Operatori fiorentini di Medici Senza Frontiere, incontro in via Cavour

Presentato l’incontro che si terrà nell’Auditorium di palazzo Panciatichi a partire dalle 16. Daniela Lastri: “Un’occasione per far conoscere come si svolge un’azione umanitaria in condizioni particolarmente difficili”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 gennaio 2014 18:27
Operatori fiorentini di Medici Senza Frontiere, incontro in via Cavour

Firenze – “E’ un momento importante di formazione, un’occasione per far conoscere, in particolare ai giovani nelle scuole, come si svolge un’azione umanitaria in condizioni particolarmente difficilì”. Così Daniela Lastri, consigliera segretario dell’Ufficio di presidenza, ha presentato l’incontro con gli operatori fiorentini di Medici Senza Frontiere, che si svolgerà giovedì 16 alle 18, nell’Auditorium di via Cavour 4, nel quadro delle iniziative per la Festa della Toscana.

Le testimonianze dirette e personali di uomini e donne che, nel pieno delle emergenze, devono fare i conti con la propria coscienza, il coinvolgimento emotivo, le minacce, gettano infatti una luce diversa sulle sfide e sui limiti che accompagnano gli interventi umanitari. “Parlare di Medici Senza Frontiere può sembrare quasi superfluo perché, in realtà, tutti la conoscono – ha aggiunto Lastri – Non tutti, però hanno ben presente la mole impressionante di lavoro umanitario che svolge questa organizzazione”.

Ed ha ricordato alcuni dati. Siamo in presenza di 2mila 500 operatori umanitari internazionali, di cui oltre 350 italiani ed oltre 29mila gli operatori locali in oltre 60 paesi. Nel corso del 2011, ad esempio, MSF ha effettuato più di 8milioni e 300mila visite mediche, curato un milione e 422mila 800 casi di malaria, vaccinato oltre 5milioni di persone contro il morbillo in risposta ad un’epidemia, effettuato oltre 73mila interventi chirurgici, assistito oltre 14mila donne vittime di violenza sessuale, aiutato a nascere più di 190mila bambini, fornito il trattamento a 228mila 700 persone sieropositive.

“Un altro dato eccezionale: la grande maggioranza dei fondi raccolti, circa il 99 per cento, proviene da scelte fatte da privati cittadini – ha aggiunto - Meno dello 0,8 per cento dei proventi di Medici Senza Frontiere Italia proviene da fondi pubblici. Sono numeri e fatti che si commentano da soli”. “E’ proprio grazie ai fondi propri che possiamo intervenire subito nelle emergenze, senza aspettare nessuno. Questo fa la differenza” ha sottolineato Annalisa Bertusi, logista fiorentina di Msf dal 2003, che ha lavorato in paesi sotto i riflettori per le carestie, le guerre, le catastrofi naturali, come il Niger, l'Afghanistan, il Darfur e l'Indonesia, ma anche completamente dimenticati come il Burundi o il Malawi.

“Mi occupo di tutto quello che serve ai medici per fare bene il loro lavoro: costruzioni, potabilizzazione dell'acqua, gestione del parco mezzi e degli approvvigionamenti, sistemi di comunicazione – ha osservato – Quarant’anni di esperienza ci hanno permesso di mettere a punto precisi standard per ogni paese in cui andiamo: stesse macchine, stesse strutture, che ci mettono in condizione di lavorare appena arrivati”. “Il grande sostegno che troviamo, non solo tecnico ma anche umano, ci viene dai comitati locali – ha aggiunto – Noi restiamo qualche mese, al massimo un anno, poi il progetto viene gestito da loro per molto tempo”. “L’organizzazione è stata fondata da medici e giornalisti.

Un suo valore fondamentale è la testimonianza – ha ricordato Laura Righi, coordinatrice del gruppo Msf di Firenze – Il film-documentario di Peter Casaer ‘MSF (UN)limited’, che sarà al centro dell’incontro di giovedi prossimo, raccoglie proprio testimonianze personali sulle sfide e i limiti degli interventi, sull’evoluzione degli approcci medici, sulla necessità di essere realmente indipendenti; sui dilemmi e i compromessi incontrati e sulle nuove sfide che la più grande organizzazione umanitaria indipendente di soccorso medico si appresta a raccogliere”. All’incontro parteciperà anche Fabio Gianfortuna, psicologo e psicoterapeuta, che ha lavorato per molti anni a Firenze.

Nel 2004 è entrato a far parte di Medici senza Frontiere ed è stato coordinatore di progetto in vari paesi fra cui Kashmere, Pakistan, Palestina, Colombia e Darfur. Attualmente ricopre il ruolo di coordinatore associativo di MSF Italia. Le sale di Palazzo Panciatichi ospitano per gli ultimi giorni due mostre fotografiche di Medici senza frontiere: ‘Da quarant’anni all’inferno: NON CI ARRENDIAMO”, un viaggio lungo quarant’anni raccontato da importanti fotografi da sempre vicini all’organizzazione, e “Il cibo non basta” sulla malnutrizione infantile in Asia e Africa.

(dp)

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