Burocrazia vs Lavoro: se accetta il posto perde la qualifica

 Recce: “Burocrazia primo nemico per rilanciare il lavoro dei giovani e uscire dalla crisi.”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
29 giugno 2016 20:47
Burocrazia vs Lavoro: se accetta il posto perde la qualifica

La storia incredibile arriva dalla Toscana. Una ragazza che frequenta un corso professionale sostenuto attraverso il fondo previsto per i disoccupati, durante le lezioni riceve una proposta di lavoro; non può accettarla, pena la perdita dell'attestato.

“Non bastasse la crisi che ha portato la disoccupazione giovanile italiana ai livelli più alti d’Europa, ci si mettono anche le rigidità burocratiche/normative a bloccare le assunzioni. Se vogliamo far ripartire l’Italia e la Toscana sono questi i primi ostacoli da abbattere e tocca in primo luogo a istituzioni e politica farlo" commenta il segretario generale aggiunto della Cisl Toscana, Ciro Recce, che prende spunto da un caso concreto con cui si è confrontata la Cisl.

“La storia – racconta Recce – è quella di una 17enne (la chiameremo Martina, ma è un nome di fantasia) che a 16 anni ha lasciato la scuola che frequentava e si è iscritta ad un corso per estetista/operatore del benessere per ragazzi drop-out: 2100 ore in due anni delle quali 630 da svolgersi in stage aziendali.”Martina riesce ad archiviare il “fallimento” scolastico ritrovando fiducia in sé stessa ed entusiasmo nella nuova dimensione più pratica del corso professionale, con buoni risultati sia nelle ore delle materie professionali che in quelle dedicate al recupero delle competenze di base.

Poi inizia il primo periodo di stage con 315 ore in un vero centro estetico. La responsabile del centro è tanto contenta di lei che le propone alla fine dello stage un contratto di apprendistato di primo livello.“Una storia perfetta insomma – dice Recce - dove tutti sono felici, dove il sistema formativo e di avviamento al lavoro ha funzionato al meglio e i soldi pubblici sono stati davvero spesi bene. E qui entra in scena la contorta burocrazia normativa italiana che, come la strega delle fiabe, fa saltare il lieto fine.

Il corso che Martina sta frequentando infatti è finanziato attraverso Garanzia Giovani, il piano di investimenti del governo che dovrebbe servire a facilitare l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. Per poter accedere – e rimanere – all’interno di questo finanziamento bisogna essere inoccupati, perciò la nostra Martina adesso si trova incredibilmente davanti ad un bivio che la vede comunque perdente: se sceglie di accettare la proposta del contratto di apprendistato dovrà lasciare il corso e non arrivare al conseguimento della qualifica professionale di estetista, se invece deciderà di proseguire il percorso fino alla fine dovrà rinunciare alla proposta di lavoro.

Con buona pace del sistema duale che dovrebbe favorire percorsi integrati di formazione e lavoro.”

In evidenza