Giovane deceduta all'ospedale di Orbetello: «Poteva essere salvata»

L'assessore Marroni scrive al ministro Lorenzin. "Bollini rosa" a 14 ospedali toscani a misura di donna

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 dicembre 2013 19:20
Giovane deceduta all'ospedale di Orbetello: «Poteva essere salvata»

FIRENZE- Quella di Valentina Col è stata "una morte evitabile quindi prevenibile", avvenuta per colpa di una serie di imperdonabili errori. L'indagine del Ministero mette sotto accusa l'ospedale di Orbetello e la competenza degli operatori dell'ospedale a proposito del caso della ragazza morta il 25 agosto scorso all'ospedale S. Giovanni di Dio per una embolia polmonare massiva. Qualche giorno prima la campionessa di volley aveva avuto un incidente mentre si trovava in vacanza. Gli ispettori del ministero, che hanno indagato sul decesso nei giorni scorsi sono giunti a una volta: «Poteva essere salvata».

Secondo anticipazioni di stampa, la relazione del ministero della Salute inchioda i medici grossetani, accusati di “gravi incongruenze nella compilazione delle schede cliniche e errori nella somministrazione della cura” "Con rammarico ho appreso dai media e dai quotidiani notizie circa il contenuto del rapporto degli Ispettori Ministeriali relativamente al caso della giovane deceduta il 25 agosto scorso presso l'ospedale di Orbetello". Comincia così la lettera che l'assessore al diritto alla salute Luigi Marroni ha inviato oggi al ministro Beatrice Lorenzin.

Già in un comunicato inviato due giorni fa l'assessore aveva espresso il proprio appoggio all'azienda sanitaria di Grosseto, e il proprio disappunto per le modalità seguite dagli ispettori ministeriali. Lo stesso disappunto che esprime ora nella lettera al ministro. "Il testo del rapporto - prosegue la lettera - o le informazioni ufficiali inerenti al rapporto stesso, non sono mai statti trasmessi alla Regione e all'Azienda sanitaria interessata, che pure hanno offerto senza riserve la disponibilità necessaria a far luce sulla vicenda, all'insegna della trasparenza e della collaborazione istituzionale".

Nella lettera, l'assessore Marroni chiede al ministro Lorenzin di ricevere prima possibile tutta la documentazione già in possesso dei mezzi di informazione; e le chiede anche "supporto per correggere la scorrettezza procedurale verificatasi, che rischi di minare la fiducia degli operaotri e professionisti del servizio sanitario nel sistema di gestione degli eventi avversi in sanità a livello nazionale, vanificando l'impegno finora profuso da tutte le istituzioni per una sanità che vuole imparare dagli errori per non ripeterli, e che per farlo necessita della collaborazione dei soggetti che nel sistema operano con impegno e spirito di servizio".

L'assessore Marroni avanza anche una proposta di legge: "Diritto alla giustizia e diritto alla salute non devono entrare in conflitto - dice -, emerge quindi la necessità di un chiarimento sulla materia a livello del quadro legislativo nazionale. La Regione Toscana ha già introdotto, in alcune delibere, provvedimenti a tutela dei sistemi di segnalazione, ma occorre una legge nazionale che sancisca la legittimità dei sistemi di reporting e learning e il loro utilizzo a fini esclusivi di analisi e miglioramento organizzativo: in sostanza, che regolamenti le procedure di utilizzo delle informazioni derivanti dalle inchieste interne". Quest'anno sono 14 gli ospedali toscani che si sono aggiudicati i "bollini rosa" attribuiti dall'Onda, l'Osservatorio nazionale sulla salute della donna, che anche quest'anno (come fa dal 2007 con cadenza biennale) ha stilato la classifica degli ospedali che offrono le prestazioni e i servizi migliori a misura di donna: dalla strutture maggiormente qualificate nella cura di patologie femminili specifiche, a reparti di ginecologia e ostetricia all'avanguardia.

Le strutture premiate in tutta Italia sono 230, con 3, 2 o 1 bollino, in base al punteggio ricevuto. Il totale dei bollini attribuiti agli ospedali toscani è di 29. "Sono molto soddisfatto di questo riconoscimento attribuito agli ospedali toscani - è il commento dell'assessore al diritto della salute Luigi Marroni - Tra l'altro, il numero è cresciuto dal 2011: allora erano 10, oggi sono 14. Le donne costituiscono la maggioranza dell'utenza dei servizi sanitari, ma non sempre gli ospedali offrono un trattamento adeguato alle loro esigenze e necessità.

La Toscana ha dimostrato di essere una regione molto attenta alle problematiche femminili anche sul versante sanitario. In Toscana è insediata una Commissione regionale permanente sulla medicina di genere, e in molte aziende è in funzione il Codice Rosa, che presto si estenderà a tutta la Toscana". Questi gli ospedali toscani che hanno ricevuto i "bollini rosa":

Tre Bollini Rosa: - Ospedale San Donato di Arezzo (Asl 8) - Azienda ospedaliero universitaria di Careggi, Firenze - Azienda ospedaliero universitaria Pisana - Azienda ospedaliero universitaria Senese Due Bollini Rosa: - Ospedale del Casentino, Bibbiena (Asl 8 Arezzo) - Ospedale Santa Maria della Gruccia, Montevarchi (Asl 8 Arezzo) - Ospedale San Giovanni di Dio a Torregalli (Asl 10 Firenze) - Azienda ospedaliero universitaria Meyer, Firenze - Ospedale s.Maria Annunziata a Ponte a Niccheri (Asl 10 Firenze) - Presidio ospedaliero piana di Lucca (Asl 2) - Ospedale della Misericordia, Grosseto (Asl 9) Un Bollino Rosa: - Ospedale Piero Palagi, Firenze (Asl 10) - Ospedale del Mugello, Borgo San Lorenzo (Asl 10 Firenze) - Ospedale SS.

Giacomo e Cristoforo di Massa (Asl 1).

L'attribuzione di 1 bollino rosa riconosce la presenza nell'ospedale di unità operative (da 1 a 3) che curano patologie femminili specifiche e l'applicazione dei Lea (Livelli essenziali di assistenza), con particolare riferimento all'appropriatezza delle prestazioni, accreditamento e certificazione per i requisiti alberghieri e strutturali. Due bollini vengono attribuiti a quegli ospedali che, oltre ai requisiti precedenti, abbiano almeno tre donne nel Comitato Etico, che prevedano donne in posizioni di responsabilità ai vari livelli, personale di assistenza prevalentemente femminile, che sotto il profilo archiettonico sottolineino la centralità della persona ricoverata, e che riservino particolare attenzione ai bisogni delle donne di etnie diverse.

Il massimo riconoscimento, i tre bollini rosa, viene attribuito a quegli ospedali che, a tutte le caratteristiche già descritte, aggiungano un contributo in pubblicazioni scientifiche su patologie femminili, l'applicazione delle normativa sull'Ospedale senza dolore, il controllo del dolore nel parto e l'analgesia ostetrica.

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