Centro di Firenze, la Pensilina recuperata: Vergognatevi

Perse le tracce negli anni '70, poi il ritrovamento nel 2010 ed il restauro nel 2014. Dal 2015 è tornata al suo posto. Oggi è una vergogna

Antonio
Antonio Lenoci
07 novembre 2016 14:36
Centro di Firenze, la Pensilina recuperata: Vergognatevi

Negli Album di Vecchia Firenze Mia la struttura, rimasta per oltre 30 anni nei depositi di via Villamagna, è immortalata nella sua lunghezza originale, quando era usata come riparo e quando le auto avevano già avuto la meglio sull'ampio piazzale del Mercato di San Lorenzo. Oggi fiorentini e turisti possono ammirarla nel vergognoso stato in cui versa, accanto a magliette dei calciatori esposte nel Mercato storico che dovrebbe offrire solo prodotti tipici, invasa da biciclette allucchettate in disordine, evitata anziché fotografata.

Una schifezza, insomma. A nulla sono valse le nostre segnalazioni nei mesi passati.Per una città che si illude di conservare il Patrimonio dell'Umanità come un bene prezioso da trasferire alle generazioni future, il recupero del manufatto in legno e ghisa di piazza del Mercato Centrale rappresenta una sonora sconfitta.

Nel 2010 la Giunta di Palazzo Vecchio guidata da Matteo Renzi ha previsto una spesa di 300mila euro per la riqualificazione del Mercato di San Lorenzo, nel progetto anche il ritorno della pensilina in ghisa. Progetto messo in opera dall'allora vicesindaco Dario Nardella e portato a compimento nel 2014.Un plauso per l'Amministrazione comunale che si è impegnata in questa operazione, purtroppo vanificata dalla totale assenza di rispetto da parte dei cittadini e dalla mancanza di idee che hanno abbandonato il bene a se stesso senza proporne un uso adeguato o promuoverne la valorizzazione.

Nata al tempo di Firenze Capitale d'Italia e sparita negli anni '70 la pensilina in ghisa di San Lorenzo era una pertinenza caratteristica dell'enorme struttura mercatale oggi rilanciata a livello di location enogastronomica toscana.Numerosi beni di Firenze sono finiti in deposito e non se ne è saputo più nulla: tra questi anche il Porto Leopoldino rinvenuto in riva d'Arno e mai più visto nonostante la promessa di riposizionarlo alle Cascine. Se queste sono le premesse ed il metodo di conservazione dei beni recuperati, è bene che i depositi si riempiano ancora affinché la vergogna si possa sfogare in altro modo.

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