questo proposito. Si pensa che il problema non esista o è una tematica troppo complessa per essere affrontata? Eppure si dovrebbe mettere in agenda questo aspetto come prioritario, proprio perché riguarda la salute di tutti. Il minimo sarebbe installare una centralina per misurare l’intensità delle polveri fini qui da noi e poi occuparsi di questo bene comune che è l’aria che respiriamo.

Via della Scala, per esempio, su cui affaccia la scuola francese Victor Hugo, è per molte ore del giorno una fila ininterrotta di autobus, pullman, auto". Ghetto e multiculturalità. "Ci preoccupa altrettanto che la Relazione della Commissione ambiente (presieduta da Lian Pellicanò) constati qui da noi “una vocazione multietnica e multiculturale” che sarebbe sorta “per effetto della residenza o delle attività commerciali multietniche che, naturalmente, si sono concentrate in tale zona”. Non è andata affatto così, come ci sgoliamo a dire da anni.

Non è stato un processo “naturale”, come la pioggia. I migranti e i loro esercizi commerciali sono confluiti nella nostra zona per effetto di processi complessi e quasi mai conosciuti e governati dall’amministrazione. Il risultato è che oggi via Palazzuolo assomiglia più a un ghetto che al Bengodi descritto nel documento! Ma che film avete visto? Al contrario di quel che la Commissione Ambiente descrive, i rapporti tra abitanti e stranieri qui da noi sono rarefatti, all’insegna dell’invisibilità reciproca e di una reciproca sopportazione.

I locali degli stranieri sono quasi esclusivamente minimarket di alcolici a basso prezzo. La presunta “vocazione alla multiculturalità” per ora almeno in via Palazzuolo non c’è, non più di quanta ce ne sia in via Tornabuoni o in piazza dei Ciompi o al Carmine. E’ proprio qui da noi che l’integrazione registra il suo pieno fallimento, a parte il generoso volontariato degli Anelli Mancanti, il book-crossing della parrocchia, il lavoro ottimo della Caritas. Chi abbia occhi per guardare, qui vede, e bene, come il dialogo tra le culture non possa consistere nella sola presenza fisica sullo stesso tratto di strada.

Va capito anche che il “modello” di integrazione fallimentare di via Palazzuolo è il frutto di un assenteismo pluriennale della politica nel governare i processi legati alle migrazioni nella nostra città. La politica ha delegato troppo: alla Caritas, ai giovani volontari, alle Ronde della Carità, ai volontari degli Anelli Mancanti. Ha delegato un compito che avrebbe dovuto assumere in prima persona".

Governano i soldi. "Venite e guardatevi intorno: fatevi la domanda e datevi la risposta: chi ci sta guadagnando da via Palazzuolo così come è oggi? Abbiamo descritto molte volte la situazione: ci sono intanto gli spacciatori. Quando lo spaccio è sbarcato nella nostra zona, alcuni anni fa, è stato ad opera di un gruppetto di spacciatori eritrei. Poi questi hanno lasciato il campo a nordafricani: non vivono qui, ci vengono solo per delinquere, usano come punto d’appoggio alcuni locali della zona, spesso segnalati, che danno loro ricovero e si rendono in un certo senso disponibili ai traffici dello spaccio. Gli spacciatori si mimetizzano con le comunità somale ed eritree che invece non delinquono e semplicemente passano lunghi pomeriggi lungo i marciapiedi di via Palazzuolo.

Confondere i due gruppi, assimilandoli, non risponde a verità e genera xenofobia. Ma l’aggregarsi delle comunità di migranti-non-delinquenti sul territorio, è un tema che dovrebbe essere preso in carico dall’amministrazione a livello più generale, non solo per via Palazzuolo. Non si esce da questo processo di dis-integrazione sociale accentuando la concentrazione di migranti su un territorio solo: il nostro. In tal modo questa fisionomia ghettizzata aumenterebbe.Le lodevoli agenzie di integrazione dei migranti previste dalle proposte per via Palazzuolo dal C.d.Q.

1 (scuola di italiano per stranieri, scuola di formazione per stranieri; biblioteca internazionale; internet point… ci mancassero!), vanno benissimo, ma non concentrate in via Palazzuolo. Ci vogliono altre idee e una programmazione meno fumosa: soprattutto inclusiva, per tutti, non “per gli stranieri”. La logica del “giacché lì sono lasciamoceli stare” è il contrario di una progettazione efficace per cambiare le cose. Sarebbe poi necessario, a proposito delle proposte della Mozione chiarire bene “chi fa che cosa”: quale cooperativa, con quale profilo? e con quali e quanti fondi?".

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