Maltempo e dissesti lungo il reticolo idraulico

Panicaglia: ripristinata la linea telefonica dopo la frana. Gestri: “Spero che Napolitano e il Governo rispondano all'appello che arriva da tutti gli enti locali”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 febbraio 2014 22:23
Maltempo e dissesti lungo il reticolo idraulico

L'assessore alla Pubblica istruzione Giovanni Di Fede fotografa in Consiglio provinciale la situazione Scuole e maltempo. "Il monitoraggio condotto dalla Provincia di Firenze e l'opera di intervento prestata, anche preventivamente, dai nostri uffici ha consentito di resistere al maltempo e alle abbondanti piogge di queste ultime settimane: pur essendo scarse le risorse, abbiamo movimentato tutto quello che potevamo per prevenire le emergenze": l'assessore alla Pubblica istruzione della Provincia di Firenze '''Giovanni Di Fede''' fotografa in Consiglio provinciale di Firenze la situazione degli istituti scolastici di pertinenza dell'ente.

Modeste, in generale, le infiltrazioni riscontrate. Nel dibattito seguito alla comunicazione di Di Fede, il consigliere Marco Cordone (Lega Nord) ha auspicato la "rottura del patto di stupidità e non di stabilità: instabili diventano le scuole senza interventi". Di "quadro allarmante" parla Andrea Calò (Rifondazione comunista): "Le scuole sono sott'acqua. Vi sono problemi anche dove la Provincia è intervenuta. Nella ricostruzione dell'assessore manca il Chino Chini perchè è intervenuta la protezione civile".

Per molte scuole, dice per parte sua Erica Franchi (Forza Italia) "sono anni e anni che questa condizione di fragilità esiste. Dunque anni e anni di incuria, di cui non siamo responsabili perché qui non abbiamo mai governato". Franco Pestelli (Pd) ha sottolineato "l'impegno vigile della Provincia su un punto delicato che il nuovo Governo ha posto come prioritario. Circa le responsabilità, ricorderei quelle della ministra Gelmini che hanno comportato lacune strutturali". Causa aggravamento della frana in atto la Provincia di Firenze ha disposto la chiusura al transito, in entrambe le direzioni di marcia, della S.P.

16 "Chianti - Valdarno" al km. 5+000 circa, fino al venire meno delle condizioni di pericolo. Il transito è deviato, in entrambe le direzioni di marcia, sui seguenti itinerari: SP66-SR222 oppure SP56-SP119-SR222. Resta consentito il solo transito pedonale. E’ stata ripristinata la linea telefonica nell’abitato di Panicaglia. Telecom è intervenuta sul guasto provocato dalla frana e dal pomeriggio di lunedì sono state riattivate le linee del telefono e connessione internet con un by pass. Sulla preoccupante situazione dei dissesti su fiumi e torrenti ulteriormente aggravata dagli eventi degli ultimi due mesi, il presidente della Provincia di Prato Lamberto Gestri ha lanciato l'allarme da tempo.

Pochi giorni fa ha scritto anche al presidente della Repubblica Napolitano per esprimere lo sconforto di un amministratore “con le mani legate” di fronte ai gravi problemi di sicurezza del territorio e dei cittadini. Stamani ha fatto il punto della situazione assieme all'assessore alla Difesa del suolo Stefano Arrighini per rilanciare l'allarme sugli ostacoli insensati del patto di stabilità e per annunciare una serie di interventi, tutti in somma urgenza, che stanno per partire proprio per evitare che il problema si aggravi ancora.

“Spero che Napolitano e il Governo rispondano all'appello che viene da tutte le amministrazioni locali perché è necessario sbloccare progetti e risorse – ha detto Gestri – A chi ci accusa di ritardi e si erge e paladino della sicurezza dei cittadini rispondo con i cantieri aperti, gli appalti pronti a partire (se potessimo spendere), i progetti pronti sui tanti, tantissimi fronti che purtroppo sono adesso aperti. E ricordo a questi signori che in Consiglio provinciale hanno sempre votato contro alla nostra richiesta di escludere dal patto di stabilità almeno gli interventi per la sicurezza del territorio”.

“Risolvere i problemi con i cantieri di somma urgenza non è pensabile, si interviene sempre tardi e in sostanza ai cittadini arriva il messaggio che non si fa prevenzione né manutenzione, ma ci si muove solo a disastro avvenuto – aggiunge Arrighini – La soluzione ai problemi del nostro territorio sta nella tanta e tempestiva manutenzione degli argini, in alcuni lavori urgenti nei tratti più fragili e nel completamento delle opere strategiche”. Quello della provincia di Prato è un territorio fragile dal punto di vista idrogeologico con una rete di corsi d'acqua tutti arginati che si gonfiano con grande rapidità e violenza.

E gli eventi climatici estremi sono sempre più frequenti. Nel 2013 emergenze regionale e nazionale del 18 marzo e del 21 ottobre, nel 2014, tre emergenze regionali in gennaio, il 5, il 18 e il 30 e l'ultima, nazionale, del 10 febbraio. Dopo la piena del marzo 2013 per i necessari ripristini servivano oltre 6 milioni di euro. Il 2014 è iniziato con una serie di precipitazioni e definite dagli esperti di particolare eccezionalità. In poche settimane il cielo ha scaricato 883 mm a Cireglio, 834 mm a Vernio, 390 mm a Prato, circa il triplo della media degli ultimi 30 anni.

E il conto dei danni è salito di altri 4 milioni di euro. Su Bisenzio, Ombrone, Iolo, Bardena si aggiungono teloni per tamponare gli argini, ma la vera priorità è il completamento delle casse di espansione previste sull'asta dell'Ombrone, dove attendono anche lavori appaltati su 26 tratti arginali dissestati, oltre agli interventi sugli affluenti Bagnolo, Calice e Iolo nei comuni di Prato, Poggio a Caiano e Carmignano. Tutto bloccato in attesa di verifiche sul patto di stabilità, anche quando, è il caso di Calice e Calicino (2 milioni di euro) e del Bisenzio (1 milione) il finanziamento regionale è certo.

E poi c'è il problema delle frane. In Val di Bisenzio gli stessi eventi climatici hanno provocato in poche settimane 56 frane, di cui 13 a Cantagallo e 37 a Vernio. “Quello che si vede sul territorio è impressionante – spiega Gestri, reduce da un recente sopralluogo – Versanti che cedono, strade con smottamenti ad ogni chilometro, centinaia di alberi divelti, senza contare i grandi movimenti franosi come Migliana e adesso Fossato. Il lavoro da fare è molto e sono preoccupato”.

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