La Toscana che lavora si ferma per i morti cinesi del Macrolotto

Uno stop simbolico, alle 12 di domani, per manifestare il dolore per le vittime del rogo di Prato e ribadire un no chiaro e netto allo sfruttamento dell’uomo sull’uomo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 dicembre 2013 13:46
La Toscana che lavora si ferma per i morti cinesi del Macrolotto

Una fermata simbolica, alle 12 di domani, mercoledì 4 dicembre, in tutti i luoghi di lavoro della Toscana, per manifestare il dolore per le vittime del rogo di Prato e ribadire un no chiaro e netto allo sfruttamento dell’uomo sull’uomo. E’ l’iniziativa lanciata dalle segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil e rivolta ai lavoratori, ma anche a tutti i toscani, da attuare domani, nel giorno in cui Prato ricorderà con il lutto cittadino le sette vittime cinesi del rogo del Macrolotto. “La Toscana del lavoro si fermi –dicono i segretari regionali delle tre confederazioni Alessio Gramolati (Cgil), Riccardo Cerza (Cisl) e Vito Marchiani (Uil)- per esprimere la propria solidarietà ai sette lavoratori cinesi morti nel rogo al Macrolotto e per ribadire che nel lavoro, non deve esserci sfruttamento, non deve esserci mancanza di diritti e di legalità, non deve esserci violazione della dignità della persona, indipendentemente dal colore della pelle, dalla nazionalità e dalla comunità di appartenenza.” “E’ un principio valido in ogni parte del mondo –dicono Gramolati, Cerza e Marchiani- ma che oggi siamo chiamati a riaffermare nella nostra Toscana: finché una sola persona sarà sfruttata e ridotta in schiavitù, la nostra coscienza non potrà essere in pace.” Nel pomeriggio, alle 18,30, Cgil, Cisl e Uil di Prato hanno organizzato una marcia silenziosa che partirà da via Pistoiese (angolo Via Bonicoli) per concludersi con la deposizione di una corona di fiori al monumento ai caduti sul lavoro in piazza San Niccolò. "La Cooperativa Il Villaggio dei Popoli apprende con dolore la vicenda dell'incendio nella fabbrica di Prato avvenuta domenica mattina ed esprime la propria solidarietà alle vittime e alle loro famiglie", dichiara Luigia Giusto, presidente della Cooperativa fiorentina di commercio equo e solidale "Il Villaggio dei Popoli".

E continua: "Un tragico filo nero lega la tragedia avvenuta ieri a Prato, che ha visto la morte di sette persone, con la strage del RANA PLAZA in Bangladesch avvenuta pochi mesi fa dove persero la vita 1.127 lavoratori ed alle tante morti che avvengono ogni giorno, legate anche alla ricerca ossessiva del prezzo più basso possibile a scapito non solo della sicurezza, ma anche della dignità stessa dei lavoratori. Il Movimento del Commercio Equo e Solidale da sempre denuncia lo sfruttamento del lavoro nella filiera economica convenzionale, e in particolare in quella dell?abbigliamento, proponendo una strada alternativa dove il rispetto dei diritti umani e del giusto valore del lavoro vengono al primo posto". Toscana Tv seguirà stasera, in diretta, dalle ore 18,55 sul canale 18, la fiaccolata dalla fabbrica, in via Toscana, dove sono morti sette operai cinesi. Le telecamere di Toscana Tv saranno in diretta anche domani, mercoledì 4 dicembre, in occasione del lutto cittadino, per riprendere il Consiglio comunale di Prato, riunito in seduta straordinaria: dalle ore 16,00 sul canale 194, dalle18,55 il collegamento si sposterà sul canale 18, per una finestra in diretta. "La globalizzazione spietata ha un enclave in casa nostra e la morte ce la portiamo addosso. Prato è la nostra Dacca, la città del Bangladesh dove in primavera nel crollo di un edificio-formicaio, nel quale si produceva abbigliamento per griffe occidentali, sono morte oltre mille persone. Nessuno è innocente, a Prato e fuori di essa.

Troppi occhi italiani sono rimasti chiusi: chi per convenienza, chi per indifferenza, chi per arrendevole disimpegno ("così va il mondo..."). Prendiamoci tutti - istituzioni, politica, economia, informazione - le nostre responsabilità, affinché, dopo le lacrime, le parole non rimangano sterile e momentaneo sussulto. Rovesciare come un guanto. Prato richiede un intervento di enorme portata, una radicale trasformazione della realtà con un piano di valenza nazionale che coinvolga il governo cinese, tutte le istituzioni italiane, in alto e in basso, le strutture economiche, concertato con la comunità cinese.

E' come se si dovesse ricostruire in altro modo e con scelte nette una zona devastata, quindi ripensare l'urbanistica, favorire la trasparenza e la fuoriuscita dall'illegalità in tutti i sensi, tessere permanentemente rapporti per una reale interazione, affermare i diritti umani e sociali attraverso la legge e lo Stato, in tutte le sue funzioni e servizi. Uniti per un altro modello di vita, economia, benessere, socialità. A Prato si può cambiare non solo con leggi, risorse, volontà e presenza statuale, che pure devono tangibilmente e decisamente esserci.

Serve una comunione di intenti e di azioni tra la originaria comunità pratese e quella cinese, affinché non vi siano più separazione, zone grigie, disumanità, speculazione di chiunque sulla povertà e la voglia di riscatto per una vita migliore. Abbiamo tutti un solo nemico: un sistema economico cinico ed i suoi spietati esecutori dai quali vogliamo e dobbiamo liberarci. Anche per questo, per unire dolore, impegno, speranze comuni, oggi saremo alla fiaccolata di commemorazione e domani aderiremo alla giornata di lutto cittadino e alla marcia silenziosa organizzata da Cgil, Cisl e Uil" Nicoletta De Angelis, coordinatrice Sinistra Ecologia e Libertà Prato e Giuseppe Brogi, coordinatore regionale SEL Toscana "Che cosa stiamo facendo? Siamo in uno Stato di diritto o siamo in uno Stato dove gli onesti sono tartassati e gli altri ingrassano alle spalle della comunità? Dopo la tragedia di Prato, sarebbe l'ora che lo Stato battesse un colpo dopo decenni di latitanza".

Lo scrive sulla sua Pagina di Facebook la Capogruppo di Centro Democratico in Consiglio regionale della Toscana, Maria Luisa Chincarini. "Il fenomeno è duplice: da una parte la totale assenza di diritti, che genera lo sfruttamento massiccio di una generazione di nuovi schiavi; dall'altro la totale mancanza di controlli, che ha creato un mercato alternativo di imprenditori che non pagano né tasse né contributi, si servono di manodopera sottopagata se non addirittura ridotta in schiavitù, contribuendo così a distruggere un'economia, come quella italiana, che già non gode di buona salute a causa della recessione e che certo non può reggere alla concorrenza sleale dell'imprenditoria made in China", continua Chincarini. "Serve un intervento su entrambi i fronti, e serve da tempo, giacché non serviva la tragedia di domenica scorsa per far luce su una situazione di illegalità di cui, da anni ormai, parlano i media (Report, le Iene, Ballarò...) e sui cui non si è finora voluto fare alcunché", conclude la Capogruppo.

"E' inutile fare sopralluoghi e blitz oggi, se tra una settimana ci saremo dimenticati del Macrolotto pratese come ci siamo dimenticati dei naufraghi di Lampedusa e degli alluvionati della Sardegna. Servono controlli capillari e quotidiani, certo, ma ogni giorno, in ogni città, strada per strada, capannone per capannone se necessario". “Questo è il momento della vicinanza, non solo sull'onda emotiva della tragedia, ma anche della vicinanza come politica, capace di rompere le separazioni e superare gli ostacoli che impediscono scambio e reciprocità.

Al cordoglio per le famiglie colpite e alla solidarietà per la città di Prato si devono accompagnare la volontà di intervenire per impedire il ripetersi di queste tragedie”. Lo ha dichiarato la deputata toscana di SEL Marisa Nicchi intervenendo oggi in aula a seguito dell'informativa urgente del governo sull'incendio, avvenuto a Prato, nel quale hanno perso la vita sette lavoratori di nazionalità cinese. Nicchi, in aula, come gli altri deputati di SEL, con un fiore bianco, simbolo di lutto nella cultura cinese, ha denunciato la scarsità di personale e risorse per effettuare i controlli e proposto l'istituzione di una commissione parlamentare d'inchiesta sulle condizioni di lavoro nel nostro Paese.

“A Prato – ha fatto notare la deputata – ci sono cinque ispettori INPS, dieci ispettori del lavoro e, dato incredibile, un solo ispettore INAIL per un intero, grande, distretto industriale. Auspichiamo quindi che in sede di legge di stabilità si discuta lo sblocco del turn over, prevedendo così mille ispettori in più. Occorre, poi garantire l'assoluta trasparenza per tutte le aziende che sono a capo di filiere, affinché esse rispondano di tutta la catena produttiva, e applicare i parametri di congruità in grado di smascherare il lavoro nero”. “Servono – ha aggiunto – più misure che favoriscano e accompagnino l'uscita delle imprese cinesi dall'illegalità ramificata e organizzata con i suoi ricatti e serve il sostegno efficace a chi si vuole sottrarre alle condizioni di lavoro inumane.

Chi denuncia, perde il lavoro e per la legge Bossi-Fini anche il permesso di soggiorno: abolire questa nefandezza è solo una scelta politica a costo zero”. “Questo è il momento della vicinanza, non solo sull'onda emotiva dalla tragedia – ha detto ancora Nicchi – A Prato, terza città cinese di Europa dopo Parigi e Londra, non c'è solo la paura che fu cavalcata demagogicamente dal centro destra locale. C'è la vita che scorre in comune, nelle scuole, tra cinesi e pratesi: lì c'è il seme da coltivare della convivenza”. Questo pomeriggio, il coordinatore regionale di SEL, Giuseppe Brogi, insieme ai militanti pratesi del partito e alla coordinatrice cittadina Nicoletta De Angelis, parteciperà alla fiaccolata di commemorazione delle vittime prevista per le 19 in via Toscana, di fronte al capannone dove è avvenuta la tragedia.

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