La Sanità Toscana in difficoltà non rinuncia ai piccoli ospedali

"Non li voglio chiudere". E' perentorio il presidente Enrico Rossi, interpellato circa la lista ministeriali dei piccoli ospedali da chiudere

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
09 dicembre 2013 15:21
La Sanità Toscana in difficoltà non rinuncia ai piccoli ospedali

FIRENZE - "Non li voglio chiudere". E' perentorio il presidente Enrico Rossi, interpellato circa la lista ministeriali dei piccoli ospedali da chiudere. "Noi in Toscana abbiamo già razionalizzato il sistema ospedaliero, passando da 92 a 38 ospedali. E' una sciocchezza tirare un rigo sotto i 120 posti letto. Ragionare in termini di posti letto è roba del secolo scorso. Ci sono dei piccoli gioielli di queste dimensioni. Certo i piccoli ospedali devono fare il loro. Ad esempio noi ci facciamo l'oncologia, la specialistica.

La chirurgia programmata, la medicina. La diagnostica si fa in via telematica con gli ospedali più grandi. Perchè le dovremmo togliere?" "Siamo in una situazione di difficoltà sociale – ha proseguito - In Italia il 30% della popolazione è a rischio povertà. Non si può più far cassa sulla sanità, un comparto che ha già perduto l'8% delle risorse. In Italia abbiamo la spesa sanitaria più bassa di Gran Bretagna, Francia e Germania. In Toscana però abbiamo i bilanci in pari e certificati.

Confido nella saggezza del ministro Lorenzin". Altrimenti, è stato chiesto al presidente? "Dovranno passare sul mio corpo - ha concluso - Io non ci sto''. I piccoli ospedali toscani Volterra, Portoferraio, Massa Marittima, Borgo San Lorenzo, Fivizzano, Pontremoli, Barga, Castelnuovo Garfagnana, San Marcello Pistoiese, Abbadia San Salvatore, Casentino, Valdichiana La Fratta, San Sepolcro, Castel del Piano, Orbetello, Pitigliano, Figline, IOT (Firenze), Castelfiorentino. Sono solo 5 le Aziende toscane (tra le 12 sanitarie e le 4 ospedaliere) che hanno dato corso alla legge 190 del 2012 che prevede l’istituzione – ovunque negli enti pubblici d’Italia, enti sanitari compresi – di un responsabile anticorruzione per ogni Azienda.

Il dato emerge dallo studio appena diffuso da Libera e Gruppo Abele, che vede la Toscana attestarsi per un pelo sul livello di trasparenza ‘medio’ con il minimo del punteggio di quella fascia (34%). E sì che siamo in zona Cesarini, dato che il termine ultimo che la 190/2012 fissa per ottemperarvi è il 31 gennaio 2014. Tra poco, dunque. La cosa è saltata all’occhio del Vicecapogruppo del Nuovo Centrodestra in Consiglio regionale Marco Taradash che – insieme al suo Presidente Alberto Magnolfi e ai Consiglieri Andrea Agresti e Roberto Benedetti – ha subito predisposto un’interrogazione all’assessorato alla salute per sapere, detto in soldoni, cosa mai si stia aspettando a dotarsi del responsabile anticorruzione in ogni dove: «Anche perché – chiosa Taradash – la pletora di fascicoli, esplorativi e non, aperti dalle procure su varie Asl della Toscana, da Massa a Siena, da Firenze a Pistoia e via inquisendo, dimostra quanto bisogno ci sia di questa figura.

Per questo, oltre all’interrogazione, sto progettando di impegnare la giunta ad ottemperare alla legge attraverso una mozione specifica». Ma ecco i dati, reperibili al link http://www.riparteilfuturo.it/sanita/#toscana. Tra quelle toscane, la sola azienda col bollino-trasparenza di colore verde (la fascia migliore) è il policlinico universitario senese delle Scotte col 67% di punteggio. Maglia nera invece, con l’11% appena, per il pediatrico Meyer di Firenze privo di responsabile anticorruzione, certo, ma anche del Piani anticorruzione e di quello sulla trasparenza.

Semaforo rosso, anche se con percentuali poco più alte, anche per l’azienda ospedaliero-universitaria di Careggi a Firenze e per le Asl 2 (Lucca), 3 (Pistoia), 4 (Prato), 5 (Pisa), 7 (Siena), 9 (Grosseto) e 11 (Empoli). Per tutti gli altri c’è il bollino giallo della fascia mediana. Valori davvero bassini. Come intende rimediare la giunta regionale? Toccherà all’assessore al diritto alla salute Luigi Marroni spiegarlo in forma scritta entro 60 giorni rispondendo all’interrogazione. Sguardo attento su “La salute di genere in Toscana” (Documenti dell’Agenzia regionale di Sanità) con la presentazione del primo rapporto, mercoledì 11 dicembre alle 14.30, in Aula consiliare di Palazzo Panciatichi (via Cavour, 4 - Firenze). In Toscana, infatti, all’interno del Consiglio sanitario regionale, è stata istituita la commissione permanente per le problematiche della medicina di genere, partendo dal principio che la salute non è neutra, e che anche in medicina va applicato il concetto di diversità tra donne e uomini per garantire il miglior trattamento, nella prevenzione e nella cura.

Non costruendo una medicina al femminile e una al maschile, ma applicando il concetto di diversità per garantire a tutti, donne e uomini, la migliore terapia possibile in funzione della specificità di genere. In tale contesto si inserisce la presentazione del documento Ars (Agenzia regionale di sanità) sulla salute di genere in Toscana, con gli interventi – coordinati dalla presidente della Commissione regionale Pari Opportunità Rossella Pettinati – di Antonio Panti (presidente Ordine Medici di Firenze e Federazione regionale Ordine Medici della Toscana e vicepresidente Consiglio sanitario regionale), Anna Maria Celesti (responsabile commissione permanente per le problematiche della medicina di genere), Fabio Voller (osservatorio di epidemiologia dell’Agenzia regionale di sanità).

Questo primo rapporto rappresenta una raccolta di contributi epidemiologici sulla salute di genere in Toscana

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