Banche: fondo per assistenza legale ai possessori di obbligazioni

La Fisac Cgil: "Non si scarichi sui dipendenti la colpa di una politica assente e delle strategie dissennate dei manager". Pistonina e Leoni (Cisl): ““Inascoltati su pressioni commerciali, rovina di clienti e dipendenti”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 dicembre 2015 22:44
Banche: fondo per assistenza legale ai possessori di obbligazioni

FIRENZE- Nel maxiemendamento per la legge di stabilità del 2016 verrà inserito un primo stanziamento di 200.000 euro per l'assistenza legale dei possessori di obbligazioni di Banca Etruria, Banca Marche, Cariferrara e Carichieti residenti in Toscana. Lo ha annunciato il presidente della Regione Enrico Rossi, che domani, insieme all'assessore al bilancio Vittorio Bugli, presenterà il provvedimento in commissione Bilancio del Consiglio regionale della Toscana. L'accesso al fondo sarà regolato con specifica delibera di Giunta in cui, tra gli altri criteri, verrà indicata la soglia di reddito per l'accesso ai contributi.

L'altra notte davanti a numerose filiali di Banca Etruria, da Milano a Roma, da Pesaro a Cortona, da Pescara a Perugia e Siena e così via, sono comparsi degli striscioni con la scritta “la tua amica banca ti ha tradito” con tanto di corda dalla quale penzolavano delle cravatte annodate a cappio. "Si tratta dell'ennesimo attacco che si va ad aggiungere alle minacce di morte ricevute da diversi lavoratori sia via social che di persona, e che i dipendenti ed i loro familiari sono costretti a subire quotidianamente non solo in filiale ma anche nei supermercati, nei bar ed in molti luoghi pubblici", dice la Fisac Cgil Toscana (la categoria dei bancari), che vuole denunciare "questo atto di matrice fascista, operato da organizzazioni che tendono, non casualmente, a scaricare la colpa di una politica assente e colpevole sui lavoratori della banca e non, come dovrebbe essere, sui manager dell’azienda che hanno attuato una strategia dissennata che ha condotto sul lastrico migliaia di piccoli risparmiatori". Nel respingere al mittente "questo sciacallaggio degno dei peggiori regimi autoritari", la Fisac Cgil Toscana chiede "con forza" che "la classe dirigente del nostro paese si faccia finalmente carico del problema del riassetto del sistema bancario e delle authorities, nonché dell’istituzione di efficaci presìdi normativi per una vera trasparenza nel rapporto tra le aziende di credito e la clientela".

La CGIL starà "al fianco dei lavoratori che vergognosamente si vogliono coinvolgere nella triste vicenda della liquidazione di Banca Etruria, con le proprie proposte e con la consapevolezza che il bancario, soprattutto in questo caso, è molto diverso dal banchiere".

“Io al suo posto mi sarei dimessa” diceva proprio Maria Elena Boschi seduta nel salotto di Ballarò quando ancora ricopriva il ruolo di parlamentare e commentava le vicende che in quel momento vedevano coinvolta il Ministro della Giustizia Cancellieri nel Governo Letta "ancora una volta- continuava- si è dato l’immagine di un paese in cui la legge non è uguale per tutte ma ci sono corsie preferenziali per gli amici degli amici…"

"Se il senso ed il rispetto delle Istituzioni devono prevalere nel costume e nella moralità dei funzionari pubblici, ciò deve valere sempre ed indipendentemente dal colore politico e dal Governo in carica. Al Ministro Boschi dovrebbe essere applicato lo stesso metro di giudizio del Ministro Cancellieri, del Ministro Idem e del Ministro Lupi. -commenta Mario Razzanelli (Forza Italia)- La vicenda della banca Etruria, che ha avuto conseguenze ben più gravi, chiama direttamente in causa il Ministro delle Riforme Maria Elena Boschi.

Non è ammissibile che per una telefonata in favore di un’amica indagata, una residenza come prima casa e un Rolex regalato al figlio si sia invocata da tutti, Renzi in primis, la famosa opportunità politica mentre di fronte all’azzeramento dei risparmi di centinaia di persone con risvolti anche tragici allora improvvisamente parlare di dimissioni diventa una strumentalizzazione che fa schifo, fatta da oppositori refrattari al cambiamento renziano. Il Governo, salvo difese senza appello, ad oggi non ha neppure risposto nel merito: non sentirsi in dovere di farlo a prescindere da chi lo chiede e anzi puntare il dito contro gli altri è un atteggiamento incomprensibile e puerile se non stessimo parlando del Governo di una Nazione. Anche chi, come me, non ama passare alla lente d’ingrandimento gli affari di famiglia e tanto meno crede nel giustizialismo come metro politico non può non ravvisare una disparità di trattamento, per giunta ostentata con una buona dose di arroganza.

“Il crac delle 4 banche ha avuto un effetto devastante su migliaia di risparmiatori, ma anche i lavoratori, che oggi qualcuno addita come untori, sono vittime delle storture del sistema creditizio che per anni abbiamo denunciato, per lo più senza essere ascoltati.”E’ la presa di posizione dei Segretari generali della Cisl e della First-Cisl di Firenze e Prato, Roberto Pistonina e Maurizio Leoni, di fronte al rischio che in pasto alla rabbia popolare finiscano, invece dei veri responsabili, i dipendenti, vittime anch’essi del meccanismo perverso e assillante del budget a ogni costo.“Da molti anni ormai - dicono Pistonina e Leoni - il sistema creditizio privatizzato richiede politiche bancarie fondate sul rendimento economico a vantaggio degli azionisti, in tempi brevissimi; ciò determina, forzatamente, la vendita di prodotti fortemente remunerativi per le banche a scapito spesso della clientela.

E questo noi lo denunciamo da anni.”“Da tempo – dice Leoni - chiediamo che nei luoghi di lavoro siano rispettate le persone e la loro dignità, abbiamo versato fiumi di inchiostro e lanciato appelli, purtroppo inascoltati: i bancari da anni sono oggetto di pressioni commerciali che rendono l’ambiente lavorativo invivibile per chi si rifiuta di eseguire pedissequamente le disposizioni aziendali. Le pressioni commerciali traggono origine soprattutto da errori manageriali e sconfinano talvolta in inaccettabili larvate minacce di trasferimento e demansionamento.

In alcune banche i “signori della finanza” hanno ingannato per primi i propri lavoratori, che sono stati pressati per vendere prodotti come le famigerate obbligazioni subordinate, senza avere la consapevolezza della reale situazione patrimoniale dell’azienda: chi sta in agenzia non può avere gli elementi di valutazione complessiva alla pari dell’alta dirigenza. Chi sta in prima linea non è un banchiere, ci mette la faccia ogni giorno nei confronti dei clienti, ma è profondamente ingiusto che gli si faccia carico delle enormi responsabilità che il management della banca ha nei confronti dei clienti.”“Comprendiamo a pieno il dramma delle famiglie colpite – aggiunge Leoni - ma siamo certi che i cittadini sapranno distinguere fra i lavoratori, anch’essi vittime di manovre spregiudicate e i veri burattinai, dei quali ci auguriamo emergano quanto prima le gravi colpe.

Intanto non ci stancheremo di denunciare chi, in modo sleale, si fa scudo dei suoi dipendenti per eludere le conseguenze dei propri sbagli.”“Chiediamo anche alle Istituzioni – dice Pistonina - più attenzione su questi fenomeni, anche adottando strumenti specifici, per un maggiore ed effettivo controllo del comportamento delle aziende, rispetto alle conseguenze che le pressioni commerciali selvagge hanno anche sui clienti. Da troppo tempo assistiamo ciclicamente alla vendita di prodotti spazzatura che colpiscono la cittadinanza, prodotti venduti per trasparenti ma che di trasparente poco hanno, considerata l’eccessiva mole di documentazione scarsamente comprensibile ai più.

Sarebbe senz’altro più efficace una normativa chiara, sintetica ed efficace, che informi correttamente e in modo comprensibile chi si affaccia al mondo degli investimenti.”

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