Fondi europei: ecco cosa farà la Toscana per i prossimi sette anni

L’assessore Simoncini, ascoltato dalle commissioni Europa e Attività produttive, ha delineato il quadro delle politiche per il periodo 2014-2020

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
08 gennaio 2014 18:38
Fondi europei: ecco cosa farà la Toscana per i prossimi sette anni

Firenze – Il punto sulla programmazione dei Fondi europei da parte della Regione Toscana per i prossimi sette anni, dal 2014 al 2020: è quanto è stato fatto questa mattina dall’assessore regionale alle Attività produttive, formazione e lavoro Gianfranco Simoncini durante la seduta congiunta della commissione per le politiche dell’Unione europea e gli affari internazionali e la commissione Attività produttive, presiedute rispettivamente da Marco Taradash (Ncd) e Rosanna Pugnalini (Pd). Simoncini ha spiegato che le risorse europee a disposizione per i prossimi sette anni sono “le più certe e definite” che abbiamo a disposizione visto il clima di tagli e di difficoltà nazionali, e che la Toscana “si presenta alla scadenza con le carte in regola sulla base dell’esperienza e della capacità di impegno e di spesa; non ci siamo mai trovati davanti al pericolo di disimpegno automatico”.

Detto questo, dato che la lentezza della burocrazia europea faceva correre il rischio di non avere i fondi stanziati in tempo per il 2014, Simoncini ha ricordato che il Consiglio regionale ha deciso di anticipare 82 milioni di euro in modo da garantire il mantenimento delle politiche avviate. Anche i fondi europei arriveranno tuttavia con una leggera decurtazione rispetto al periodo precedente. Nel dicembre scorso sono stati pubblicati i regolamenti e, ha spiegato ancora l’assessore, stavolta “si punta molto sulla concentrazione tematica e sui risultati attesi; si chiede dunque uno sforzo di programmazione diverso”. Ci sono indicazioni vincolanti.

Ad esempio, per quanto riguarda il Fesr, l’80% dei fondi deve essere destinato a obiettivi specifici come ricerca e sviluppo, agenda digitale, competitività delle piccole e medie imprese, il restante 20% alle politiche ambientali per l’abbattimento delle emissioni di carbonio. Rimangono, secondo Simoncini, alcuni nodi da sciogliere. Il primo riguarda la contrattazione con il governo nazionale e l’attesa della conferma dei Pon (i Piani operativi nazionali), in cui si prevede che, ad esempio, debba essere impiegato il 20 per cento dei fondi del Fse sulla carta di inserimento; spiccano poi temi come la occupabilità, l’assunzione di giovani, l’infanzia, l’istruzione, le città metropolitane (cioè, in Toscana, Firenze).

A seconda di come saranno modulati i Pon, saranno rivisti anche i i Piani operativi regionali (Por): è ovvio, ha spiegato l’assessore, che se a livello nazionale si impiegano fondi cospicui per un obiettivo specifico, a livello regionale sarà meglio indirizzare le risorse altrove. L’altro nodo è rappresentato dal destino delle Province, che avevano e hanno una competenza esclusiva nella gestione di alcuni fondi, come quelli per la formazione. “La Regione Toscana si pone l’obiettivo di partire il prima possibile – ha concluso Simoncini –.

Dato che i Por potranno essere avviati dopo l’approvazione dell’accordo di partenariato da parte dell’Ue, e cioè verso la fine di aprile, noi vorremmo essere pronti il giorno dopo”. Per questo la Giunta ha già approvato due delibere con una prima ipotesi di ripartizione dei fondi. “Ovviamente – ha commentato alla fine Marco Taradash – a una prima illustrazione generale dovrà seguire una fase in cui si entra concretamente nei contenuti”. A questo proposito il presidente della Commissione ha anche chiesto di avere il quadro aggiornato su alcune questioni aperte, tra cui la tramvia di Firenze, il “people mover” di Pisa e la ferrovia di collegamento tra porto di Livorno e interporto, sulle quali sarà effettuato un approfondimento anche con il coinvolgimento dell’assessore ai Trasporti.

Rosanna Pugnalini ha chiesto a Simoncini, e ottenuto, rassicurazioni sul fatto che, con i nodi che restano da sciogliere, ci sia la possibilità di far partire i bandi; Nicola Nascosti (Forza Italia) ha espresso la raccomandazione che i fondi per le città metropolitane siano intesi come destinati a tutta l’area metropolitana, cioè anche ai comuni limitrofi.

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