Careggi, Pronto Soccorso ingolfato dalle influenze

Spotti: “Una supermacchina, ma senza posti letto rischia di ingolfarsi. Non accettiamo di vedere pazienti in pronto soccorso per più di 24 o 48 ore”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
09 gennaio 2018 15:17
Careggi, Pronto Soccorso ingolfato dalle influenze

“Il nuovo DEAS di Careggi è una supermacchina, ma se poi non c’è il personale per gestirla a pieno e non ci sono i posti letto dove trasferire i pazienti trattati, rischia di ingolfarsi” denuncia Mauro Spotti, segretario generale della Funzione Pubblica Cisl di Firenze e Prato, che torna a puntare il dito contro i problemi del sistema di pronto soccorso dell’azienda ospedaliera più grande della Toscana, evidenziati dal picco influenzale invernale.

“Il Deas – spiega Spotti - è come la parte larga di un imbuto, che accoglie tutti, ma la mancanza di posti letto per i tagli fatti nel tempo a Careggi rappresenta un collo di bottiglia troppo stretto, che rischia di far tracimare il flusso.”“Il personale infermieristico – continua - è costretto a lavorare in situazioni di non sicurezza quando deve tamponare picchi di pazienti, con gravi rischi per l’assistenza erogata. Come abbiamo sostenuto più volte, la nuova struttura del DEAS non basta a risolvere i vecchi problemi, che si protraggono da anni, nei flussi del ‘sistema pronto soccorso’.

Ampliare solo la struttura e accorpare i vari Pronto soccorso è stata solamente una soluzione palliativa.”“A nostro giudizio – afferma il Segretario Fp-Cisl - è necessario agire sull’organizzazione dei percorsi assistenziali dei pazienti, garantire il ricovero a chi lo necessita, garantire i livelli di cura e assistenza, creare un flusso continuo di entrata e uscita dal ‘sistema pronto soccorso’ senza effetti imbuto. Lo abbiamo chiesto, ma ancora siamo rimasti inascoltati dalla Direzione, come in molte altre situazioni.

Ad oggi questi flussi sono ancora interrotti da una mancata programmazione e gestione dei posti letto. La politica delle riduzione dei posti letto e degli accorpamenti dei reparti fatta senza mai ascoltare i professionisti che rappresentiamo produce purtroppo questi effetti per l’assistenza.”“Noi però – prosegue Spotti - ci rifiutiamo di vedere pazienti che rimangono in Pronto soccorso oltre le 24/48 ore e restare in silenzio. Vogliamo fornire un’assistenza di qualità, con i tempi giusti, prenderci cura delle persone, per aiutarle, assisterle, orientarle e guidarle, come recitano le linee guida regionali.

Vogliamo debellare le infezioni, nuova piaga dentro gli ospedali, e per far questo occorre dare il tempo al personale di fare assistenza secondo le linee guida. Per certi capitoli i soldi vengono trovati e spesi, i costi del personale non sono uno spreco ma un investimento per la sicurezza, la qualità dei servizi e un’assistenza personalizzata che migliori la cura al cittadino.”

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