Legge Elettorale tra Italia e Toscana scopri le differenze

La legge in discussione in Parlamento prevede liste bloccate su piccoli collegi “proprio come la legge elettorale toscana che noi ora ci accingiamo a cambiare e che ha provocato danni evidenti” ha detto Tognocchi (PD)

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 marzo 2014 17:01
Legge Elettorale tra Italia e Toscana scopri le differenze

Con un voto trasversale il Consiglio regionale della Toscana ha approvato una mozione sulla legge elettorale nazionale. Con la mozione il Consiglio invita il Parlamento a procedere con l’approvazione di una legge di riforma delle norme per l’elezione della Camera e del Senato che, nel rispetto dei principi di governabilità e di corretta rappresentanza politica, “consenta al corpo elettorale di scegliere liberamente i propri rappresentanti, escludendo la previsione di liste bloccate e inserendo nelle candidature l’alternanza di genere e la doppia preferenza”.

E, ancora, si chiede di innalzare “la soglia utile per accedere al premio di maggioranza” e di ribassare le soglie di sbarramento, “garantendo la rappresentanza dei movimenti politici con un adeguato consenso elettorale nel paese”.

La mozione, che vede come primo firmatario Pier Paolo Tognocchi (Pd) è stata approvata con 27 voti a favore, 7 astenuti (Ferrucci, Brogi, Danti, De Robertis, Giani, Naldoni, Remaschi, tutti Pd) ed i 7 contrari di Forza Italia, mentre alcuni consiglieri non hanno partecipato al voto.

Tra i voti favorevoli quelli di 11 consiglieri appartenenti al gruppo Pd (Bambagioni, Boretti, Lastri, Mattei, Morelli, Parrini, Pellegrinotti, Rossetti, Spinelli, Tognocchi, Venturi) e quelli dei gruppi Ncd, Udc, Cd, Gruppo misto, Fdi, Idv-Alde, Più Toscana-Ncd, FdS-Verdi.

Illustrando la mozione all’Aula, Tognocchi ha ricordato che la legge in discussione in Parlamento prevede liste bloccate su piccoli collegi “proprio come la legge elettorale toscana che noi ora ci accingiamo a cambiare e che ha provocato danni evidenti”.

Secondo Tognocchi “l’innalzamento delle soglie di sbarramento rischia di escludere dalla rappresentanza parlamentare forze politiche da milioni di voti”, mentre in tema di parità di genere “purtroppo si assiste a una resistenza forte da parte del Parlamento a inserire l’alternanza di genere e la preferenza doppia”. Da qui l’appello al Parlamento a modificare la legge in discussione. “Appare evidente un’enorme incoerenza del Pd in questa vicenda”. Questo il parere di Antonio Gambetta Vianna (Più Toscana-Ncd), che ha osservato come a livello regionale si cerchi di modificare l’esistente e a livello nazionale si riproponga una fotocopia della legge regionale attuale.

Vianna ha annunciato il voto favorevole alla mozione “perché promuovere la parità di genere è un atto doveroso”. Marta Gazzarri (Idv-Alde) ha annunciato di aver sottoscritto la mozione e quindi il suo voto favorevole. “Sono sempre stata contro le quote – ha detto – ma quello che sta succedendo mi ha fatto cambiare idea. Pensavo che fossimo un paese abbastanza maturo per poter fare a meno delle quote, evidentemente non è così”. Voto favorevole è stato annunciato anche da Giovanni Donzelli (FdI) “perché è importante rendere agli elettori la possibilità di scegliere chi eleggere”.

“Nonostante siamo un piccolo partito – ha proseguito Donzelli – a noi non interessa la soglia di sbarramento, ma questa legge presenta incongruenze gravissime: per assurdo chi non raggiunge la soglia contribuisce lo stesso con le alleanze al premio di maggioranza, per cui si potrebbe arrivare alla situazione paradossale di un partito che supera di poco il 5% ma che grazie alle alleanze con altri esclusi si prende il premio”. “Io vorrei discutere la legge elettorale toscana, non quella nazionale”.

Dopo questa premessa Marco Taradash (Ncd) ha ricordato che il suo partito è favorevole alle preferenze, ma ha giudicato “un’aberrazione” l’alternanza di genere e la doppia preferenza. “E’ uno stravolgimento totale di qualsiasi criterio di democrazia liberale – ha detto – perché sulla base di certificati anagrafici si impedisce ai cittadini di scegliere liberamente”. Per Giovanni Santini (Fi) la proposta è intempestiva, si “chiude la stalla dopo che i buoi sono usciti”.

“Stiamo votando un appello che arriverà fuori tempo massimo – ha detto – perché la Camera sta concludendo le votazioni”. Nicola Danti (Pd) l’iniziativa della mozione “è superata dagli eventi ed è strumentale”. “Non ho visto coloro che oggi portano avanti queste istanze con forza sulle barricate pochi anni fa – ha aggiunto il consigliere -. Il problema è che oggi ci troviamo a un bivio: se andassimo ora al voto, dopo la sentenza della Corte Costituzionale, saremmo di fronte a una situazione di totale ingovernabilità.

Dobbiamo andare al cuore del problema: c’è bisogno di una legge elettorale. Quella proposta ha molti limiti ma è frutto dell’unico compromesso possibile in questa fase”. Le accuse di strumentalità sono state rigettate da Fabrizio Mattei (Pd), il quale ha osservato che l’adozione delle primarie non risolve la questione della rappresentanza complessiva in questo paese. “Il fatto che un Consiglio regionale faccia sentire la sua modesta voce mentre si sta decidendo mi pare uno stimolo positivo” ha aggiunto Mattei. “E’ una mozione che si può votare – ha dichiarato Mauro Romanelli (Gruppo Misto) – perché rappresenta un segnale positivo.

L’impressione è che l’attuale bozza di legge sia scaturita da un accordo a quattr’occhi in una stanza, poi imposto ai partiti. E se l’unica legge possibile è una legge che molti dicono presentare estremi di incostituzionalità, allora c’è parecchio di cui preoccuparsi”. Rosanna Pugnalini (Pd), dopo aver annunciato di adeguardi per il voto alla posizione del capogruppo, ha osservato “di condividere molte delle cose contenute in questa mozione. “Ho qualche dubbio che tutti gli uomini eletti siano stati scelti – ha osservato a proposito della parità di genere – per cui credo che in questo caso una forzatura sarebbe per il bene del paese.

E’ un’enorme occasione persa”. Ivan Ferrucci, capogruppo del Pd, ha annunciato il voto di astensione. Ferrucci ha osservato che siamo davanti a una legge nazionale che presenta dei limiti, ma che sancisce la fine del bicameralismo e su cui ogni giudizio è impossibile fino a che non si sarà finito di affrontare complessivamente la questione delle riforme. “Questa è una mozione che non è utile ai fini della scelta – ha aggiunto Ferrucci –. Il miglior contributo che il Consiglio regionale della Toscana può dare è quello di approvare una nuova legge elettorale regionale all’unanimità”. Secondo Giuseppe Del Carlo (capogruppo Udc) “è importantissimo che a mandare un messaggio del genere al Parlamento sia la Toscana, che ha anticipato una legge elettorale, simile a quella adottata poi a livello nazionale, che è stata un mezzo disastro”. Da parte del capogruppo Ncd Alberto Magnolfi è arrivata una sollecitazione a discutere al più presto la legge elettorale regionale, “su cui sembrano essere saltati tutti i tempi”.

Magnolfi ha detto poi di condividere buona parte dei contenuti della mozione presentata. Rudi Russo (Cd) ha giudicato “tempestivo presentare un invito al Parlamento, mentre sta discutendo, da parte di noi ‘redenti’ consiglieri regionali toscani. Questo tipo di legge, con le liste bloccate, ha scavato un fossato tra istituzioni e opinione pubblica che rischia di diventare incolmabile”. “Le regole vanno scritte per il popolo, non per il proprio interesse – ha osservato Paolo Marcheschi (Fdi) – e ricordatevi che il popolo con il voto è pronto a elargire grandi lezioni.

Non si possono decidere le regole in una stanza, dobbiamo restituire a questo paese una politica con la p maiuscola”. Per Gianluca Parrini (Pd), uno dei firmatari della mozione, la discussione è tutt’altro che strumentale: “Credo sia nostro dovere – ha dichiarato – discuterne in questa sede in maniera seria e costruttiva”. Il giudizio di Parrini sulla legge elettorale in approvazione al parlamento è negativo: “si tratta – ha proseguito – di una versione peggiorata del Porcellum, che non ne risolve molte criticità.

Credo che il diritto di preferenza, ad esempio, sia l’unica possibilità reale che i cittadini hanno di scegliere il proprio rappresentante”. Critico anche su quello che il consigliere definisce un “bipolarismo forzato”: “non esistono tecnicismi in grado di riportare la politica nel paese, la governabilità si conquista creando un quadro politico credibile”. Apprezzamento per la qualità della discussione anche dal consigliere Marco Manneschi (Idv-Alde): “sono stati toccati – ha detto – punti essenziali per la vita democratica del paese”.

Il consigliere ha poi messo in guardia da possibili “scivolamenti verso l’autoritarismo”. “Una legge elettorale – ha dichiarato – deve essere in grado di garantire sia governabilità che rappresentanza. Se una delle due caratteristiche viene meno il rischio c’è”. La mozione di oggi rappresenta per Manneschi “un segnale importante, un contributo che il Consiglio regionale fornisce al dibattito politico nazionale”. Sono altre le priorità del dibattito regionale sulla legge elettorale secondo la consigliera Daniela Lastri (Pd).

“Non ho sottoscritto la mozione perché ritenevo che per la nostra istituzione fosse necessario lavorare sull’aspetto della riforma del senato e sul titolo V della Costituzione, dal momento che ci riguardano direttamente”. I lavori sulla legge elettorale regionale – ha aggiunto – proseguono e “stiamo facendo un lavoro certosino per arrivare ad una legge condivisa, se non da tutti, da una larga maggioranza”. La mozione ha comunque il pregio, secondo la consigliera, di “intervenire sulla questione della parità di genere.

Sbaglia chi pensa che la battaglia che stanno portando avanti alcune parlamentari sia basata sul mantenimento della poltrona. Se questo paese – ha concluso – non sa risolvere il problema della rappresentanza di genere in modo equo non possiamo fare altro che approvare delle leggi che la tutelino”. Ha annunciato il voto contrario di Forza Italia il capogruppo Giovanni Santini: “siamo contrati – ha detto –. È evidente come questo sia un dibattito interno al Partito democratico, nel quale non vogliamo entrare”.

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