I lavoratori IMA donano il premio di produttività al fondo per il Microcredito

In rete gli imprenditori nel mondo per sostenere la nascita di nuove imprese e progetti innovativi e sostenibili nelle aree più svantaggiate

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 novembre 2013 22:26
I lavoratori IMA donano il premio di produttività al fondo per il Microcredito

FIRENZE– La solidarietà abita in Toscana. A Calenzano, provincia di Firenze, dove i 130 lavoratori della IMA hanno deciso di rinunciare al premio di produzione e hanno convinto l'azienda a versare la quota loro destinata al fondo regionale per il Microcredito. Si tratta di 60 mila euro che andranno ad implementare le risorse destinate alla misura varata dalla Regione per sostenere i lavoratori da mesi senza stipendio o ammortizzatori sociali, che si trovano nella necessità di avere risposte concrete di sostegno al reddito per tirare avanti.

I rappresentanti sindacali guidati dal segretario provinciale della Fiom Daniele Calosi, insieme al direttore dell'organizzazione del gruppo IMA spa Massimo Ferioli, hanno annunciato la decisione al presidente Enrico Rossi che li ha ricevuti oggi a Palazzo Strozzi Sacrati. "Una storia bella, una scelta decisamente controcorrente - ha commentato il presidente – che fa onore ai lavoratori e alla loro capacità, pur vivendo in una realtà privilegiata, di essere solidali e attenti alle pesanti ricadute sociali della crisi.

Questo gesto è anche un segnale di speranza, che mette in luce una realtà che purtroppo la crisi tende a nascondere. E questa realtà ci dice che in Toscana esistono aziende sane, radicate nel territorio e intenzionate a restarci. Perchè sanno che le competenze e le professionalità acquisite negli anni, sono un patrimonio prezioso che sarebbe sbagliato disperdere e che non si può ricreare ovunque". La IMA di Calenzano, come ha spiegato il suo direttore, è parte di un gruppo italiano, la cui sede centrale è a Bologna ma che a Calenzano mantiene una vocazione particolare, quella della produzione di macchine automatiche per il con fezionamento di farmaci e alimenti.

Come è nata l'idea? I lavoratori lo spiegano con semplicità al presidente Rossi. "Abbiamo deciso di donare a qualcuno meno fortunato di noi quello che la contrattazione di secondo livello aveva destinato ai dipendenti in caso di aumenti di produttività". La Rsu ne ha parlato con la Fiom, unico sindacato presente in azienda e poi, con un referendum in fabbrica, la decisione. Ora la Fiom spera che anche i lavoratori di altre imprese che vanno bene seguano l'esempio, dando così una mano alla Regione che, nonostante le crescenti difficoltà nel reperire risorse, è impegnata a fare fronte all'emergenza sociale causata dal perdurare della crisi.

Come ha ricordato il presidente Rossi, la misura a favore dei lavoratori, partita il 7 novembre scorso, è stata varata con la collaborazione delle organizzazioni sindacali che hanno messo in piedi sportelli in tutta la regione. Possono usufruirne lavoratori e lavoratrici dipendenti, residenti in Toscana, che da almeno due mesi non ricevono lo stipendio o che sono in attesa di percepire gli ammortizzatori sociali. La Regione, grazie ad un investimento di 5 milioni, per tre anni, assicura la copertura totale degli interessi e delle garanzie sui finanziamenti erogati dalle banche convenzionate.

Il finanziamento massimo concedibile per ciascun lavoratore è di 3 mila euro. Solidarietà, scambio di conoscenze e competenze, possibilità di nuove aperture imprenditoriali all'estero all'insegna del solidale e della sostenibilità: da cinque organizzazioni toscane, CNA, Confartigianato, ACT, ARTEX e COSPE, nasce con queste premesse l’iniziativa “Imprenditore Solidale”, un progetto che vuole mettere in rete gli imprenditori nel mondo e soprattutto sostenere la nascita di nuove imprese nelle aree più svantaggiate del pianeta con una sorta di crowdfunding per progetti imprenditoriali innovativi e sostenibili.

Per questo accanto ad organizzazioni di categoria c’è COSPE, da 30 anni impegnata nella cooperazione internazionale e in progetti di sviluppo in 30 Paesi del mondo dove sostiene l’economia sociale e solidale e la nascita di cooperative e piccole e medie imprese che creino un lavoro equamente retribuito e tutelato dando valore alle risorse, ai saperi locali e all’artigianato. COSPE, grazie alla profonda conoscenza del territorio attraverso partner locali, associazioni e istituzioni, individua dunque i progetti meritevoli di essere supportati e propone agli imprenditori il finanziamento di una percentuale dei fondi necessari a realizzarli, gli imprenditori possono fare una donazione o attività di raccolta fondi all’interno delle loro imprese per sostenerli.

I progetti selezionati e sostenuti finora sono quattro: una cooperativa di donne in Centroamerica, “Flor de Nicaragua”, una nuova radio indipendente in Tunisia, “Radio 3”, una cooperativa di donne brasiliane, Justa Trama e un nuovo incubatore per giovani e donne in Tunisia. I fondi saranno gestiti da COSPE e il finanziamento raccolto attraverso “Imprenditore solidale” verrà interamente versato sulle attività di progetto. Ogni singolo imprenditore riceve un rendiconto con foto e documenti che comprovano il giusto utilizzo dei fondi.

Tutti e quattro i progetti necessitano di un contributo di 15000 euro. Tanto che se tutti gli associati donassero 25 euro, si finanzierebbero tutti in un giorno solo. Non solo donazioni, però, gli imprenditori possono infatti contribuire con la loro esperienza a migliorare le azioni e le attività per la giusta riuscita dell’impresa e partecipare a tutte le attività di messa in rete, fornitura strumenti e macchinari, formazione professionale, marketing etc….E inoltre potranno usufruire della possibilità di visitare altri Paesi e dell’assistenza in loco di CNA, Artex, Confartigianato, ACT e COSPE.

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