Camere di Commercio: 200 posti di lavoro a rischio

Venerdì 5 febbraio a Firenze (Sant'Apollonia 9,30-13) un'assemblea dei lavoratori. Cenni (Pd):“Sulla tutela dei dipendenti delle unioni regionali il Ministero chiarisca”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 febbraio 2016 00:17
Camere di Commercio: 200 posti di lavoro a rischio

La situazione dei lavoratori delle Camere di Commercio è in un momento delicato e decisivo. Il Consiglio dei ministri varerà a breve il decreto in attuazione della Delega prevista dall'ART.10 della legge 124/2015. “In base alle bozze in nostro possesso - spiegano Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl Toscana - il decreto delegato prevederebbe esplicitamente di compensare i risparmi di spesa attraverso una riduzione del 15% del personale, che diventerebbe del 25% per le Camere di commercio accorpate. Si tratterebbe quindi di un esubero di circa 1000 unità sulle quasi 7000 oggi impiegate direttamente dalle Camere di Commercio. Nel caso della Toscana i posti di lavoro concretamente a rischio sono circa 200 su 700 dipendenti del sistema camerale”. 

Negli scorsi giorni la tre sigle hanno proclamato anche in Toscana lo stato di agitazione dei lavoratori delle Camere di Commercio. In questo quadro, è stata convocata dai sindacati l'Assemblea Regionale dei lavoratori delle Camere di Commercio per venerdì 5 febbraio dalle 9.30 alle 13 presso l'Auditorium di Sant'Apollonia di Firenze, alla quale sono invitati il Presidente della Regione Enrico Rossi, i capigruppo in Consiglio regionale, il Presidente della commissione regionale competente e i parlamentari eletti in Toscana.

Un’interrogazione al Ministero per la semplificazione e la pubblica amministrazione per chiarire quali tutele saranno assicurate ai dipendenti delle Unioni regionali delle Camere di Commercio coinvolte nel processo di riordino del sistema camerale. A interessarsi della delicata situazione che coinvolge circa 230 dipendenti in tutta Italia, è la parlamentare toscana del Pd alla Camera, Susanna Cenni, che ha presentato un’interrogazione al Ministero per la semplificazione e la pubblica amministrazione, in cui rappresenta la preoccupazione segnalata dai sindacati, rispetto a quanto trapelato delle bozze del decreti attuativi, in modo particolare sull’applicazione ai dipendenti delle Unioni regionali delle norme che riguardano il pubblico impiego e le disposizioni di mobilità e tutela relative che afferiscono alle società partecipate. “Stiamo seguendo – ha detto Cenni – la situazione con attenzione.

Anche in attesa del testo del Decreto del Governo sul riordino complessivo del sistema camerale in attuazione della riforma Madia. Siamo in presenza di competenze e professionalità preziose per l'economia e le imprese, occorre che la riforma non lasci soli questi lavoratori, e che non si lasci spazio a singole interpretazioni da parte delle varie realtà locali." “Ricordo che le unioni regionali sono i referenti principali delle camere di commercio nei confronti delle regioni – prosegue Cenni - Svolgono funzioni di coordinamento delle attività delle singole camere e si occupano di questioni di interesse comune, come le iniziative, i servizi, le strutture e le infrastrutture per lo sviluppo dell'economia regionale.

Curano, inoltre, studi e ricerche e organizzano congressi e comitati. Partecipano, inoltre, a enti e consorzi assicurando i collegamenti con i servizi delle camere associate. Funzioni importanti e professionalità da salvaguardare, garantendo anche per questa categoria di lavoratori le clausole di salvaguardia del personale nel comparto pubblico e quindi l’accesso di tutti gli strumenti di salvaguardia previsti per il personale delle Camere di Commercio. A tale proposito, avendo incontrato anche un delegazione dei lavoratori della camera di commercio del mio territorio, ritengo che occorra dare certezze a tutti questi lavoratori”.

In evidenza