Crisi dilagante in Toscana, operai a Roma da Papa Francesco

La delegazione di Castelfiorentino, composta da un centinaio di persone, è giunta a Roma in nottata con due pullman accompagnata dal Cardinale di Firenze, Giuseppe Betori, e da Don Giovanni Momigli

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
29 gennaio 2014 15:34
Crisi dilagante in Toscana, operai a Roma da Papa Francesco

I lavoratori della Shelbox e il Sindaco, Giovanni Occhipinti, questa mattina sono stati ricevuti in udienza da Papa Francesco, il Papa che fin dall’inizio del suo pontificato ha saputo conquistare i cuori della gente con la sua semplicità, la sua tenerezza, il suo sorriso, ma anche con il coraggio che puntualmente riesce a infondere nei confronti di chiunque abbia potuto incontrarlo, anche soltanto per ricevere un messaggio di speranza. La delegazione di Castelfiorentino, composta da un centinaio di persone, è giunta a Roma in nottata con due pullman accompagnata dal Cardinale di Firenze, Giuseppe Betori, e da Don Giovanni Momigli e – dopo aver ascoltato i messaggi rivolti alle varie comunità religiose – ha potuto udire con gioia le belle parole pronunciate dal Papa sulla situazione della Shelbox e il legame forte tra i due concetti del Lavoro e della tutela della dignità della persona. “Ci siamo trovati di fronte - sottolinea Maurizio Garofano, che insieme a Massimo Simoncini era presente stamani a nome della RSU Shelbox - una persona umile, disponibile, esattamente come ce l’aspettavamo.

Papa Francesco ha dimostrato ancora una volta la sua sensibilità nei confronti del grande tema del lavoro, che non è solo un problema economico, materiale, ma è anche psicologico. Tutti siamo rimasti molto colpiti, in particolare, quando ha detto che il dramma non è soltanto la mancanza di pane, ma il non sentirsi più in grado di procurare il pane alle proprie famiglie. Parole che ci incoraggiano a proseguire nella nostra lotta, nella quale rientra naturalmente - nel breve termine - anche la questione degli ammortizzatori sociali”. “E’ stata un’emozione indescrivibile – sottolinea il Sindaco, Giovanni Occhipinti – non solo per la consapevolezza di trovarsi fronte ad una grande personalità come il Papa, ma anche e direi soprattutto per le parole che ha pronunciato sulla difficile situazione dei lavoratori Shelbox, collegando il tema del lavoro a quello della difesa della dignità della persona.

Ciò deve rappresentare per tutti noi, in quanto esponenti delle istituzioni, un richiamo forte a rimuovere tutti gli ostacoli di ordine burocratico che possono frenare la ripresa e lo sviluppo. E’ tempo di guardare ad uno scenario più ampio, per utilizzare al meglio tutte quelle opportunità che possono venire anche dall’Europa”. "Questa mattina i lavoratori della Shelbox di Castefiorentino, un' azienda storica di case di legno e prefabbricati, dichiarata fallita dal tribunale, sono stati ricevuti dal Papa: davvero una bella notizia.

Il santo Padre nella sua udienza ha ricordato che il lavoro è fonte di dignità e ha augurato che sia fatto tutto il possibile perché la situazione dell'azienda sia risolta al più presto. Mi auguro che giungano buone notizie per lavoratori e lavoratrici la cui cassa integrazione è in scadenza a marzo, e che sono in attesa di conoscere il loro futuro e quello di un'azienda la cui chiusura segnerebbe un forte colpo alla situazione occupazionale dell'area e del paese." Lo dichiara la Vice Presidente del Senato Valeria Fedeli. Pelletteria - Quali prospettive per le aziende Zerotwonine e Baracchino? La consigliera provinciale del Pd Silvia Melani chiede alla Provincia di Firenze se si è attivata per contrastare questa situazione.

Non si sarebbe ancora concretizzata la manifestazione di interesse per l'acquisto della pelletteria Zerotwonine di Fucecchio da parte del potenziale acquirente che, anche grazie ad un accordo sottoscritto in Provincia, aveva consentito l'accesso alla cassa integrazione straordinaria per i 25 dipendenti dell'azienda; il calzaturificio Baracchino di Fucecchio avrebbe comunicato a Filctem-Cgil di voler cessare l'attività, mettendo così a rischio il posto di lavoro per i 29 dipendenti dell'azienda; ricordato che: la Zerotwonine (Ex Marianelli-Mariangel) - un'azienda storica del territorio che si occupa prevalentemente di piccola pelletteria come borse o accessori vari - è fallita nell'agosto 2013 ma i suoi dipendenti non riscuotono ancora la cassa integrazione, che dovrebbe essere approvata dal Ministero tra febbraio e marzo di quest'anno; il calzaturificio Baracchino - famoso per il marchio Sax - ricorreva da tempo alla cassa integrazione appreso inoltre che, per quanto riguarda il calzaturificio Baracchino, sarebbe stato sottoscritto in Provincia un accordo di cassa integrazione straordinaria che fissa al 31 gennaio 2015 il termine entro il quale individuare un compratore disposto a rilevare l'azienda salvando i posti di lavoro; ritenuto che i lavoratori abbiano diritto ad ottenere in tempi rapidi chiarimenti sul futuro delle aziende che consentano loro di prendere una decisione sulla propria attività lavorativa; ritenuto inoltre che le istituzioni locali debbano fare quanto loro possibile per consentire un futuro produttivo di due aziende strategiche nel settore della pelletteria, salvaguardando i posti di lavoro ed evitando di disperdere le alte professionalità aziendali; ritenuto che la scomparsa definitiva delle aziende Zerotwonine e Baracchino sarebbe un ulteriore grave colpo per l'occupazione a Fucecchio; nell'esprimere la propria solidarietà ai lavoratori delle due aziende domanda se la Provincia di Firenze è a conoscenza di quanto sopra esposto, se tali notizie rispondono a verità e qual'è l'attuale situazione della pelletteria Zerotwonine e del calzaturificio Baracchino di Fucecchio; quali iniziative la Giunta Provinciale ha attivato o intenda attuare per contrastare questa grave situazione che, in un momento di grave crisi economica del paese, mette a rischio posti di lavoro nel territorio della Provincia". Dramma Seves - "Quanto avviene in queste ore ai lavoratori della Seves è la cronaca di un disastro annunciato cinque anni fa allorquando fu concessa la cassa integrazione ad una azienda con i conti in ordine e con buone prospettive industriali e di ordinativi.

Allora si parlò anche ombre di speculazioni immobiliari, con la complicità di alcuni settori dell'amministrazione cittadina, sugli stabilimenti Seves che avrebbero spinto la proprietà a delocalizzare l'azienda." Così Guglielmo Picchi, deputato di Forza Italia e candidato sindaco di Firenze, commenta la situazione Seves e si dichiara solidale con i lavoratori che rischiano il posto. "Le istituzioni si facciano sentire e il segretario del PD Matteo Renzi si spenda col governo e con la proprietà per mantenere i livelli occupazionali dell'azienda.

Il suo peso politico di Sindaco e leader del PD potrebbe essere decisivo. Noi siamo preoccupati dell'esito di questa vertenza e disponibili a fare la nostra parte". "Esprimo la mia forte preoccupazione per la decisione di Seves di aprire la procedura di mobilità per 97 lavoratori, cui va la mia solidarietà, che avrebbero diritto alla cassa integrazione fino a giugno e che invece si troveranno ad affrontare mesi ancora più difficili di quelli già trascorsi". Lo dichiara la vicepresidente del Senato Valeria Fedeli.

"Non voglio credere, però, che questa decisione precluda la possibilità di riaprire lo stabilimento. Mi auguro che il mondo dell'imprenditoria voglia farsi avanti e impegnarsi per rilancio di Seves e la tutela delle capacità, le competenze ed il saper fare dei lavoratori di questa azienda e che, a loro volta, le istituzioni sapranno appoggiare chi voglia salvaguardare questa importante risorsa per il Paese." "Per il momento -conclude Fedeli- è molto importante mantenere alta l’attenzione sulla vicenda e da questo punto di vista reputo bella e interessante la serie di iniziative e spettacoli, cui sicuramente parteciperò insieme ad altri parlamentari, che i lavoratori della Seves organizzeranno per aprire la fabbrica a tutta la città di Firenze". “Seves non giochi sulla pelle di cento lavoratori e delle loro famiglie.

Le lettere con cui si avviano le procedure di mobilità, con oltre quattro mesi di anticipo sulla scadenza della cassa integrazione, lasciano la spiacevole impressione che, da un lato, ci si voglia liberare dei dipendenti, per definire con le banche, senza intralci occupazionali, il passaggio del Gruppo al fondo tedesco Triton e, dall’altro, si accelerino i tempi per evitare che possano essere formulate altre offerte”. E’ quanto ha dichiarato la senatrice fiorentina Rosa Maria Di Giorgi, commentando l’avvio delle procedure di licenziamento per i dipendenti Seves di Firenze. “Ho sollecitato – spiega la senatrice Di Giorgi – la risposta del ministro del Lavoro e di quello dello Sviluppo economico a una mia interrogazione sulla vicenda Seves, firmata anche dalle senatrici Valeria Fedeli (Pd) e Alessia Petraglia (Sel), perché è bene che il Governo faccia chiarezza e si attivi per salvaguardare un’eccellenza del Made in Italy.

Ci farebbe piacere vedere lo stesso attivismo dimostrato in altre situazioni di attualità e, anche per questo, interverrò in aula a fine seduta per portare a conoscenza del Senato la situazione dello stabilimento fiorentino”. Apprezzamento per la proposta di parere della Commissione Lavoro della Camera a proposito del testo del governo sugli ammortizzatori in deroga, che sarà discusso questo pomeriggio, è stato espresso dall'assessore alle attività produttive lavoro e formazione della Regione Toscana Gianfranco Simoncini, coordinatore delle Regioni per il settore lavoro.

"Siamo soddisfatti – afferma l'assessore – perchè il parere raccoglierebbe le proposte avanzate dalle Regioni per quanto riguarda le risorse, i criteri e le procedure. Auspico che tale proposta venga accolta e che anche il Senato si esprima in sintonia con queste indicazioni. Soprattutto sarebbe decisivo che il governo potesse fare suo il parere, modificando la proposta in modo da mettere in sicurezza centinaia di migliaia di lavoratori che si trovano in difficoltà nell'affrontare le gravi conseguenze della crisi.

In particolare, ci auguriamo che si possano affrontare e corrreggere le questioni che potrebbero determinare forti penalizzazioni in particolare per i giovani e le componenti più deboli del mercato del lavoro, dando al tempo stesso certezza sulle modalità di utilizzo ed accesso alla deroga. Una volta per tutte si deve essere sicuri che, sino a quando ci sarà questo strumento, chi ne ha diritto lo possa utilizzare e abbia certezza di ricevere l'indennità, evitando la pesantissima situazione sociale di questi giorni per il 2013".

L'assessore Simoncini ribadisce che le Regioni hanno posto più volte la necessità di superare la cassa integrazione in deroga per andare verso uno strumento universalistico di sostegno al reddito dei lavoratori. Biblioteche fiorentine - "Nel corso della riunione di giovedì scorso delle Commissioni Lavoro e Cultura del Consiglio Comunale abbiamo definitivamente appreso il rifiuto dell’Amministrazione, espresso dall’Assessore Givone, ad inserire nel bando di gara delle biblioteche le clausole di salvaguardia per gli oltre 70 addetti che ci lavorano a garanzia della continuità occupazionale, della professionalità e quindi della qualità dei servizi per i cittadini.

Come già evidenziato nella suddetta riunione, constatiamo tuttavia che nell’attuale capitolato di gara per i servizi di pulizia, portierato e facchinaggio della stessa Amministrazione pubblicato il 20 dicembre scorso é contenuta non solo l’indicazione dei contratti nazionali di riferimento ma anche la clausola sociale. Appare evidente che le motivazioni giuridiche che sono servite per giustificare questo rifiuto rispondono a valutazioni e scelte di carattere politico. Chiediamo pertanto al Sindaco e alla Giunta comunale di garantire per i lavoratori delle biblioteche le stesse tutele previste per i lavoratori delle pulizie, del portierato e del facchinaggio.

Non è accettabile infatti che per appalti simili ci possano essere trattamenti del tutto opposti e per di più giustificati in punta di un diritto che evidentemente non è scienza assoluta ma consente molteplici interpretazioni" Maurizio Magi Filcams CGIL Il 30 giugno finiranno gli ammortizzatori sociali e per i 38 operai ex Sadam, l’ex zuccherificio di Castiglion Fiorentino, si apriranno le porte della mobilità. Un passo di non ritorno nella vicenda che risale al 2006 e che a tutt’oggi sconta quello che la delegazione delle rsu ricevuta in palazzo Panciatichi ha definito “un silenzio umiliante da parte delle istituzioni”, dal Comune alla Provincia di Arezzo, fino alla stessa Regione.

Ad ascoltare le accorate parole degli operai in cassa integrazione ormai da otto anni il presidente del Consiglio, Alberto Monaci, Ivan Ferrucci (Pd), Giovanni Santini (Fi), Monica Sgherri (FdS-Verdi), Marta Gazzarri (Idv), Antonio Gambetta Vianna (Più Toscana-Ncd), Giovanni Donzelli (FdI), Maria Luisa Chincarini (Cd) e il consigliere Gabriele Chiurli, che fa parte del gruppo Misto. Le Rsu chiedono “una risposta chiara, attesa da anni”, sulla fattibilità della centrale a biomasse per la riconversione dell’impianto, unitamente al recupero e all’utilizzo del sito dove sorgeva l’ex zuccherificio.

“Non pretendiamo che si dica sì per forza – hanno spiegato durante l’incontro – ma che almeno arrivi una risposta; ci sono organismi preposti alla valutazione ambientale che non rispondono. E ricordiamo a tutti che c’è un’azienda disposta a investire e a creare 450 posti di lavoro”. Dai lavoratori la richiesta al Consiglio di “manifestare alla Giunta l’esigenza di incontro ai massimi livelli”. Il presidente dell’assemblea toscana, Monaci si è impegnato “fin da domani a dare notizie entro 10 giorni, anche a costo di dover dire, purtroppo, che non c’è niente da fare”.

“Qualche indirizzo alla Giunta, noi, lo dobbiamo dare”, ha aggiunto il presidente, incassando la disponibilità dei capigruppo presenti

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