Mille pensionati riuniti a Firenze e arrivati da tutta la Toscana

Sul palco i segretari toscani di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil, Cappelli, Scotti e Andreazzoli. Oggi a Firenze un convegno sull'invecchiamento demografico

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 novembre 2013 15:42
Mille pensionati riuniti a Firenze e arrivati da tutta la Toscana

Firenze – Mille pensionati arrivati da tutta la Toscana si sono ritrovati stamani a Firenze all'Obihall per chiedere modifiche a Parlamento e Governo modifiche all'impianto della legge di stabilità. Sul palco insieme ai segretari toscani di Spi Cgil, Daniela Cappelli, Mauro Scotti, Fnp Cisl e Alberto Andreazzoli, Uilp Uil, la segretaria nazionale dello Spi Cgil, Carla Cantone cui sono state affidate le riflessioni finali. La manifestazione si è aperta con un minuto di silenzio per rendere omaggio alle vittime dell'alluvione in Sardegna. Far ripartire il lavoro, redistribuire la ricchezza, tassare i redditi elevati, riformare la spesa pubblica contro sprechi e corruzione, garantire l'indicizzazione delle pensioni per recuperare il potere d'acquisto perso negli ultimi anni dai pensionati.

Queste alcune delle richieste dei pensionati toscani stufi di essere usati dal governo come bancomat che anche stamani hanno ribadito da Firenze di essere stanchi di pagare per tutti! “La Regione Toscana ha fatto molto ad esempio in termini di risparmio in sanità, l'ultimo esempio è l'accorpamenti degli Estav - Enti per i servizi tecnico amministrativi di area vasta - che passano da tre a uno, ma molto si può ancora fare - ha detto Mauro Scotti, segretario Fnp Cisl - perché la condizione dei pensionati sta precipitando di giorno in giorno anche in Toscana: chi ha pensioni basse sta scivolando verso la povertà quella di chi non ha soldi per curarsi o nutrirsi a dovere, di chi non va più dal dentista, e mangia con un caffelatte”. Gli interventi dei sindacalisti sono stati accompagnati dalla testimonianza di una giovane donne e un esodato. Le conclusioni della mattinata sono state affidate alla segretaria nazionale dello Spi Cgil Carla Cantone: “Si continuano a colpire i soliti noti e si taglia sulle politiche sociali.

I pensionati, ricordiamo a questo Governo, sono una risorsa del paese, e per tante famiglie italiane, travolte dalla crisi, sono stati il primo e più importante ammortizzatore sociale. Il lavoro è per noi al primo posto: senza lavoro non ci sono diritti né per i giovani né per gli anziani ma il problema del lavoro dei giovani – ha detto Cantone – non si risolve togliendo soldi agli anziani. Le risorse vanno trovate laddove ci sono e facendo pagare a chi ha di più. Occorrono piuttosto vere politiche innovative e di sviluppo industriale che mancano da troppo tempo in questo paese”. "La Legge di Stabilità, così com'è, è ingiusta e inadeguata nei confronti dei lavoratori e dei pensionati".

Con queste parole il segretario generale della Uil Pensionati Toscana Alberto Andreazzoli è intervenuto stamani durante la giornata di mobilitazione dei pensionati organizzata unitariamente dai sindacati confederali all'Obihall di Firenze per chiedere al Parlamento modifiche sostanziali e immediate alla Legge di Stabilità. "I lavoratori e i pensionati non sono più disponibili a fare da salvadanaio di tutti i disastri che questo Paese continua a produrre - aggiunge Andreazzoli -.

Chiediamo a questo Governo più coraggio nel rimuovere privilegi e posizioni parassitarie, senza tentennamenti. Ci aspettiamo provvedimenti finalizzati ad eliminare le condizioni di favore che consentono a molte categorie di cittadini, le cosiddette lobby, di impedire la realizzazione delle riforme e dei provvedimenti necessari alla crescita del Paese". "Le politiche per il lavoro, in particolare per i giovani, una vera lotta all'evasione fiscale (120 miliardi di euro da recuperare), il contenimento dei costi impropri della politica e della gestione amministrativa, una corretta operazione di giustizia sociale che ridistribuisca la ricchezza del Paese attraverso una profonda riforma fiscale basata sul principio Costituzionale che prevede la contribuzione dei cittadini modulata secondo le proprie disponibilità, la riforma pensionistica da rivedere per correggere le evidenti ingiustizie in essa contenuta, la rivalutazione piena delle pensioni ed il recupero di quanto in questi due anni di blocco ci è stato ingiustamente tolto: sono queste le richieste che rivolgiamo a Governo e Parlamento". Sempre a Firenze e nelle stesse ore si parla di invecchiamento demografico, la vita si allunga, ma con quali prospettive? "Il costante aumento nella speranza di vita non deve spaventarci: possiamo ancora difendere i grandi principi del nostro sistema sanitario in un contesto in cui la speranza di vita ha ormai toccato 85 anni per le donne e 80 per gli uomini, ma abbiamo il dovere di tentare strade innovative" Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, ha colloquiato con il demografo Massimo Livi Bacci al termine di una iniziativa, ospitata allo "Stensen", sulla "sfida dell'invecchiamento demografico": una sfida osservata attraverso il rapporto tra salute, sopravvivenza e sostenibilità economica. Per Rossi è non solo necessario "ridisegnare l'intero sistema di welfare alla luce di trasformazioni demografiche" ma è anche obbligatorio "farlo subito per dare risposte adeguate anche ai problemi delle giovani generazioni". All'iniziativa, organizzata da Neodemos.it in sinergia con l'Istituto Stensen, sono intervenuti Viviana Egidi (Università La Sapienza), Cesare Cislaghi (Agenzia nazionale servizi sanitari Regionali) e Sabina Nuti (Scuola Superiore Sant'Anna).

Filo comune la domanda circa la sostenibilità economica del sistema sanitario nazionale davanti a una longevità che colloca l'Italia ai primi posti tra i grandi Paesi nel mondo. La popolazione italiana molto anziana (oltre gli 80 anni), già raddoppiata tra il 1970 e il 1990, ha avuto un nuovo raddoppio fra il 1990 e il 2010 e secondo accreditate previsioni raddoppierà di nuovo nel 2050 avvicinandosi a 8 milioni. Ha introdotto il colloquio Attilio Maseri, cardiologo e presidente della fondazione onlus "Per il tuo cuore". Rossi ha ribadito la necessità di "affrontare il paradosso di questo nostro secolo": essere, dopo il Giappone, il secondo Paese più longevo del mondo ("e la Toscana più di altre regioni, anche per effetto delle buone politiche sanitarie"), ma trovarsi a fare i conti con i maggiori costi che il maggiore invecchiamento induce sul sistema socio-sanitario. Tre gli input forniti da Enrico Rossi: rivedere i LEA (livelli essenziali di assistenza) concentrandosi su una popolazione in cui gli over 80 saranno sempre più numerosi ("e con un livello di autonomia ridotto"), riannodare la rete dell'assistenza socio-sanitaria ("inglobandovi da protagonisti le famiglie e il volontariato"), sostenere alcune politiche ("per la fecondità e di sostegno all'immigrazione") che possano mitigare le dinamiche dell'invecchiamento.

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