Bambini al Forteto senza controlli, repliche al Tribunale dei Minori

La Commissione d’Inchiesta sugli affidi dei minori cerca di dare risposta a quanto accaduto a Vicchio

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 maggio 2014 13:31
Bambini al Forteto senza controlli, repliche al Tribunale dei Minori

La Presidente del Tribunale dei Minori Laura Laera, ha dichiarato a Controradio la carenza di controlli sui bambini che venivano affidati alla struttura: "Nel riesumare vecchi fascicoli ho potuto verificare che erano molto scarni, con pochissimi atti, come se fosse una routine questo fatto che una volta inseriti i minori nella comunità tutta la gestione fosse affidata a chi questa comunità la governava. Non ho potuto vedere grandi attività di monitoraggio".Le verifiche sulle famiglie sono una prassi richiesta anche dalla stessa presidente invece "i bambini che stavano al Forteto erano formalmente in affido etero-familiare. Famiglie o pseudo tali che vivevano all'interno del Forteto, non selezionate né dal Tribunale dei Minori né dai servizi sociali".

Su queste parole si basa l'intervento del presidente della Commissione d'inchiesta creata dalla Regione Toscana: "Quanto dichiarato in merito alla vicenda Forteto, rappresenta un tassello importante nel percorso di affermazione della verità su quella comunità e sulle tragedie che al suo interno si sono perpetrate a danno di troppi bambini e ragazzi incolpevoli" dichiara Stefano Mugnai..

"Con le parole della Presidente Laera un’istituzione autorevole, qual è il Tribunale dei Minori, ammette finalmente che l’atteggiamento tenuto nei confronti del Forteto lungo i trent’anni passati era sbagliato. Sono dunque grato alla Presidente per ciò che ha dichiarato ieri, ma anche per ciò che lei stessa ebbe a dire, un anno e mezzo fa, giusto all’indomani del suo insediamento a Firenze, durante la sua audizione nella Commissione regionale di inchiesta sugli affidi dei minori alla luce della vicenda Forteto che ho presieduto".

"Vorrei - continua il presidente - che si provasse a spiegare il perché di quegli ‘sbagli’: errori commessi in serie, lungo un arco temporale di trenta anni e nonostante sentenze passate in giudicato che avrebbero dovuto – almeno quelle, almeno le sentenze in un Tribunale… – aprire gli occhi a quanti si trovavano ad avere nelle loro mani i destini di tanti bambini e ragazzi cui poteva essere risparmiato tanto strazio. Sbagli, insomma, che poi si traducevano in drammi sulla pelle di piccoli sfortunati ed indifesi".

Aspettare la fine del processo in corso, "Ma fino a quando non si darà risposta al “perché tutto questo sia potuto accadere”, fino ad allora non basteranno le sentenze e le pene per chiudere definitivamente questo schifo che, comunque, non si chiuderà mai del tutto: certe ferite, in chi le ha subite, lasciano il segno".

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