Michelangelo a Firenze nelle immagini di Aurelio Amendola

In occasione dei 450 anni dalla scomparsa di Michelangelo Buonarroti, che ricorreranno esattamente il prossimo 18 febbraio, la città di Firenze rende omaggio a colui che fu uno dei più geniali esponenti del Rinascimento

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
08 gennaio 2014 15:43
Michelangelo a Firenze nelle immagini di Aurelio Amendola

FIRENZE - In occasione dei 450 anni dalla scomparsa di Michelangelo Buonarroti, che ricorreranno esattamente il prossimo 18 febbraio, la città di Firenze rende omaggio a colui che fu uno dei più geniali esponenti del Rinascimento, attraverso una serie di eventi e mostre specifiche, la prima delle quali è stata inaugurata l’8 gennaio. Il potere dello sguardo, Michelangelo a Firenze nelle immagini di Aurelio Amendola, coniuga la bellezza estetica e concettuale michelangiolesca con il linguaggio fotografico di Amendola, suggerendo un nuovo modo di guardare ai principali capolavori del genio di Caprese.

La mostra presenta una selezione di 23 immagini, distribuite fra la Cripta delle Cappelle Medicee, le due tribunette, e la Sagrestia Nuova, luoghi particolarmente suggestivi per la loro bellezza, e legati a Michelangelo che vi lavorò attivamente nei suoi anni fiorentini, e vi seppe anche trovare rifugio; progettò infatti la mai realizzata facciata di San Lorenzo, dallo stile classico e proporzionato, che non vide la luce per problemi tecnici e finanziari; tuttavia legò il suo nome al complesso religioso realizzando la Sagrestia Nuova, destinata ad accogliere le tombe dei Duchi medicei.

Inoltre, in quei turbolenti giorni agostani del 1530, che videro la caduta della Repubblica Fiorentina e il definitivo ritorno dei Medici, il repubblicano Michelangelo, inseguito da un mandato di cattura, visse nascosto in una stanza segreta proprio sopra la Sagrestia Nuova, e ingannò la noia e la paura occupando la mente con il disegno; restano infatti ancora oggi, sulle pareti dell’angusta stanzetta, figure allegoriche, studi anatomici, fregi, realizzati a carboncino durante i giorni di quella forzata prigionia.

Quando finalmente, riuscì, in incognito, a lasciare Firenze, si diresse alla volta di Roma, dove rimase fino alla morte, che lo colse nel 1564. Per cui, soltanto la prima parte del percorso artistico di Michelangelo è legata a Firenze, ma in quegli anni ebbe il tempo di realizzare quegli straordinari capolavori che l’obiettivo di Amendola ci restituisce sotto una luce diversa, più profonda, poiché, come osserva la Soprintendente Acidini, ne coglie l’espressività drammatica attraverso la sottolineatura dei giochi di luce e ombra; questo carattere chiaroscurale è dovuto alla scelta concettuale di enfatizzare quel contrasto interiore che accompagnò Michelangelo per tutta la sua lunga vita e ne percorse la produzione artistica, perennemente sospesa fra ciò che è palese e ciò che è invece nascosto, fra il pieno e il vuoto, il peccato e la virtù, il bene e il male.

Una dicotomia che fu propria di altri artisti rinascimentali, compresi i poeti, dei quali Michelangelo seppe far parte con i suoi Sonetti. L’incontro fra Michelangelo e Amendola genera un arco voltaico di sensibilità artistica, che ha un bell’approccio critico proprio nella sottolineature del contrasto di cui sopra. Proprio questo contrasto è il concetto focale del Rinascimento, che riscoprendo la cultura classica riscoprì anche l’essenza pensante dell’uomo, il quale, in quanto individuo razionale, è soggetto, e oggetto, di scelte e responsabilità, quasi mai facili, e che mettono in gioco la sua essenza di essere umano.

La serie Prigioni, e il David, sono i più figliai esempi della responsabilità che implica il libero pensiero. A impreziosire la mostra, il bel catalogo realizzato da Utet Grandi Opere FMR, al quale si affianca un pregiato volume di grande formato, di alto valore estetico e culturale, che propone nelle sue pagine 83 scatti michelangioleschi di Amendola, oltre a 46 dei più significativi disegni del Buonarroti, oltre agli affreschi della Cappella Sistina e il Tondo Doni. Fabio Lazzari, presidente del gruppo Utet FMR, esprime soddisfazione per la prestigiosa collaborazione con il Polo Museale fiorentino, e ricorda come Amendola, nella sua ormai trentennale frequentazione di Michelangelo, inviti l’occhio di chi guarda, a uscire dall’ammirazione nostalgica, per abbracciare il cuore delle sue sculture, incastonato nel contrasto fra luce e ombra che dà vita al marmo altrimenti freddo.

Nel 1994 Amendola, con il volume Un occhio su Michelangelo, dedicato alla cappella medicea in San Lorenzo a Firenze, ha vinto il Premio Oscar Goldoni, mentre nel 2007 è stato il primo artista a esporre una mostra fotografica al Museo dell’Hermitage di San Pietroburgo, che aveva quale tema le opere scultoree di Michelangelo Buonarroti. Il potere dello sguardo sarà visibile fino al 15 marzo, da lunedì a domenica, con orario 8,15-15,30. Biglietto d’ingresso 6 Euro (ridotto 3). Niccolò Lucarelli

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