Bomba di Capodanno: il pestaggio on line del poliziotto ferito

Rievocati on line i suoi precedenti penali per sminuirne il sacrificio

Nicola
Nicola Novelli
06 gennaio 2017 21:41
Bomba di Capodanno: il pestaggio on line del poliziotto ferito

Cosa c’entra la bomba di Capodanno alla libreria di Casapound con i precedenti penali dell’artificiere rimasto gravemente ferito nell’esplosione? Niente. Tuttavia un sito di Firenze rievoca la vicenda di 15 anni fa che vide lo stesso poliziotto protagonista di un pestaggio nella Questura di Pistoia e conclude l’articolo “attenzione a celebrare nuovi eroi. Mario Vece non lo era e non lo è diventato dopo quella bomba”.

Tanto che un altro sito, intitolato “Proletari Comunisti”, si sente in diritto di domandare “Perchè la stampa borghese non dice tutto sull'"eroe" di Firenze?”. Ma è proprio grazie alla stessa “stampa borghese” se la notizia della condanna penale del poliziotto è ancora disponibile on line dopo 15 anni.

Allora?

La verità è che Mario Vece, per le lesioni provocate in concorso con altri colleghi a quattro ragazzi pistoiesi e la falsificazione del verbale, fu arrestato, patteggiò una condanna a 14 mesi, passata in giudicato, e subì un trasferimento disciplinare. E forse per questo ricostruì la sua carriera come artificiere e 15 anni dopo è caduto vittima nell’adempimento del dovere, perdendo un occhio e una mano. Forse la sua mano e il suo occhio valgono meno a causa dei suoi precedenti penali? Secondo noi no. Crediamo che l’inviolabilità della persona umana sia un valore sacro per ogni individuo, sia che di cognome faccia Magherini, piuttosto che Vece. E che l’abbandono della legge “occhio per occhio” sia una conquista della civiltà umana.

"Quanto accaduto la mattina del 1 gennaio a Firenze è un fatto gravissimo: una bomba per strada nella nostra città la mattina di Capodanno -interviene sullo stesso argomento consigliere Mario Razzanelli (Forza Italia)- Un atto terroristico di matrice politica con il chiaro intento di fare del male, che ha procurato ferite gravissime a un poliziotto, che dovrebbe suscitare lo stesso sdegno del gesto di Casseri, la stessa unanime mobilitazione, la stessa netta presa di distanza, la stessa condanna inequivocabile e gridata a gran voce da tutte le parti politiche, perché una bomba non può e non deve avere colore politico e non esiste una bomba meno grave di un’altra.

Se su questo non siamo tutti unanimemente concordi allora non meritiamo il ruolo pubblico che rivestiamo. Leggo invece articoli giornalistici condivisi da esponenti politici che pure siedono nei banchi del consiglio comunale di Firenze che mettono in relazione la bomba in Via Leonardo da Vinci, il ferimento gravissimo di un poliziotto con il suo coinvolgimento anni addietro in un processo per lesioni ai danni di 4 ragazzi. Non capisco il nesso logico, quale sia il rapporto di causa effetto tra i due eventi.

Quella bomba avrebbe potuto uccidere chiunque. Sminuirne la gravità solo perché secondo chi scrive o chi legge la vittima è meno degna è un ragionamento che sottende un’ideologia faziosa. Quell’informazione in quel contesto non solo non ha nessuna utilità pubblica ma fomenta l’odio e prova ne sono le decine di commenti stupidi e violenti che leggo sui social sull’argomento. E se è vero che non è compito della politica intervenire su questioni deontologiche che dovrebbero essere di competenza degli ordini professionali di competenza, è invece nostro preciso compito non avvallare e in nessun modo prestare il fianco a simili pericolose strumentalizzazioni".

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