Bolkestein: bandi per il commercio ambulante rimandati a fine 2018

Approvata a larga maggioranza mozione Stella-Donzelli: “Tutti i Comuni toscani devono allinearsi alla proroga di due anni”. Emendamenti del Pd, respinta mozione del M5s sullo stesso argomento. Ciuoffo: "Situazione in evoluzione". Confcommercio consiglia: "Partecipate alla concessione dei posteggi".

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 gennaio 2017 22:45
Bolkestein: bandi per il commercio ambulante rimandati a fine 2018

E' arrivata la proroga della scadenze delle concessioni del commercio su area pubblica contenuto nel "Milleproroghe" del 30 dicembre 2016 rispetto alle sollecitazioni arrivate dai comuni e espressa con una Comunicazione nell'ultima Giunta.

I Comuni toscani dovranno rimandare a fine 2018 i bandi per gli ambulanti, e allinearsi alla proroga prevista dal Governo sulle concessioni per l’esercizio del commercio su area pubblica, che rimanda il tutto al 31 dicembre del prossimo anno. E' quanto prevede una mozione a firma Marco Stella (Forza Italia) e Giovanni Donzelli (Fratelli d’Italia), approvata a larga maggioranza al Consiglio regionale della Toscana, dopo l’accoglimento di alcuni emendamenti del Partito democratico.

La mozione impegna la Giunta regionale "di concerto con Anci" ad attivare "tutte le procedure necessarie, affinché i Comuni si allineino in maniera uniforme" alla scadenza prevista dal decreto, per il quale si attende la conversione in legge, "per la stesura dei bandi relativi alle concessioni per l’esercizio del commercio in aree pubbliche". E in particolare "ad attivarsi fornendo ogni possibile supporto e indirizzo", affinché "le amministrazioni che non hanno ancora provveduto all’approvazione e alla pubblicazione dei bandi possano auspicabilmente attendere, prima di procedere, la conversione del decreto legge" e che anche le amministrazioni che all’entrata in vigore del citato decreto legge avevano già provveduto a pubblicare bandi e i termini per la presentazione delle domande erano già scaduti “non procedano all'assegnazione fintanto che non saranno maggiormente chiariti i termini". "Adesso occorre utilizzare il tempo che il decreto legge concede con questa proroga, per elaborare un testo di legge che escluda dalla direttiva Bolkestein il commercio su area pubblica e gli stabilimenti balneari, vera risorsa economica per il nostro Paese - commentano Stella e Donzelli -.

Le attività economiche non possono continuare ad operare in un quadro di incertezza legislativa che non consente loro di programmare in maniera serena il futuro delle attività stesse e delle migliaia di famiglie che ci lavorano. La Toscana è la regione del centro-nord con la più elevata densità di esercizi ambulanti rispetto alla popolazione residente: un giro d’affari di oltre un miliardo di euro, 14.000 esercizi, 650 mercati, 1.720 fiere, con diverse migliaia di addetti. Un mondo che crea ricchezza e occupazione, ma che rischia di essere travolto da questa direttiva europea.

Siamo categoricamente contrari a rimettere a bando tutte le concessioni, con la prospettiva che fondi di investimento e multinazionali arrivino a Firenze e in Toscana ad accaparrarsi banchi e chioschi". I due esponenti del centrodestra hanno ringraziato la maggioranza "per la collaborazione su un tema così importante. Abbiamo lavorato tutti insieme per il bene di una categoria che riveste una grande rilevanza a livello occupazionale e produttivo. È una occasione da non perdere - hanno sottolineato Stella e Donzelli - che non tutti i Comuni hanno ancora ben capito".

In attesa dell'evolversi del percorso parlamentare l'assessore Ciuoffo traccia alcuni percorsi operativi per i Comuni che si trovano in situazioni diverse in base alle varie fasi di espletamento delle procedure per le gare per l'assegnazione delle concessioni in base a quanto stabilito dall'Intesa Stato Regioni del 2012 in vista delle scadenze della primavera 2017: "Un primo scenario – spiega Ciuoffo – riguarda quei comuni che stanno definendo e approvando piano e regolamento comunale, oppure che stanno svolgendo le ricognizioni dei posteggi esistenti e definendo gli eventuali interventi di razionalizzazione e adeguamento: per questi il suggerimento è che portino a compimento tali attività.

Quelli che, all'entrata in vigore del decreto-legge, avevano già pubblicato i bandi e i termini per la presentazione delle domande che erano già scaduti, procedano con l'istruttoria delle domande ricevute. I Comuni che avevano già approvato e pubblicato i bandi, con conseguente apertura dei termini per la presentazione delle domande, completino tali fasi sebbene, in considerazione dello stato di incertezza, si può suggerire di prolungare i termini di apertura dei bandi non ancora scaduti, alme no fino alla conversione del decreto.

Per quelli invece che non hanno ancora provveduto ad approvare e pubblicare i bandi, decidano se proseguire l'iter o attendere la legge di conversione prima di procedere, e questo vale anche per i Comuni che non hanno ancora provveduto ad approvare e pubblicare i bandi per il rilascio delle concessioni relative alle altre attività economiche che si svolgono su aree pubbliche".

"La nostra raccomandazione agli operatori ambulanti è di partecipare ai bandi tuttora aperti dai Comuni per la concessione dei posteggi nelle fiere e nei mercati, pena il rischio di perdere il posteggio". A lanciare il monito è il presidente della Fiva-Confcommercio della Toscana Attilio Camposano. "A meno che un Comune non abbia messo per iscritto la volontà di recepire la misura approvata di recente dal Consiglio dei Ministri, che con il decreto "Milleproroghe" ha deciso di prorogare al 31 dicembre 2018 le scadenze delle concessioni per l'esercizio del commercio su area pubblica, non abbiamo affatto la certezza che i bandi aperti finora siano davvero invalidati", spiega il presidente degli ambulanti della Confcommercio. Il decreto, infatti, non è stato ancora convertito in legge e c'è tempo fino al 1° marzo per eventuali ricorsi che sconfessino la misura relativa agli ambulanti.

"Ed è probabile che ci siano, visto che la direttiva Bolkestein è legge europea vincolante per lo stato italiano", sottolinea il presidente Camposano, che aggiunge: "del resto la misura approvata con il Milleproroghe non è certo finalizzata a far uscire il commercio su area pubblica dalla Bolkestein, ma esclusivamente a rinviare per i Comuni i termini per la predisposizione dei nuovi bandi, in modo da allineare le scadenze delle concessioni per commercio su aree pubbliche e garantire omogenenità di gestione delle procedure di assegnazione, nel rispetto dei principi di tutela della concorrenza". Nel caso in cui la decisione presa con il Milleproroghe non venisse confermata, gli operatori che non hanno partecipato ai bandi aperti perderebbero ogni diritto sui posteggi.

Inoltre, dopo le scadenze previste dall'Intesa del 2012, non si avrà più la certezza che al prestatore uscente siano riconfermati l'assegnazione dei 40 punti e il rilascio della nuova concessione dei posteggi fino a 12 anni. "È un rischio troppo grosso da correre", dice il presidente di Fiva"per questo consigliamo di procedere con l'invio delle domande, nell'attesa che la faccenda venga chiarita una volta per tutte. Il Milleproroghe non dispone nulla sulla sorte dei procedimenti di selezione in corso, lasciando alle Amministrazioni Comunali la responsabilità di decidere se sospenderli o meno, assumendosi ogni rischio nei confronti delle imprese interessate". "Attenzione poi che non succeda agli ambulanti quello che è successo ai balneari: la Corte di Giustizia europea ha dichiarato incompatibile con l'ordinamento comunitario la proroga automatica delle loro concessioni, che ora saranno quindi rimesse all'asta senza assicurazione alcuna per gli operatori.

E se succedesse anche ai posteggi di fiere e mercati?". "Purtroppo", aggiunge, "il primo effetto diretto della proroga al 2018, che a prima vista pare a favore degli ambulanti, è la svalutazione dei posteggi in caso di affitto o di vendita, a causa dell'incertezza che viene a crearsi. Questi rimpalli di competenze e decisioni tra Europa, Governo, Regioni e Comuni non fanno che aumentare l'incertezza per gli operatori, che in questo momento difficile per i consumi dovrebbero invece concentrarsi sulla loro attività di vendita.

Stare dietro ad una burocrazia così ballerina significa perdere energie e tempo prezioso. La nostra categoria ha bisogno di certezze". "Dal momento che, nonostante la proroga, i Comuni che intendono andare avanti con le procedure sono pienamente legittimati a farlo, auspichiamo che ragionevolmente e responsabilmente non interrompano la pubblicazione dei bandi e le loro procedure attuative esponendosi al rischio, in caso di mancata conferma della proroga, di non avere più i tempi tecnici per attuare il percorso definito dall'Intesa".

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