Cgil: il Governo intervenga con urgenza per le acciaierie di Piombino

Appello di Gramolati e Lattuada a Presidente del Consiglio e Ministero dello Sviluppo Economico. Ieri la chiusura della Colacem, lo storico cementificio di San Francesco. Il sindaco Zucchini "difenderemo il lavoro"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 marzo 2014 15:01
Cgil: il Governo intervenga con urgenza per le acciaierie di Piombino

"La Cgil chiede un intervento immediato del Governo che deve assumersi la responsabilità, fatte salve le prerogative del Commissario, di verificare con attenzione le manifestazioni di interesse sin qui pervenute per dare continuità produttiva alle Acciaierie di Piombino, con un progetto industriale fondato su tecnologie che assicurino in quest'area e al Paese una siderurgia di nuova generazione sostenibile e rispettosa dell'ambiente". Lo affermano in una nota il segretario nazionale della Cgil, Elena Lattuada, e il segretario generale della Cgil Toscana, Alessio Gramolati.

"Vista la particolarità e la drammaticità della situazione e il rischio della chiusura dell'altoforno, che deve essere assolutamente scongiurato - sottolineano i due dirigenti sindacali - e' necessario un intervento immediato da parte del Mise e della Presidenza del Consiglio per valutare se i progetti e le manifestazioni di interesse pervenuti presentino tutti i requisiti e le garanzie necessarie". "Quello che e' certo - concludono Lattuada e Gramolati - e' che il Governo deve convocare subito tutte le parti, oltre che verificare ad ogni livello le possibili soluzioni, per garantire la continuità degli impianti di Piombino e il rilancio del polo siderurgico". Ieri ha suonato per l’ultima volta la sirena della cementeria ex Italcementi di San Francesco, passata di proprietà a Colacem nel giugno 2012.

Una chiusura purtroppo annunciata, frutto di una palese spartizione di mercato operata dalle due più grandi aziende Italiane di produzione di cemento. Una scelta operata sulle spalle degli operai. Il Sindaco di Pelago Zucchini ieri c’era. La lotta per impedire questa chiusura è stata lunga. L’amministrazione si è messa a disposizione dei lavoratori e dei sindacati fin da subito per cercare di elaborare obiettivi e strategie senza ledere o disturbare le trattative sindacali in atto. Sono state promosse assemblee che hanno coinvolto oltre alla proprietà dello stabilimento ed i rappresentanti dei lavoratori, tutti gli attori istituzionali competenti: dall’Unione dei Comuni alla Provincia dove è stato anche aperto il tavolo di crisi in collaborazione prima con l’assessore Simoni e poi direttamente con il Presidente Barducci.

Si è lavorato e si lavora inoltre di concerto con la Regione soprattutto su due fronti: da un lato per l’elaborazione di percorsi di ricollocazione dei lavoratori (possibilmente nel tessuto produttivo di zona) e dall’altro sullo studio di progetti di riqualificazione futura dell’area. Su quest’ultimo punto ora (e solo ora ad accordi sindacali conclusi) è il momento di premere l’acceleratore vista la disponibilità dimostrata dalla Regione e dall’Assessore Simoncini in particolare: primo obiettivo sarà ovviamente quello di approfondire i vincoli che gravano su tutta l’area sia di miniera che produttiva (che ricordiamo è tuttora di proprietà Italcementi).

“Non smetterò mai – ha commentato Renzo Zucchini - di sostenere il lavoro e coloro che subiscono queste scellerate scelte, fatte sulla pelle delle famiglie. Sono stato, sono e sarò sempre a vostra disposizione. Su questa chiusura è troppo facile speculare e strumentalizzare per secondi fini: credo non sia il caso visto che stiamo parlando del futuro di 48 famiglie. La realtà dei fatti e l’impegno delle persone profuso in questi mesi sono ben noti. Io ieri ero ad ascoltare quella sirena, per l’ultima volta.

Un suono storico, esattamente come la cementeria. Una storia e soprattutto delle persone che sono state messe in secondo piano rispetto agli interessi economici. Questo ordine di priorità non è certo il nostro: non finiremo mai di dirlo e nel nostro modo di amministrare lavoriamo e lavoreremo proprio in tal senso”.

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