Sempre più i lavoratori licenziati: finito il sostegno cosa succede?

Tante le vertenze in atto. Quante famiglie sopravvivono con gli ammortizzatori sociali? Il record di richieste è oramai superato. Ma quando il sostegno sarà finitocosa accadrà? Shelbox: i lavoratori in presidio da 365 giorni

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 gennaio 2014 16:33
Sempre più i lavoratori licenziati: finito il sostegno cosa succede?

Tanti, troppi i tavoli aperti ed i comunicati che parlano di ''licenziamenti''. La Toscana è una regione che, fatti due conti, sopravvive sugli ammortizzatori. Una specie di carrozzeria colorata e piena di potenziale in balia dei tornanti. Fino a quanto resisteranno gli aiuti sociali? Sono a termine, ricordiamocelo. Quelle famiglie che adesso si arrangiano in attesa di migliori occasioni, pur mettendoci tutto l'ottimismo del mondo, si confrontano con chi ha già esaurito il suo tempo senza aver trovato alternative valide.

E quella storia che ci sarebbe chi rinuncia alle offerte di lavoro per campare di sussidio? Verissimo, avete presente quell'automobilista che stamani non vi ha fatto passare sulle strisce pedonali? Ecco, pensiamo positivo: probabilmente voleva offrirvi un contratto a tempo indeterminato, e magari lo avete pure insultato. Ingrati. La Formazione? Un fallimento. "Non si è creata alternativa se non quella di vedere confermati gli ammortizzatori sociali. Il Consiglio provinciale sul lavoro ha sancito - secondo il consigliere del Pdl Piergiuseppe Massai - "il fallimento della formazione professionale in provincia di Firenze e in Toscana così come la formazione è stata concepita dalla Sinistra.

I dati sui disoccupati che hanno ritrovato un posto di lavoro a seguito della formazione sono completamente deludenti e tradiscono le aspettative di chi non ha alternativa se non quella di vedere confermati gli ammortizzatori sociali, dunque precarietà e assistenzialismo". Un brutto epilogo per i lavoratori delle portinerie degli uffici FS della Toscana attività assegnate alla ditta Marco Polo che è fallita e ha licenziato dal 31 dicembre 2013 tutti i lavoratori.

La società Ferservizi del Gruppo FS, non ha previsto per tempo il cambio appalto e solo nel mese di dicembre 2013, con le lettere di licenziamento già inviate ai lavoratori, si è attivata per trovare una nuova ditta che rilevasse il lavoro e gli addetti. Il risultato è stato che il 31 Dicembre 2013 i lavoratori della Marco Polo, sono stati tutti licenziati con il rischio di non essere riassunti dal nuovo appaltatore. "Vogliamo stigmatizzare il comportamento dell’alta Dirigenza della società Ferservizi –FS che solo nel mese di dicembre 2013 si è interessata alla questione, nonostante i solleciti del sindacato, e poi quando si è attivata, ha contribuito a peggiorare la questione prevedendo che la nuova ditta che avrebbe gestito i lavori e riassorbito tutto il personale, invece di applicare il CCNL precedente dell’ Attività Ferroviarie, ha previsto il nuovo affidamento con il CCNL Multiservizi con una riduzione dello stipendio degli addetti di circa 200,00 ero al mese.

Per il sindacato è inaccettabile e provocatoria la situazione che si è creata: non si possono utilizzare i lavoratori, fra l’altro con uno stipendio già basso, per creare le condizioni affinché tutti gli appalti FS vengano ricondotti all’applicazione di un CCNL più vantaggioso per le aziende a parità di lavoro. Diciamo NO al taglio degli stipendi e al peggioramento delle condizioni di lavoro. Il sindacato nell’esprimere solidarietà e vicinanza alle lavoratrici e ai lavoratori colpiti così duramente, nonostante il lavoro sia richiesto dalla società Ferservizi FS, chiede urgentemente un tavolo reale alla Società Ferservizi del gruppo FS per riportare la vicenda nei giusti canali, con l’obiettivo dell’ assunzione di tutti i lavoratori presenti nell’appalto al 31/12/2013 e l’applicazione, agli stessi, del CCNL Attività Ferroviarie, a tal fine le scriventi OO.SS.

sono pronte a mobilitare tutti i lavoratori degli appalti FS della Toscana" così le Segreterie Regionali. La Segreteria della Funzione Pubblica Cgil esprime piena solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori delle Biblioteche Fiorentine del Comune di Firenze appaltate a soggetto esterno. "Quanto denunciato dalla Filcams Cgil, categoria di riferimento per questi lavoratori, è assai preoccupante in quanto le scelte di Palazzo Vecchio, operate attraverso il nuovo Capitolato di Appalto, non garantiscono la difesa del posto di lavoro per i 70 lavoratori che ormai da anni lavorano per l'Amministrazione Comunale. Il ricorso all'appalto per i servizi pubblici dimostra la fragilità di un sistema che non è in grado di garantire occupazione stabile e la volontà di non utilizzare tutte le possibili forme di tutela previste è la dimostrazione, ancora una volta, di predicare bene, ma di razzolare molto peggio.Ci chiediamo se il Piano del Lavoro del nostro Sindaco, che credo non voglia smentire il segretario del PD, sia davvero quello di garantire occupazione, dignità e retribuzioni adeguate al lavoro svolto.

La Funzione Pubblica Cgil, nel sostenere la giornata di lotta promossa per lunedì 13 gennaio per i lavoratori delle Biblioteche, invita tutti i dipendenti del Comune di Firenze che operano nel settore della Cultura ad essere presenti Lunedì 13 Gennaio all'assemblea indetta da RSU e al presidio davanti a Palazzo Vecchio". "Come già denunciato più volte la pratica dell’esternalizzazione e dell’appalto dei servizi pubblici, genera alla fine una fabbrica di precarietà, che nascondendosi dietro un cosiddetto contratto a tempo indeterminato, di fatto mette al massimo ogni 3 anni i lavoratori di fronte alla eventuale cessazione del rapporto di lavoro.

Purtroppo le scelte maturate in sede politica e il cedimento di tante organizzazioni sindacali ha permesso il crearsi di queste fasce di precariato diffuso, che in nome di un presunto risparmio che di fatto non esiste, conduce a considerare i lavoratori a livello di merci, senza alcun rispetto per i diritti e la dignità del singolo. USB Pubblico Impiego "invita pertanto tutti i lavoratori del Comune di Firenze a dare la propria solidarietà ai colleghi dei servizi bibliotecari in appalto, partecipando al presidio che si terrà lunedi 13 Gennaio 2013 dalle ore 15 alle ore 17 presso Palazzo Vecchio" Domani si celebra un triste anniversario per la Shelbox di Castelfiorentino, i cui dipendenti hanno organizzato un’iniziativa pubblica in vista della scadenza della cassa straordinaria. Resta alta l'attenzione della Regione per la delicata vicenda Shelbox, l'azienda di Castelfiorentino specializzata in casette di legno, con oltre 150 dipendenti, dichiarata fallita dal tribunale. L'assessore alle attività produttive lavoro e formazione Gianfranco Simoncini ha messo in agenda per il prossimo martedì 21 gennaio, alle 12, un incontro con il curatore fallimentare, le organizzazioni sindacali, i sindaci di Castelfiorentino e Certaldo Giovanni Occhipinti e Andrea Campinoti, la Provincia di Firenze.

Servirà per fare il punto sulle prospettive di reindustrializzazione dell'area. Domani sarà presente anche la senatrice Laura Cantini, già sindaco di Castelfiorentino, e molto legata alla vicenda dell’azienda di case mobili: « Riattivare lo stabilimento- dichiara cantini- questo è il nostro obiettivo. Dopo le vicissitudini dell’ultimo anno non possiamo più permetterci di far passare altro tempo. Le condizioni anche produttive di quest’area sono cambiate, dobbiamo tornare a garantire il lavoro.

Dopo oltre un anno dalla chiusura, per abbandono degli imprenditori, si allontana sempre di più la possibilità di una ripresa della lavorazione delle case mobili, anche se sarebbe la cosa più logica visto che il lavoro non è mai mancato. Uno stop così prolungato ha però determinato un riposizionamento del mercato e non dimentichiamo che nel frattempo si è attivata una lavorazione "gemella" in zona, anche se molto più piccola e per adesso incapace di riassorbire i lavoratori in cassa integrazione.

Per questo deve essere chiaro se esistono realmente nuovi acquirenti, perché qualora non ve ne fossero dobbiamo subito cambiare strategia. Dobbiamo costruire un progetto industriale calato su quest’area utilizzando i suoi punti di forza: ampi capannoni con possibilità di ampliamento, grandi piazzali disponibili, tempi veloci di attivazione essendo già area urbanizzata, maestranze, che hanno dimostrato attaccamento al lavoro e grande volontà, nonostante l’abbandono degli imprenditori. Con queste credenziali si può ricominciare.

Ma non da soli: essenziale sarà il coinvolgimento del settore programmazione e sviluppo della Regione insieme al Ministero dello Sviluppo economico, la Camera di Commercio dell’area metropolitana Firenze Prato Pistoia, ma anche da utilizzare dagli Enti di promozione e l'Agenzia per lo sviluppo dell'Empolese Valdelsa che avranno il compito di formulare il progetto di rilancio, da mettere a disposizione del curatore per la ricerca diretta di operatori. Sarà questo il nostro prossimo obiettivo: attivare tutti gli strumenti a nostra disposizione e creare le condizioni per tornare a far lavorare quei lavoratori ai quali domani andremo non solo a manifestare la nostra solidarietà, ma a portare, speriamo, le soluzioni ai loro problemi». "Esprimere sostegno e vicinanza ai 150 lavoratori della Shelbox di Castelfiorentino, l'azienda specializzata in case mobili e prefabbricati dichiarata fallita dal tribunale, in cig da oltre un anno, è il motivo per cui domani parteciperò al "compleanno" del loro presidio a Firenze." Lo dichiara la Vice presidente del Senato Valeria Fedeli.

"Ora i lavoratori, la cui cig è in scadenza a marzo, sono in attesa di conoscere il loro futuro . Intanto è una buona notizia l'incontro che il prossimo 21 gennaio si svolgerà in Regione Toscana, continua, "Shelbox è un' azienda storica di case di legno e prefabbricati, un'importante risorsa per l'Italia : la ferma definitiva della sua produzione, che mi auguro che le istituzioni si adoperino per scongiurare, segnerebbe un forte colpo alla situazione occupazionale dell'area e del paese". Cambiare le norme sui carrozzieri.

Lo chiede al governo l'assessore alle attività produttive Gianfranco Simoncini in un una lettera indirizzata al ministro dello sviluppo economico Flavio Zanonato. L'asssessore si è fatto portavoce della preoccupazione dei carrozzieri toscani, manifestata da alcune associazioni di categoria, per gli effetti negativi sulle imprese e l'occupazione del settore di quella parte del decreto legge "Destinazione Italia" che si occupa di Rc auto. Con l'articolo 8 del decreto infatti, sono stati inseriti due punti che prevedono il "risarcimento obbligatorio" delle auto che hanno subito incidenti, rendendo di fatto obbligatorio rivolgersi alle officine convenzionate con le assicurazioni.

"Se tali provvedimenti venissero approvati - afferma Simoncini - potrebbero mettere in difficoltà molte carrozzerie che hanno individuato nella propria indipendenza la loro scelta strategica, andando così anche in contrasto con la politica di liberalizzazione dei servizi, indirizzando tutto il mercato delle riparazioni solamente verso le officine convenzionate". "Sono quindi a chiederle - conclude l'asessore nella lettera al ministro - la disponibilità a valutare possibili margini di ricerca di un percorso di modifica di quelle norme".

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