Carceri: ancora due morti suicidi a Grosseto e Lucca

I detenuti (dato giugno 2016) sono 3211 (affollamento 94,27%) di cui 1496 stranieri (il 46,59% dei detenuti). Baccelli, Giovannetti e Scaramelli (Pd): "Garantire dignità della pena e diritto alla salute"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 settembre 2016 22:54
Carceri: ancora due morti suicidi a Grosseto e Lucca

FIRENZE – Ancora due morti in carcere in Toscana, ieri l'altro a Grosseto e la scorsa notte a Lucca. Due suicidi.

«I suicidi sono la più drammatica espressione di un’emergenza di cui sono complici il sovraffollamento delle carceri, l’uso indiscriminato della soluzione detentiva per affrontare problemi di natura sociale e psichica, la presenza massiccia di persone in attesa di giudizio che si trovano a vivere una condizione in cui sono totalmente assenti stimoli alla crescita personale e requisiti essenziali di vivibilità». A sottolinearlo Lauro Mengheri presidente dell’Ordine degli psicologi della Toscana in seguito ai due ultimi episodi di suicidio nelle carceri toscane.

La Toscana è la regione con il numero più alto di fenomeni di autolesionismo in carcere (1047 episodi) e di tentati suicidi sventati dagli agenti (112). I suicidi nel 2015 in Italia sono stati 43, 25 fino ad agosto 2016, 10 quelli degli agenti di custodia. In 15 anni i detenuti suicidatisi in Italia sono saliti a 912, e oltre 100 sono stati i suicidi tra il personale di polizia penitenziaria. In Toscana sono 18 gli istituti penitenziari per una capienza regolamentare di 3406 persone. I detenuti (dato giugno 2016) sono 3211 (affollamento 94,27%) di cui 1496 stranieri (il 46,59% dei detenuti). In Toscana nel 2015 erano 415 i detenuti in attesa di primo giudizio, 271 condannati non definitivi e appellanti 271 e 148 ricorrenti.

I condannati definitivi 2297, 113 gli internati. E’ questa la fotografia attuale realizzata dal Gruppo di Lavoro di Psicologia Penitenziaria dell’Ordine degli Psicologi della Toscana, istituito nel 2014 per rispondere ad alcune problematiche che colpiscono i professionisti operanti nel contesto inframurario nonché i detenuti. «Una realtà – spiega Benelli referente del gruppo di lavoro psicologia penitenziaria - che spesso finisce per mettere a repentaglio il benessere delle persone che vivono in questo contesto».

In Italia ci sono 450 psicologi che lavorano nelle carceri, fanno sostegno, interazione fra i detenuti, diagnosi, esperti ex art. 80 e psicologi delle ASL che lavorano negli istituti penitenziari.

La situazione del sovraffollamento al 2016

Arezzo (capienza 101) ci sono 27 detenuti, ad Empoli (capienza 19) i detenuti sono 19, a Firenze (Mario Gozzini 90 di capienza) e 79 detenuti, Firenze (Sollicciano 495 di capienza) 691 detenuti, Grosseto (capienza 15) detenuti 26, Massa Marittima (capienza 48) detenuti 36, Livorno (capienza 385) detenuti 249, Livorno Gorgona (capienza 87) detenuti 51, Porto Azzurro (capienza 363) detenuti 228, Lucca (capienza 91) detenuti 107, Massa (capienza 170) detenuti 182, Pisa (capienza 217) detenuti 260, Volterra (capienza 187) detenuti 147, Prato (capienza 613) detenuti 667, Pistoia (capienza 57) detenuti 19, San Gimignano (capienza 235) detenuti 335, Siena (capienza 58) detenuti 57.

"Casi come questo, così ravvicinati, non possono essere casuali – commenta il presidente della Toscana, Enrico Rossi – e dimostrano che l'emergenza carceri è tutt'altro che finita". "Se in un luogo che deve essere di sicurezza ci si può liberamente infliggere la morte – prosegue - , è evidente che c'è una contraddizione nella stessa definizione di carcere. Soprattutto vuol dire che ancora lunga è la via per un carcere che sia umano e che persegua in modo efficace e equilibrato l'obiettivo costituzionale delle rieducazione. A margine di una conferenza stampa sulla variazione di bilancio, Rossi annuncia così ai giornalisti che parlerà con i sindaci e affronterà il problema anche con i direttori delle Asl interessate, affinché le aziende facciano le verifiche necessarie sulla vivibilità all'interno degli istituti.

"E' il secondo suicidio in due giorni in un carcere toscano, a Lucca subito dopo Grosseto. Ognuno di questi tragici eventi, che si ripetono con una frequenza inaccettabile, rappresentano una sconfitta per lo Stato e le istituzioni. Per questo, insieme al cordoglio per il 28enne impiccatosi nel carcere di Lucca, vogliamo rilanciare con forza la questione delle condizioni dei nostri istituti, nei quali i detenuti devono poter scontare la propria pena in maniera dignitosa e con la possibilità di usufruire di progetti di recupero e reinserimento sociale, di lavorare, e di veder garantito il proprio diritto alla salute.

Su questo serve un impegno congiunto da parte del Governo, della Regione, del Garante dei diritti dei detenuti, insieme al terzo settore e agli enti locali. Ognuno dovrà fare la propria parte perché la detenzione in Toscana sia realmente orientata alla rieducazione e non un luogo sofferenza, malattia e addirittura di morte" - dichiarano i consiglieri Pd lucchesi Baccelli e Giovannetti.

"Apprendiamo del suicidio nel carcere di Lucca mentre, come Commissione sanità, ci troviamo in visita al carcere di Porto Azzurro con i colleghi Pd Ciolini, Sostegni e Anselmi. Con il cordoglio per le due tragiche morti inizia il giro istituzionale di visite nei penitenziari della Toscana. Sul fronte della situazione carceraria ci impegneremo a fondo, ecco perché l'invito a partecipare alle visite istituzionali era rivolto a tutti i rappresentanti dei cittadini, per consentire a chiunque di conoscere e analizzare le condizioni di vita nelle carceri.

In tal senso va anche la risoluzione della Commissione, recentemente approvata, che prevede l’incremento delle possibilità di usufruire di pene alternative alla detenzione. L'impegno è a vedere da vicino i problemi delle diverse realtà, così come ad approfondire, laddove esistono, le buone pratiche. Anche dal punto di vista sanitario, l'incidenza di patologie sui detenuti in alcune realtà è alta rispetto alla media e troppo spesso si sente parlare di condizioni non dignitose. Questo non è accettabile, è un dovere delle istituzioni tutelare la salute dei detenuti, adottare trattamenti rispettosi del senso di umanità e far uscire persone in grado di reinserirsi nella società.

Le prossime visite della Commissione saranno nelle carceri di Grosseto e di Lucca" - ha dichiarato il presidente della commissione Sanità Stefano Scaramelli (Pd).

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