Un farmaco-spazzino per ridurre i danni della chemioterapia

La vicesindaco Saccardi: “Una ulteriore testimonianza del legame stretto del Gruppo Menarini con Firenze”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 febbraio 2014 13:41
Un farmaco-spazzino per ridurre i danni della chemioterapia

Nuova terapia più efficace, semplice e accessibile contro gli effetti tossici della chemioterapia dei tumori ematologici. È quanto dimostrano i risultati preliminari presentati oggi a Firenze dello studio FLORENCE (Febuxostat for tumor Lysis syndrOme pREvention iN hematologiC malignanciEs) alla presenza, tra gli altri, della vicesindaco Stefania Saccardi e di Lucia Aleotti presidente del Gruppo Menarini. Si tratta della più ampia sperimentazione clinica internazionale mai condotta in questo ambito per valutare efficacia e sicurezza di febuxostat, farmaco già usato contro la gotta, nei pazienti a rischio di uno dei più pesanti effetti collaterali della chemioterapia di leucemie e linfomi.

Il nome scelto dal gruppo Menarini per lo studio clinico, che ha ricevuto il patrocinio del Comune di Firenze, è un omaggio alla città dove è stato progettato, con un investimento per l’intero programma di circa 50 milioni di euro. “Questo studio rappresenta una ulteriore testimonianza del legame stretto tra il Gruppo Menarini e Firenze – dichiara la vicesindaco Saccardi – . Menarini è una grande realtà produttiva a livello internazionale e un’impresa che investe sul territorio non solo in termini industriali ma sociali.

Sostiene infatti alcuni progetti a favore della disabilità, per i quali ha ricevuto il Fiorino Solidale, e sta finanziamento il recupero di dieci alloggi di edilizia residenziale pubblica. Di questi tre sono già stati assegnati ad altrettante famiglie in attesa di una casa. Un’azienda che ha quindi un rapporto forte con il territorio e con la città e che nel contempo investe su progetti di ricerca che, come il FLORENCE, danno risultati positivi. Non possiamo che essere soddisfatti dell’esito di questo studio che, due anni fa, fu presentato proprio a Palazzo Vecchio.

E della presenza di una realtà come Menarini sul nostro territorio”. Tornando allo studio FLORENCE, ogni anno oltre 25.000 italiani, soprattutto giovanissimi, si ammalano di leucemie e linfomi, con il rischio di andare incontro a pesanti effetti collaterali fra cui l’insufficienza renale, a seguito della chemioterapia: è la cosiddetta sindrome da lisi tumorale, che nel 5% dei pazienti è addirittura fatale. Causata dalla distruzione rapida di cellule maligne che liberano nel sangue sostanze tossiche, prima fra tutte l’ acido urico.

Ogni anno sono oltre 25.000 gli italiani, soprattutto giovanissimi, che si ammalano di tumori ematologici come leucemie e linfomi, guaribili oggi nel 70 % dei casi, ma che espongono al rischio di uno degli effetti collaterali più temibili della chemioterapia: è la cosiddetta sindrome da lisi tumorale che si verifica quando tante cellule neoplastiche, distrutte dai farmaci, liberano nell'organismo sostanze tossiche per i reni, in particolare acido urico. Questo problema riguarda circa il 3-20% dei malati con tumori ematologici, ma l'incidenza sale fino al 30% negli under 18.

Prevenire la lisi, che può provocare insufficienza renale in circa il 30% dei casi e nel 5% dei pazienti essere addirittura mortale, può essere scongiurata grazie a febuxostat, farmaco già usato contro la gotta: fin dal primo giorno di trattamento febuxostat riduce maggiormente l’acido urico con una superiorità globale di circa il 30% rispetto alla terapia standard (con l’allopurinolo) in uso da più di trent'anni. Nato da una ricerca italiana iniziata nel 2012, lo studio FLORENCE ha coinvolto circa 350 pazienti adulti nei reparti onco-ematologici di 79 centri in dodici paesi (Italia, Germania, Spagna, Spagna, Russia, Croazia, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Serbia, Ucraina, Ungheria e Brasile) e l'Italia ha avuto il coordinamento internazionale della sperimentazione.

Ora l'obiettivo della ricerca è quello di verificare la possibilità di utilizzare la molecola anche nei bambini che al momento non possono usufruire di questo tipo di terapia di supporto che negli adulti è invece già prevista con altri farmaci.

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