Terme di Petriolo e cantiere del nuovo viadotto tra dibattito e contestazione

Il Sottosegretario D’Angelis:“Grazie a modello di Débat Public tra due settimane partono i lavori per il recupero e la valorizzazione dell’intera area archeologica”. Ma non lesinano critiche Italia Nostra e l'Associazione Gli Amici Dei Bagni

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 febbraio 2014 23:01
Terme di Petriolo e cantiere del nuovo viadotto tra dibattito e contestazione

“E’ un bel paradosso, da 40 anni le Terme di Petriolo, la Chiesa adiacente e le mura storiche sono abbandonate e a rischio crollo, oggi, a due settimane dall’inizio dei lavori per il recupero e la valorizzazione, c’è chi protesta. All’interno dei lavori per la Due Mari/E78 Siena-Grosseto e del nuovo viadotto Farma, che porterà alla demolizione del vecchio ponte lungo 800 metri e alto 100 sostituito da un viadotto molto meno impattante, Anas ristrutturerà l’area archeologica con nuovi parcheggi ad uso pubblico.

Tra lo stare fermi e assistere al degrado e muoversi per aprire un cantiere modello ad impatto zero, valorizzando la zona, mi pare ci sia un enorme differenza da apprezzare”. Così il Sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti Erasmo D’Angelis replica a quanto sostenuto da alcune associazioni in merito ai lavori per il cantiere del nuovo viadotto Farma sulla Due Mari/E78. “Su questa opera – aggiunge D’Angelis – per la prima volta abbiamo applicato, pur non avendo ancora una legge nazionale di riferimento, il modello del Débat Public garantendo ad enti locali, associazioni e privati una soluzione condivisa.

Il nuovo viadotto – conclude il Sottosegretario - che passerà da due a quattro corsie, sarà molto meno impattante per una zona dai luoghi incantevoli e dall’alto valore ambientale, paesaggistico e architettonico”. Proprio venerdì Italia Nostra nazionale ha presentato una diffida per la violazione delle prescrizioni dettate dalla soprintendenza a tutela e salvaguardia dei beni storici. Italia Nostra, Gli Amici Dei Bagni Di Petriolo, il Coordinamento Grossetano Delle Associazioni E Comitati Ambientali reputano che il vino, eccellenza del paesaggio toscano, non è dissociato dalla difesa e protezione del patrimonio storico e ambientale; il Consorzio del Brunello non accetta, o forse ha frainteso, questa visione complessiva tanto da chiamare i Carabinieri per allontanare chi esponeva le foto del degrado di Petriolo.

Eppure Unipol, nella propia Carta dei Valori e Codice Etico, si impegna a farsi carico “della tutela del patrimonio ambientale e del territorio”: non capiamo quindi la stridente contraddizione tra il degrado di Petriolo e la tutela del Brunello.

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