Bandiera della Rsi sulle Apuane: denuncia di Rossi alla Procura della Repubblica

Che chiede anche una manifestazione contro l'odio razzista e in difesa del Sindaco Massarosa. Intanto a Firenze e Prato striscioni di CasaPound contro Papa Bergoglio. lI vicesindaco Faggi: "E' preoccupante il clima d'odio che qualcuno cerca di fomentare"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 agosto 2017 14:57
Bandiera della Rsi sulle Apuane: denuncia di Rossi alla Procura della Repubblica

FIRENZE– Denuncia alla Procura della Repubblica sulla base delle leggi che puniscono l'apologia di fascismo. E' questo il mandato che il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi ha dato all'Avvocatura regionale, nei confronti di Manfredo Bianchi, che su Facebook ha postato una foto che lo riprende mentre sventola una bandiera della Repubblica Sociale di Salò in cima al Monte Sagro, sulle Alpi Apuane. La decisione di procedere in questo senso - annunciata dal presidente sul suo profilo Facebook - avviene nel giorno dell'anniversario dell'eccidio di Vinca, ai piedi del monte Sagro, una delle più atroci stragi nazifasciste avvenute in Toscana insieme a Sant'Anna di Stazzema: furono 173 le vittime per mano dei soldati nazisti di Reder fiancheggiati da un centinaio di fascisti repubblichini.

"Il governatore toscano Enrico Rossi querela, tramite avvocatura regionale, un personaggio apuano per aver sventolato una bandiera della Repubblica Sociale definendolo energumeno fascista. Ci chiediamo la correttezza politica di un simile atto, visto il peso specifico nullo che la vicenda riveste. Crediamo fermamente che i soldi pubblici ed il suo tempo il governatore li dovrebbe investire in istanze davvero utili a tutti i cittadini toscani" commenta Pierluigi Pozzi a nome del Fronte Nazionale di Firenze.

"La misura è colma. Alle violenze dei neorazzisti e dei neofascisti si risponda con la mobilitazione di piazza di cittadini e istituzioni" E' in questo modo, e non solo con un comunicato di solidarietà, che Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, risponde alle gravissime minacce e offese razziste di cui è stato fatto oggetto il sindaco di Massarosa Franco Mungai, peraltro nella stessa settimana che ha dovuto registrare anche gli insulti sui social a un sacerdote "reo" di aver portato un gruppo di migranti in piscina. "Questa volta – così inizia il presidente della Regione – non voglio limitarmi a esprimere la mia solidarietà al sindaco Mungai che conosco e stimo e che so che si è comportato correttamente.

Voglio invece stigmatizzare tutti coloro che lo hanno attaccato sia su Facebook che con le scritte sui muri. Voglio dire loro in faccia che le ritengo prive di cultura ed educazione e incapaci di esprimere in un linguaggio decente le loro idee. Sono pieni di odio e rancore, ma se intendono intimidirci hanno sbagliato indirizzo. Finché le regole democratiche ci attribuiranno ruolo e competenze, noi continueremo a esercitarle nel rispetto della legge e con senso di equilibrio e solidarietà. E lo faremo alla luce del sole, mettendoci la nostra vera faccia, senza nasconderci dietro l'anonimato e senza aggredire sui social persone per bene". "E' l'ora che le forze delle dell'ordine e la magistratura intervengano contro questi individui che offendono e violano le regole minime della convivenza – così prosegue Rossi - In Italia ci sono leggi contro il razzismo e contro l'ideologia fascista, leggi che tutelano il rispetto della persona e che devono essere fatte valere". Ciò che sta succedendo al sindaco di Massarosa, spiega Rossi, è tanto più preoccupante perché è solo l'ultimo di una serie.

"Alle spalle c'è una lunga serie di attacchi che non hanno alcuna giustificazione. Certo non è solo un fenomeno toscano, piuttosto è italiano o addirittura dell'intero mondo occidentale. Le idee di discriminazione, sopraffazione, odio tornano con forza in questa fase di crisi politica, sociale ed economica, in forma violenta come è accaduto in altri periodi di crisi. Però neorazzisti e neofascisti sappiano che non ci piegheranno e che sapremo reagire. La lotta di Liberazione e la Costituzione democratica, valori per noi irrinunciabili, hanno loro regalato la possibilità di esprimere liberamente le loro aberranti idee, ma gli stessi valori obbligano tutti i democratici a isolare queste persone, queste idee e questi comportamenti". Per questo, prosegue il presidente della Regione, non bastano più comunicati di solidarietà e mozioni approvate in qualche sede istituzionale. "Penso che fatti come questo meritino una risposta collettiva, a Pistoia come a Massarosa – questa è la proposta del presidente - Contro il vero razzismo e il vero fascismo occorre una mobilitazione di massa e di piazza, dove tutta la comunità regionale di coloro che si riconoscono nei valori della Costituzione possa ritrovarsi e reagire". "E' compito nostro – conclude il presidente – trasmettere prima di tutto alle nuove generazioni un impegno concreto per la difesa dei nostri valori.

E solo una risposta di cittadini che non girano la testa dall'altra parte e non sottovalutano la gravità di ciò che sta accadendo può essere di esempio, per fermare questa marea nera che da qualche tempo purtroppo sta crescendo nel nostro paese e anche nella nostra regione".

Bergoglio: facile fare lo Ius col Soli degli altri”. Questo il testo a firma CasaPound degli striscioni affissi in oltre cento città italiane contro l’ultima presa di posizione del Papa sull’immigrazione, contenuta nel messaggio per la Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato. A Firenze lo striscione é stato affisso sul Cavalcavia delle Cure. Bergoglio fa propaganda allo ius soli e incoraggia un’immigrazione senza limiti, chiedendo inoltre che sia garantito agli stranieri quello che il governo non è in grado di garantire nemmeno agli italiani, un percorso di istruzione fino ai 18 anni e la possibilità di continuare gli studi anche all’università - sottolinea CasaPound in una nota -.

Quello che viene da chiedersi di fronte a queste affermazioni è come mai in Vaticano, uno Stato che non arriva a 600 residenti, la cittadinanza non si ottenga né per ius sanguinis, né per ius soli ma per decisione del Papa”.

“L’amministrazione esprime la sua ferma condanna per le critiche espresse da CasaPound contro Papa Francesco, per le sue idee a sostegno dello Ius soli”. Lo ha dichiarato il vicesindaco di Prato Simone Faggi, dopo aver appreso la notizia dello striscione appeso sulla recinzione dell’area di sgambatura nei pressi del Ponte Petrino. “Le affermazioni di CasaPound”, ha aggiunto Faggi, “contrastano in modo stridente con la nostra realtà, dove la diversità etnica e culturale sono il segno distintivo della nostra comunità.

Rinchiudersi nei fortini non serve. Servono, invece, il dialogo, il confronto e il rispetto reciproco. Gli atti continui e dalle modalità assolutamente discutibili di CasaPound dimostrano l'assoluta mancanza di rispetto non solo nei confronti del Papa ma anche nei confronti del mondo civile”. Sul posto questa mattina, non appena ricevuta la segnalazione da parte del consigliere comunale Marco Sapia, sono intervenuti gli agenti della Polizia Municipale. Al loro arrivo, lo striscione, realizzato con carta, era per la gran parte stato stracciato.

Gli agenti hanno provveduto a rimuovere dalla recinzione i brandelli ancora appesi e la parte accartocciata gettata a terra. "E' preoccupante il clima di odio che qualcuno cerca di fomentare nel nostro Paese e, subdolamente, anche nella nostra città", ha aggiunto ancora Faggi. "Nessun territorio è immune e ci impegniamo fermamente a coltivare il dialogo anche con chi la pensa diversamente da noi ma a condannare senza se e senza ma questi episodi. Non solo, dobbiamo ricreare una coscienza civile nel rispetto della nostra Costituzione, a cominciare da una condanna specifica delle parole d'odio, visti i preoccupanti dati sull'hate speech sui social network e, sempre più spesso, nei rapporti di comunità.

Su questo saremo inflessibili e ci auguriamo di avere al nostro fianco tutte le forze politiche".

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