Banca Etruria: altri 40 toscani tra le parti civili

Cronisti allontanati dal tribunale di Arezzo. L'Odg Toscana chiede nuova collocazione per consentire diritto di cronaca

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 ottobre 2017 22:15
Banca Etruria: altri 40 toscani tra le parti civili

Questa mattina, all'udienza preliminare dinanzi al gup Borracci del tribunale di Arezzo, Confconsumatori ha depositato una ulteriore costituzione di parte civile per 47 suoi associati, azionisti o obbligazionisti subordinati della Banca popolare dell'Etruria e del Lazio. Ha presentato un conto, agli imputati, di circa 600 mila euro di risparmi andati in fumo: si tratta principalmente di toscani (7 livornesi, 1 aretino e 32 grossetani) oltre a 2 laziali, un piemontese, un milanese, un marchigiano e due pugliesi.Per effetto con la riunione disposta questa mattina dal gup Borracci, all’originario procedimento per bancarotta fraudolenta si sono aggiunti altri tre tronconi di indagini che vedono aumentare gli indagati a 37 persone e aggiungersi, oltre agli amministratori e ai dirigenti apicali della vecchia banca, anche i sindaci revisori (cui si addebita quanto meno la colpa di non aver vigilato), per numerosissimi episodi di distrazione per un totale di circa 400 milioni di euro di operazioni e prestiti sconsiderati erogati ad amici, conoscenti e prestanomi.

L’udienza, per effetto della riunione dei procedimenti, è stata rinviata al 2 novembre. Pertanto chi fosse interessato, può ancora chiedere la costituzione di parte civile, entro la prossima udienza, scrivendo una mail a questi indirizzi dedicati della Confconsumatori (toscana@confconsumatori.it; risparmio@confconsumatori.it) o chiamando il numero 328.7958074.

Nel corso dell’udienza preliminare per il processo del crac di Banca Etruria, il Tribunale di Arezzo ha confinato i giornalisti al di fuori del perimetro del Tribunale. Non solo a distanza dal luogo dell’udienza, ma anche separati e lontani dal luogo nel quale i risparmiatori truffati possono manifestare.

L’Ordine dei giornalisti della Toscana, coglie l’occasione per rilevare ancora una volta quanto le disposizioni del codice di procedura penale siano anacronistiche e penalizzanti per i cittadini, visto che i giornalisti sono tenuti a distanza dai fatti che devono raccontare. "Impedire all’informazione di svolgere il proprio dovere in modo compiuto è il peggior modo per garantire oggettività e trasparenza; per questo, l’Ordine dei giornalisti della Toscana invita il presidente del Tribunale di Arezzo a considerare l’opportunità di una diversa collocazione per i giornalisti che svolgono un servizio per la collettività e che devono dar conto all’opinione pubblica di una vicenda così rilevante, ma anche complessa" afferma Carlo Bartoli, presidente Odg Toscana.

L'Associazione stampa toscana esprime "sorpresa per l'atteggiamento del tribunale di Arezzo nei confronti dei giornalisti" in occasione dell'udienza preliminare per il processo del crac di Banca Etruria. Il sindacato dei giornalisti toscani si appella anche al ministro della giustizia Andrea Orlando che giusto poche settimane fa incontrando i vertici della Fnsi - dice il presidente dell'Ast Sandro Bennucci - aveva manifestato la piena disponibilità nei confronti degli organi di informazione.

I giornalisti, anche in questa occasione, hanno semplicemente rivendicato la possibilità di svolgere il loro compito che è quello di riferire i fatti di cronaca. E' singolare il metodo del “confino” poiché - aggiunge l'Ast - il palazzo di giustizia è un luogo che deve essere aperto a tutti, compresi proprio gli operatori dell'informazione. Non si vede la necessità di ricorrere a misure straordinarie, nemmeno in presenza di udienze delicate. Da qui - conclude l'Ast - la richiesta al ministro e agli organismi della magistratura per un intervento opportuno e assai auspicabile".

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