Prato: serve una risoluzione per chiedere legalità e rispetto diritti?

Il testo è stato approvato a maggioranza con l’astensione di quattro consiglieri regionali. Il sindaco Cenni: «Chiediamo allo Stato e alle autorità cinesi di fare di più per ripristinare la legalità»

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 dicembre 2013 19:17
Prato: serve una risoluzione per chiedere legalità e rispetto diritti?

Firenze– In attesa di un appuntamento specifico, un Consiglio straordinario sulla tragedia di domenica scorsa a Prato, in cui potranno essere approfondite le questioni della riduzione in schiavitù di un gran numero di lavoratori cinesi, l’Aula di palazzo Panciatichi ha oggi approvato, a maggioranza, una risoluzione che esprime il cordoglio per le vittime del rogo e chiede l’impegno del Consiglio toscano a favore dei diritti, dell’integrazione e della legalità all’interno della comunità cinese.

La risoluzione, sottoscritta da consiglieri diversi schieramenti, impegna la Giunta a spingere il Governo a varare un programma per contrastare i fenomeni del traffico di esseri umani, della riduzione in schiavitù e dello sfruttamento del lavoro di migliaia di lavoratori di origine cinese, di rivedere gli accordi con la Cina alla luce dell’emergenza umanitaria che si sta manifestando, nonché a guidare il coordinamento degli Enti locali e delle associazioni di categoria del distretto pratese.

Ad illustrare il testo in Aula è stato Rudi Russo, Centro democratico, primo firmatario della risoluzione, che ha sottolineato anche “il cordoglio per la perdita di sette vite umane e l’indignazione per lo stato di grave e continuato disprezzo per i diritti umani”. Marco Taradash, Nuovo Centrodestra, ha però osservato che non era corretto, vista l’importanza dell’atto, “continuare la discussione in un’Aula mezza vuota” e ha invitato a “discutere la risoluzione in un’altra occasione, magari nel prossimo Consiglio”.

Il vicepresidente Giuseppe Benedetti, Ndc, che in quel momento coordinava i lavori d’Aula, ha invitato a votare per il valore simbolico e ad approfondire la questione in un’occasione dedicata al caso Prato. Si è andati dunque alla votazione. Il testo è stato approvato a maggioranza con i voti di tutti i consiglieri ma con le astensioni di Gabriele Chiurli del Gruppo Misto, Marco Carraresi dell’Udc, Paolo Marini del gruppo Fds-Verdi e del citato Taradash. Ripartire dalle persone e dai diritti dei lavoratori.

E' questo l'invito che il presidente Enrico Rossi ha rivolto al consiglio comunale riunito a Prato, con le autorità locali, dopo la tragedia costata la vita a 7 cittadini cinesi. Il presidente ha esordito dando lettura della lettera che ha ricevuto dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: "Dobbiamo partire proprio dalle sue indicazioni – ha proseguito - Il senso di questa giornata è quello di un impegno da riprendere in modo sollecito e approfondito, fuori dalla luce dei riflettori e dandoci il tempo necessario, per analizzare i problemi e presentare ai cittadini soluzioni condivise".

"Bisogna ripartire, è stato detto. Non c'è indifferenza né assuefazione nei nostri cuori e nelle nostre menti. E quindi ripartire dalle persone, dai lavoratori, dalle famiglie, e mettere al centro di questa ripartenza i diritti dei lavoratori e delle persone, superando divisioni e divergenze". "Occorreranno scelte coraggiose – ha concluso il presidente Rossi – bisognerà uscire dalle strade battute. Ma insieme riusciremo a rispondere alle domande e ai bisogni fortissimi che esprime la nostra popolazione e a ritrovare consapevolezza e dignità di noi stessi". «Chiediamo allo Stato e alle autorità della Repubblica Popolare Cinese di fare di più per arginare questa emergenza che Prato vive da troppi anni».

E' stato questo il messaggio principale espresso dal sindaco Roberto Cenni e il senso stesso del Consiglio comunale strordinario convocato oggi nella giornata di lutto cittadino per le 7 vittime del rogo nella confezione cinese al Macrolotto 1. La seduta è stata avviata dai rintocchi della campana La Risorta di Palazzo Pretorio, seguita da un minuto di silenzio dell'assemblea. Tante le autorità presenti: il Vescovo Monsignor Franco Agostinelli, il Prefetto Maria Laura Simonetti, la console cinese Wang Xinxia, il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, il consigliere regionale eletto a Prato Fabrizio Mattei, la vicepresidente della Provincia Ambra Giorgi, i sindaci dell'area, il presidente del Tribunale di Prato, i rappresentanti delle Forze dell'Ordine, dei sindacati e delle categorie economiche. In apertura il presidente del Consiglio comunale Andrea Amerini ha letto i telegrammi di solidarietà del presidente del Consiglio Enrico Letta e del Ministro dell'Interno Angelino Alfano, che hanno assicurato l'intervento del Governo per adottare misure di sostegno sul territorio al fianco del Comune.

E' stato letto dal presidente della Regione Rossi anche il messaggio di solidarietà del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ha sollecitato "interventi concertati a livello nazionale, regionale e locale per far emergere da una condizione di insostenibile illegalità e sfruttamento realtà produttive e occupazioni che possono contribuire allo sviluppo economico toscano e italiano". Messaggi di cordoglio sono poi arrivati dai Comuni di Pistoia e di Barletta, che ha fatto fare anche un minuto di silenzio nelle proprie scuole, e dalla città gemellata di Wangen in Cina.

Molto commosso l'intervento della console Xinxia, che è scoppiata in lacrime ricordando le vittime dell'incendio nella fabbrica-dormitorio. «E’ la prima volta nella storia di Prato che viene indetto il lutto cittadino. Questo è un giorno di cordoglio, in cui esprimiamo le condoglianze ai familiari delle 7 persone morte tragicamente nel rogo della confezione - ha detto il presidente del Consiglio Andrea Amerini - ma da questo scaturisce anche la necessità di fare una riflessione più ampia su quanto è avvenuto, perché altrimenti aver indetto il lutto cittadino rimarrebbe un atto privo di vero contenuto.

Di fronte a fatti così gravi, che avvengono nelle periferie della nostra città, il compito della politica è quello di interrogarsi sull’accaduto e adoperarsi perché simili tragedie non avvengano più. Questo non è il momento di elevare steccati tra i partiti, non è il momento di rinchiudersi dietro le ideologie, ma è sicuramente il momento di mettersi al servizio della città, di trovare una soluzione che riporti alla legalità e alla sicurezza una situazione che non può più essere ignorata, perché non è degna di un Paese civile».

«Quella di via Toscana è stata una tragedia annunciata - ha dichiarato il sindaco Cenni - Ci sono centinaia di situazioni analoghe a rischio nella nostra città ed è stato un miracolo che non fosse successa prima una cosa del genere. Per questo ringrazio anche il grandissimo lavoro svolto dalla nostra PIOlizia Municipale, che negli ultimi quattro anni ha portato avanti un grandissimo lavoro di controllo su aziende e negozi per verificare il rispetto delle normative. Questa città deve tornare alla normalità e per farlo occorre che Prato abbia quelle risorse e quel riconoscimento che la terza città del Centro Italia merita: non è accettabile che Prato abbia a disposizione meno mezzi, per organico e peso decisionale, di altre realtà territoriali anche più piccole come Grosseto, Pisa o Livorno.

Non è una questione di campanilismo, ma una necessità, per far fronte agli urgenti bisogni del territorio. Quella pratese è una comunità aperta, capace di accogliere. Ma non si può parlare di integrazione se prima non si riesce a far comprendere il significato di parole come “diritti” e “doveri”, che devono essere in stretta correlazione tra loro. Quello della commemorazione di oggi è già un segnale importante di compattezza, come lo è stata la fiaccolata. Confrontiamoci, mettiamo sul tavolo delle soluzioni, chiediamoci cosa possiamo fare da domani mattina per risolvere questo problema.

Perché da un evento negativo scaturisca qualcosa di positivo. Mi aspetto però che lo Stato, la Regione e le autorità cinesi facciano di più di quello che è stato fatto finora». Al termine della seduta tutti i consiglieri, la giunta e i rappressentanti istituzionali presenti sono confluiti in piazza San Domenico nel corteo organizzato da Cgil, Cisl e Uil e partito da via Pistoiese per andare a deporre una corona di fiori a nome della città di Prato presso il monumento ai Caduti sul Lavoro in Piazza Cardinale Niccolò. La vice presidente della Provincia Ambra Giorgi è intervenuta oggi pomeriggio al Consiglio comunale di Prato, riunito in seduta solenne nel giorno del lutto cittadino per la tragedia del Macrolotto. “Queste povere vittime, 7 morti sul lavoro, sono stati uno shock per tutti, anche per la comunità cinese – ha detto Giorgi - Sono piombati come macigni su un distretto già esangue per la crisi, ma hanno aperto una voragine che si allargherà se non ci impegnamo tutti ad una svolta seria.

La parola d'ordine, l'ho ripetuto spesso in questi due giorni, è la collaborazione fra le due comunità. Tutti i livelli istituzionali, dagli enti locali al Governo, devono lavorare insieme, ma anzitutto la comunità cinese deve aprire la porta del dialogo. E ieri sera, alla fiaccolata organizzata in via Toscana, per la prima volta nella commozione generale, sono state dette parole chiare e forti. Il presidente dell'associazione Italia-Cina, l'imprenditore Gabriele Zheng, ha chiesto alla propria comunità di prendersi la responsabilità e cambiare l'atteggiamento autonomamente per arrivare al rispetto delle regole.

E prima di me la console cinese ha confermato la stessa apertura, lo stesso impegno”. Ambra Giorgi è convinta che si tratta di un passo avanti storico nei rapporti con la comunità cinese, che sia venuta l'ora della ripartenza. “Dobbiamo lavorare sulla prevenzione e la sicurezza, sul rispetto dei diritti, sulla legalità, ma sono consapevole che le nostre forze non bastano. Il mio appello dunque va al presidente del Consiglio Enrico Letta, perché mantenga la promessa di un tavolo per Prato dove siedano i rappresentanti dei vari ministeri per affrontare la situazione.

E ripartire”. Al termine del discorso la console Wang Xinxia si è alzata e ha abbracciato Ambra Giorgi. Impossibilitato a partecipare alla seduta solenne del Consiglio comunale di questo pomeriggio perché all'estero, il presidente della Provincia Lamberto Gestri ha inviato un messaggio al sindaco e al presidente del Consiglio comunale: "Mi dispiace profondamente non condividere questo momento importante di dolore e di riflessione in consiglio comunale. Come sapete mi trovo all'estero e mi è stato impossibile rientrare.

La Provincia, del resto, oggi è rappresentata egregiamente dalla vicepresidente Ambra Giorgi. Saluto tutti voi, voglio dirvi che sono vicino a tutti coloro che vivono e lavorano a Prato e che oggi piangono – tutti insieme – questi morti. I prossimi mesi e le prossime settimane ci dovranno vedere più impegnati che mai a promuovere anche un salto di qualità nella collaborazione istituzionale che deve riguardare, con le amministrazioni locali e regionale, il Governo. Di fronte abbiamo problemi complessi, lo sappiano tutti.

Se ne esce soltanto tutti insieme. I fronti su cui lavorare li conosciamo e coinvolgono diversi ministeri. I nostri parlamentari hanno chiesto al presidente Letta di tenere a Prato un consiglio dei ministri. E' giusto. Anch'io sono pronto a sostenere, con il sindaco, l'invito a venire a Prato, rivolto al presidente della Repubblica. Un pensiero rivolgo alla comunità cinese. E dico, con convinzione, che vogliamo sostenere, in tutti i modi possibili, l'impegno per la svolta necessaria verso l'emersione e la regolarizzazione di tante imprese che operano a Prato". Il lutto cittadino quest'oggi a mezzogiorno è stato celebrato a palazzo Buonamici con un minuto di silenzio e di raccogliemento nella sala del Consiglio, a cui ha partecipato il personale dell'ente insieme alla vice presidente Ambra Giorgi.

Dopo la pausa di raccoglimento sono stati letti, a più voci, alcuni passi della Costituzione italiana che riguardano i temi del lavoro, della dignità e della sicurezza. Per esempio l'articolo 3, che riconosce a tutti i cittadini pari dignità sociale e ugugaglianza davanti alla legge, l'articolo 4 in cui la Repubblica riconosce il diritto al lavoro, il 35 che tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni e il 36 che stabilisce come ogni lavoratore abbia “diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”.

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