Legge elettorale: non c'è intesa sulla parità di genere

Incontro all’Auditorium del Consiglio regionale sulle discriminazioni nei linguaggi e nei comportamenti. Codice Rosa: ora operativo in tutta la Toscana. Prato prima in Italia per l'imprenditoria femminile

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 marzo 2014 22:17
Legge elettorale: non c'è intesa sulla parità di genere

Firenze– Per la riforma della Legge elettorale, non c'è intesa sulla parità di genere. Il governo si rimette all'Aula, mentre slittano i lavori alla Camera. Il relatore Sisto: ''Indispensabile un corposo approfondimento''. Deputate vestite di bianco. Problemi anche sulla determinazione delle soglie di sbarramento. Un momento di riflessione su quanto sessismo esista ancora nella società italiana, a partire dal linguaggio, e su quali possano essere gli strumenti utili per contrastarlo.

È questo il significato dell’incontro che si è svolto stamani nell’auditorium del Consiglio regionale, dal titolo “Sessismo, linguaggi e comportamenti, riconoscerli e contrastarli”, organizzato in occasione della Giornata internazionale della donna. All’incontro hanno partecipato esperti, amministratori, ricercatori, ma anche giovani, e non sono mancati i momenti di intrattenimento per far riflettere il pubblico. Ad aprire i lavori è stata la consigliera regionale Daniela Lastri, dell’Ufficio di presidenza.

“Dobbiamo riflettere sul monito lanciato dal presidente Napolitano – ha detto Lastri – per il quale se il sessismo si afferma nelle sfere politiche, nei blog e nei siti, diventa un virus difficile da estirpare”. “Purtroppo oggi assistiamo a un’involuzione culturale – ha proseguito ancora Lastri – che si manifesta sempre più spesso in atteggiamenti misogini e in un linguaggio sessista che viene usato anche nelle sedi istituzionali, dove si dovrebbe esercitare la democrazia. È una deriva incivile che crea le condizioni per l’affermarsi della violenza, non solo verbale, nei confronti delle donne”. Era il 1987 quando fu pubblicato il testo “Il sessismo nella lingua italiana” a cura della commissione per la Pari opportunità della presidenza del Consiglio dei Ministri.

Il libro ha rappresentato il punto di partenza di un grande dibattito sul legame tra le discriminazioni culturali e le discriminazioni semantiche. E a distanza di circa trent’anni la discussione è ancora di estrema attualità perché il linguaggio e la comunicazione continuano a essere non rispettosi delle differenze di genere. Lo hanno sottolineato, ognuno dal proprio osservatorio, tutti gli intervenuti all’incontro: da Irene Biemmi (Università di Firenze), che nelle sue ricerche ha evidenziato quanto nei libri di testo delle elementari siano ancora presenti stereotipi e linguaggio sessista, “con una visione della realtà che sembra ferma agli anni Cinquanta” a Stefano Ciccone (presidente associazione e rete nazionale Maschile plurale), che ha ricordato quanto anche gli uomini siano prigionieri di modelli e comportamenti imposti; da Vincenzo Guggino (segretario generale dell’Istituto di autodisciplina pubblicitaria), che ha portato numerosi esempi del sessismo dilagante nel mondo della pubblicità, a Daniela Morozzi e Maria Grazia Campus che hanno recitato e cantato testi e filastrocche tradizionali particolarmente esemplificative di modelli sessisti, fino al punto di vista della giovanissima presidente del Parlamento degli studenti Kleoniki Valleri.

A chiudere i lavori la considerazione della vicepresidente della commissione Pari opportunità Angela Notaro: “Gli spunti usciti da questo incontro sono talmente preziosi e numerosi – ha detto Notaro – che meriterebbero ognuno un’intera giornata di approfondimento e di studio”. Il Codice Rosa è presente in tutta la Toscana Con la delibera approvata stamani dalla giunta, che estende il progetto regionale alle aziende 1 di Massa e Carrara, 3 di Pistoia, 7 di Siena, 10 di Firenze, e alle aziende ospedaliero universitarie pisana e senese, ora il progetto del Codice Rosa copre l'intero territorio toscano, essendo presente nelle 12 aziende sanitarie e nelle 4 aziende ospedaliero-universitarie della regione.

"I dati di attività dimostrano come il progetto regionale del Codice Rosa contribuisca all'emersione del fenomeno dei maltrattamenti e abusi commessi nei confronti delle fasce deboli della popolazione: donne, ma anche bambini, anziani, omosessuali, extracomunitari - dice l'assessore al diritto alla salute Luigi Marroni - Nel 2012, nelle 5 aziende in cui il Codice Rosa era presente, sono stati registrati 1.455 casi di violenza, mentre nel 2013, con 10 aziende, sono stati accertati 2.998 casi. Il lavoro di squadra che mette in rete tante competenze diverse - medici, infermieri, psicologi, assistenti sociali, magistratura, forze dell'ordine, associazioni, centri antiviolenza - si è dimostrato molto efficace nel far emergere gli episodi di violenza, dare sostegno alle vittime e perseguire i responsabili".

Il progetto del Codice Rosa è partito nel 2010 nella Asl di Grosseto. Dal gennaio 2012 è diventato progetto regionale, con la firma di un protocollo tra Regione Toscana e Procura della Repubblica, coinvolgendo 5 aziende. Dal gennaio 2013 altre 5 aziende sono entrate nel progetto. Con l'estensione del progetto alle rimanenti 6 aziende, ora il Codice Rosa è operativo in tutte le aziende della Toscana. Nel 2013, nelle 10 aziende in cui il Codice Rosa era attivo (2-4-5-6-8-9-11-12-AOU Careggi-AOU Meyer), sono stati registrati 2.998 casi, di cui 2.646 su adulti (2.536 maltrattamenti, 85 abusi, 25 stalking), e 352 su minori (293 maltrattamenti e 59 abusi).

Dal 2012 ad oggi, la Regione ha destinato al progetto del Codice Rosa la cifra complessiva di 595.000 euro: per l'allestimento della "stanza rosa" nei pronto soccorso, la dotazione di tutto il materiale necessario, le spese aggiuntive per il personale (reperibilità/straordinari), l'organizzazione delle iniziative formative rivolte al personale e le attività informative/comunicative rivolte alla cittadinanza. A seguito della notizia che vede Prato è al primo posto in Italia per l'imprenditoria femminile, secondo i dati Unioncamere diffusi dalla Camera di Commercio, il sindaco Roberto Cenni dichiara: "Il primato in Italia per l'imprenditoria femminile è un ulteriore segnale di positività che si aggiunge a quelli recentemente registrati dal nostro territorio su vari fronti: dell'economia verde alle opportunità per i giovani, dall'innovazione tecnologica alla qualità della vita degli animali.

Un impulso che deve dare coraggio ad una città in continuo confronto con il futuro, nonostante le difficoltà quotidiane. E' la dimostrazione che siamo un territorio attivo in ogni forma e rappresenta un bell'incoraggiamento proprio all'indomani dell'8 marzo, Festa della Donna. In bocca al lupo, pertanto, alle attività sorte in questi anni. In definitiva leggiamo questo dato come una spinta per un positivo incremento del nostro distretto. Prato c'è e vuole andare avanti".

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