Sgombero in via dei Servi: il disagio sociale in un video sul web

De Zordo e Grassi: "Violenza gratuita contro donne con bambini". Solidarietà agli occupanti dai Cobas del Comune di Firenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 gennaio 2014 14:17
Sgombero in via dei Servi: il disagio sociale in un video sul web

Firenze - Il video degli scontri durante lo sgombero di via dei Servi, alle spalle del Duomo di Firenze, ha fatto il giro del web e non sono mancate polemiche. La necessità di non dormire per strada ha costretto 10 famiglie, italiane e straniere tra cui due coppie richiedenti asilo, tutte con bambini, ad occupare ieri, domenica 19 gennaio, un immobile vuoto da anni in via dei Servi con l'aiuto del Movimento di lotta per la casa. Un gesto estremo compiuto da persone folli o una reale necessità che non trova alternative? Una domanda scorretta, che però in questo periodo necessita una risposta sempre più chiara.

Firenze è contraddistinta come la città della solidarietà, una città Solida perché Solidale dove l'assistenzialismo è al primo posto.

Riconoscimenti ricevuti in questi anni non solo da parte degli operatori, ma anche dalle Istituzioni, un recente intervento del sottosegratario Manzione ha inteso parlare di "Modello Firenze" per le problematiche legate alla gestione delle occupazioni abusive. L'assessorato competente è un fulcro del sistema amministrativo, tanto che Stefania Saccardi è stata più volte nominata come successore naturale di Matteo Renzi ad indossare la fascia tricolore. Il punto di vista però cambia totalmente se a parlare sono i movimenti o chi li rappresenta tra i banchi del consiglio comunale, come Ornella De Zordo o Tommaso Grassi: L'occupazione di case, vuote da tempo, di proprietà pubblica o di grandi gruppi immobiliari o finanziari, sono un atto di autodifesa che ormai troppo spesso rappresenta l'unica possibiità di avere un tetto sulla testa per tante, troppe persone che vengono stritolate da una società sempre più ingiusta e diseguale, in cui la povertà aumenta vertiginosamente, quanto l'arricchimento di pochi e la spregiudicata condotta di potenti soggetti che non pagano mai.

Visto che cita - a sproposito - La Pira, Renzi si vada a studiare cosa ha fatto quel Sindaco in materia. Scoprirà che le case sfitte le aveva requisite lui, per darle agli sfrattati. Invece Renzi ha stornato 1 milione di euro per case popolari dal bilancio su altre voci di spesa per lui più interessanti". A far discutere all'indomani dell'ultimo sgombero lampo avvenuto nel cuore di Firenze è il video circolato nelle ultime ore: "Siamo sconcertati - dichiarano Ornella De Zordo e Tommaso Grassi - e indignati, dal comportamento che i vertici delle "forze dell'ordine" stanno tenendo in questo ultimo periodo.

Anche questa volta una violenza ingiustificata e assurda, cariche violente, una donna ricoverata all'ospedale. Diciamo chiaramente che è un comportamento ingiustificabile di cui qualcuno dovrebbe essere chiamato rispondere e di cui leggiamo invece in rete civica che la vicesindaco Saccardi si compiace. Unica cosiddetta alternativa per gli sfrattati concepibile per l'Amministrazione è stata, ancora una volta, dividere i padri dalle madri con bambini: soluzione sempre rifiutata dalle famiglie come ben sa il Comune di Firenze che evidentemente difende i valori della famiglia solo per alcuni.

Piena solidarietà ai protagonisti di questa come delle altre occupazioni, al movimento di lotta per la casa, e a tutti i movmenti sociali che difendono il diritto all'abitare". La storia di un edificio sfitto per decenni Lo stabile in via dei Servi 18, sfitto da anni, è di proprietà di una delle più ricche famiglie di Signa, insieme a uno dei costruttori costruttori edili di Lastra a Signa. Lo stabile è di particolare interesse storico perché progettato dal Brunelleschi.

Dopo averlo svuotato dagli inquilini, i proprietari hanno stipulato con parente un contratto di affitto che prevedeva la possibilità per l’affittuario di subaffittare per un determinato periodo di tempo gli appartamenti dopo averli ristrutturati ammortizzando le spese sopportate per la ristrutturazio (un project financing ante-litteram). Iniziati i lavori di ristrutturazione lo stabile è stato sottoposto a sequestro giudiziario per ristrutturazione abusiva: fondamentali sono state nella vicenda le denunce di Italia Nostra.

In presenza del decreto di sequestro i lavori di ristrutturazione sono continuati fino all’occupazione dello stabile nel marzo del 1979 da parte di una decina di famiglie organizzate nel Comitato Proletario di lotta per la casa e nell’Unione Inquilini. L’assessore Marino Bianco si recava immediatamente nello stabile occupato, parlava con gli occupanti, garantiva che non ci sarebbe stato nessuno sgombero e verificava lo stato dell’immobile e dei lavori effettuati abusivamente. La foto dell’assessore con gli occupanti e le dichiarazioni dello stesso finivano in prima pagina sui giornali cittadini e grazie a questa forte presa di posizione dell’assessore la proprietà non sporgeva denuncia anzi si dichiarava immediatamente disponibile ad una trattativa con gli occupanti che portava dopo pochi mesi alla stipula di un contratto di affitto ad equo canone, canone determinato senza tener conto della recente ristrutturazione perché abusiva e quindi ad un prezzo ulteriormente ridotto per gli occupanti diventati affittuari.

Calati i riflettori sulla vicenda, alla scadenza dei contratti la proprietà inviava lo sfratto agli inquilini e a partire dai primi anni ’90 inizia lo svuotamento dello stabile, svuotamento ultimato pochi anni fa con lo sfratto dell’ultima famiglia rimasta. Lo svuotamento dello stabile è stato possibile grazie all’intervento pubblico, molti degli inquilini hanno infatti avuto contestualmente allo sfratto l’assegnazione di un alloggio di Edilizia Residenziale Pubblica. La maggior parte dello stabile è vuota da più di 10 anni, nonostante questo la proprietà ha avuto l’ardire e la faccia tosta di ricorrere alla Corte Europea per ricevere un indennizzo dallo Stato per i ritardi nell'esecuzione dello sfratto.

Istanza che è stata puntualmente raccolta con la sentenza di Strasburgo del 4 marzo 2004 (Richiesta n. 48171/99) e lo Stato dopo avergli liberato lo stabile per tenerlo vuoto è stato costretto a rimborsare alla proprietà più di 30.000 euro. "In realtà in questa vicenda non c’è solo l’inadeguata azione politica dell’Amministrazione Comunale, c’e molto di più -commentano i Cobas del Comune di Firenze- c’è la riprova che nelle scelte dell’Amministrazione c’è la precisa volontà di precludere alla parte meno abbiente della popolazione la vetrina di questa città ed è altrettanto chiaro che è questa Amministrazione il principale mandante di questa spietata azione di polizia.

La storia di questo stabile, le tante malefatte compiute in più di un trentennio da questi speculatori non può avere come epilogo uno sgombero, e l’azione dell’assessore Saccardi nei confronti della proprietà non può limitarsi ad una esortazione: questo stabile dovrebbe essere requisito e consegnato agli occupanti"

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