Carabinieri: alla Baldissera hanno dimenticato Salvo D'Acquisto?

Putiferio sulla bandiera del II Reich usata oggi dai neonazisti ed esposta in caserma, a 75 anni dal giuramento a Firenze del vice brigadiere dei Carabinieri fucilato dall'esercito tedesco e Medaglia d'oro al valor militare

Nicola
Nicola Novelli
03 dicembre 2017 22:53
Carabinieri: alla Baldissera hanno dimenticato Salvo D'Acquisto?

FIRENZE- Il 15 dicembre 1942 il 22enne Salvo D'Acquisto usciva dalla Scuola Allievi Sottufficiali Carabinieri di Firenze con il grado di vice brigadiere. Fu destinato alla stazione dei Carabinieri di Torrimpietra, a qualche decina di chilometri da Roma, dove, nove mesi dopo, il 23 settembre 1943, si sarebbe sacrificato eroicamente per salvare 22 civili destinati alla fucilazione dalle truppe tedesche. Per questo il Carabiniere è stato insignito alla memoria della medaglia d'oro al valor militare.

Esattamente 75 anni dopo, proprio a Firenze, si scopre che all'interno della caserma Antonio Baldissera sul Lungarno Pecori Giraldi, Carabinieri, che dovrebbero operare con il modello di riferimento di Salvo D'Acquisto, espongono invece sulla parete della camerata una bandiera già in uso alla Marina imperiale tedesca, ma adesso utilizzata in Germania da gruppi neonazisti.

Com'è stato possibile un simile oblio negazionista in una caserma dell'esercito italiano?

Una domanda a cui deve dare una risposta il Generale di Brigata Nicola Massimo Masciulli, da appena dieci giorni nuovo comandante della Legione Carabinieri “Toscana” e quindi responsabile anche della caserma Antonio Baldissera. Una risposta che è l'occasione per una profonda riflessione, che evidentemente, prima dell'arrivo del generale Masciulli non era stata fatta.

La risposta -ci permettiamo di suggerire- potrebbe essere proprio l'organizzazione, insieme alle autorità civili e militari di Firenze, di una degna cerimonia di celebrazione del 75° anniversario del giuramento alla bandiera dell'Allievo sottufficiale Salvo D'Acquisto. Quel Tricolore a cui il carabiniere di Napoli rese onore sino all'ultimo secondo di vita, quando, da solo in piedi in una fossa comune, fece in tempo a gridare "Viva l'Italia" mentre la scarica dell'arma automatica di un soldato tedesco portava a termine la sua esecuzione.

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