Toscana immersa nella crisi, alcuni esempi delle vertenze in corso

La percentuale fa spaventare anche i più coraggiosi. Per un tavolo che viene riaperto un altro si spacca in due. Le imprese falliscono sotto gli occhi degli operai. Timidi i segnali di incoraggiamento

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 novembre 2013 19:09
Toscana immersa nella crisi, alcuni esempi delle vertenze in corso

Si è svolta oggi in Palazzo Medici Riccardi la prima riunione dell’Unità di Crisi fra istituzioni e sindacati dell’azienda Super Rifle di Barberino di Mugello, posta in liquidazione per cessazione attività, con 180 dipendenti complessivi di cui 44 nella sede di Barberino. Le organizzazioni sindacali hanno sottolineato come al termine di una lunga fase caratterizzata da una grave crisi economica con utilizzo di ammortizzatori sociali, l’azienda avrebbe deciso di risolvere la situazione programmando la creazione di una “newco” (nuova società) quale frutto di una ristrutturazione nonché di forte discontinuità con la vecchia gestione. Martedì prossimo, 19 novembre, in Confindustria proseguirà il confronto fra le parti con la presentazione del Piano industriale da parte del nuovo management.

Le istituzioni si sono dichiarate fortemente preoccupate e rimarranno in attesa degli esiti del confronto sindacale, ponendo come primo obiettivo quello di continuare a garantire una copertura per i lavoratori tramite gli ammortizzatori sociali. Il tavolo resta aperto e a disposizione delle parti. Lucchini: "Non tutto è risolto, ma con la riunione di Roma è stato fatto un passo avanti significativo. Ora c'è un progetto concreto, fattibile per il futuro e una speranza per il presente".

Così il presidente della Regione Enrico Rossi ha commentato l'esito dell'incontro di ieri al ministero dello sviluppo economico per la Lucchini e la siderurgia di Piombino. "Due i punti più rilevanti – prosegue il presidente Rossi - Il primo: oggi abbiamo un piano di rilancio del polo siderurgico condiviso da tutti, istituzioni, governo, Unione europea, sindacati e, mi dicono, anche lavoratori. Un piano che sarà sostenuto finanziariamente da parte della Regione e del governo nazionale.

Il secondo: l'altoforno non verrà più spento il 15 gennaio. Il governo si è impegnato a chiedere al Commissario di prolungarne l'attività fino a quando non sarà definito l'accordo di programma e soprattutto non sarà individuato un nuovo acquirente dell'impianto. Ad oggi sembra esserci due imprenditori interessati, ma confido che una volta definito il progetto di conversione ecologica del polo siderurgico e i relativi incentivi mi auguro che cresca l'interesse da parte di imprenditori italiani ed europei". Nel corso dell'incontro sono state gettate le basi per un accordo di programma che dovrà essere sottoscritto entro Natale e che sarà preceduto da un protocollo d'intesa fra tutti i soggetti interessati.

L'accordo di programma segna un passo avanti importante e apre una sfida per Piombino e tutta la Toscana. Al centro della sfida la possibilità di sostenere la realizzazione di un nuovo impianto, basato su una tecnologia tipo Corex, al posto dell'attuale altoforno che ormai ha esaurito il suo ciclo vitale. A questo si aggiunge la possibilità di fare di Piombino un porto per la rottamazione delle navi e il riuso a chilometri zero dell'acciaio recuperato, con il riconoscimento dell'Unione Europea.

Proprio di recente a Bruxelles lo stesso presidente Rossi ha infatti verificato l'interesse dell'Europa a sostenere la realizzazione di questo progetto. “Finalmente buone notizie per la Lucchini di Piombino”. Lo hanno dichiarato i deputati Pd Silvia Velo e Andrea Manciulli, rispettivamente vicepresidente e membro di segreteria del Gruppo Pd, che aggiungono: “ L’incontro di ieri tra sindacati, istituzioni locali e governo ha segnato un evidente cambio di passo e di clima.

Si stringe sull’accordo di programma che è il primo passo per garantire un futuro alle acciaierie piombinesi, nel segno della riconversione produttiva improntata all’innovazione e alla sostenibilità”. “Al tempo stesso – proseguono i deputati Pd - tutti hanno preso atto che questo percorso non può prescindere dal mantenimento della produzione, allontanando così l'ipotesi di fermare l’altoforno. Abbiamo di fronte un percorso difficile, impegnativo ma ci stiamo muovendo nella giusta direzione.

Tutto questo è il frutto dell’impegno della città ma rivendichiamo con orgoglio il ruolo del Partito Democratico a tutti i livelli. Non ultimi il segretario Epifani e il presidente del Consiglio Letta” «Non si spegne l’altoforno, si riaccende la speranza per il futuro di Piombino. Adesso sta a tutti i soggetti coinvolti, - a partire dal Governo e dalla Regione Toscana – dar seguito agli accordi e creare le condizioni perché la speranza si trasformi in certezza» così il vicepresidente della Commissione regionale Nicola Nascosti (PdL) commenta gli ultimi sviluppi della vicenda Lucchini, con il rischio scongiurato dello spegnimento dell’altoforno e l’annuncio dell’accordo di programma per il rilancio dell’area industriale di Piombino. «Le ultime notizie aprono spiragli nuovi e positivi in vista del bando di gara per la vendita dello stabilimento.

Un sito industriale ancora operativo e la conferma degli investimenti per l’ammodernamento e riconversione eco-compatibile degli impianti aumenterà l’interesse di imprenditori, a loro volta chiamati a presentare un piano industriale che vada oltre il breve periodo e fornisca garanzie per lo sviluppo e la tutela occupazionale», conclude Nascosti. Riporta invece la data del 13 novembre scorso il procedimento con il quale il Tribunale di Firenze ha dichiarato fallita l'Hmv Srl, officina meccanica di precisione di Sieci (Pontassieve), che viveva ormai da mesi una situazione finanziaria difficile e dove già da marzo si erano verificati ritardi nei pagamenti delle retribuzioni ai lavoratori che da maggio sono rimasti senza stipendio. "Esprimiamo forte rammarico per quest'azienda che, fino a un paio di anni fa andava bene e che oggi purtroppo non è stato possibile salvare" lamenta Marco Trapassi della Fiom Cgil di Firenze. "Ora non possiamo che aspettare che il curatore fallimentare dia la disponibilità ad accettare l’incarico e subito dopo lo contatteremo per cercare e verificare assieme ogni via possibile per tutelare i 12 lavoratori rimasti: cercare soggetti che possano rilevare l’azienda assorbendo più lavoratori possibili; attivare ammortizzatori sociali come la cassa integrazione straordinaria o la mobilità; assistere i lavoratori nella vertenza al fine di far recuperare loro competenze arretrate, eventuale TFR, ecc." Mattone: La crisi nel settore edilizio-immobiliare è stata presa in esame dal Consiglio provinciale di Firenze grazie a una mozione presentata dal consigliere del Gruppo Misto Salvatore Barillari che ha accolto emendamenti proposti in Assemblea.

Nonostante il consistente patrimonio abitativo invenduto o sfitto, sono migliaia le persone che anche a seguito delle nuove povertà indotte dalla crisi, si vedono precluso il diritto alla casa. Occorre ripensare ad una nuova politica dell'ediliza residenziale pubblica, ricercando nuove sinergie tra pubblico e privato, che consentano sia un incremento di immobili a disposizione che la possibilità di sperimentare forme e modelli di costruzione, recupero e utilizzo del patrimonio immobiliare pubblico e privato. Un problema non seconadio che affligge il mercato immobiliare, continua ad essere quello rappresentato dalle false aspettative di realizzare un prezzo di vendita più alto rispetto a quello che il mercato può offrire.

Molti proprietari-venditori, sono rimasti ancorati ai valori del 2007 non rendendosi conto delle nuove dinamiche del mercato immobiliare e di conseguenza non adeguandosi al ribasso dei prezzi nè adattandosi ad un allungamento della tempistica per la vendita e/o per la locazione. La Commissione competente della Provincia di Firenze incontrerà i diversi rappresentanti del settore, proseguendo un'interlocuzione avviata con gli esponenti dei lavoratori. La mozione è stata approvata all'unanimità. Ex Eaton: “Esprimo piena soddisfazione per la convocazione del tavolo istituzionale sul futuro dell'area ex Eaton, che si riunirà lunedì e vedrà, finalmente, la partecipazione dei Parlamentari e dei Consiglieri regionali della Provincia di Massa”.

Lo afferma in una nota la deputata di SEL Martina Nardi. La convocazione giunge a pochi giorni di distanza dall'intervento con cui Nardi aveva auspicato il coinvolgimento rappresentanti istituzionali, sindaci, consiglieri e parlamentari del territorio per definire il futuro dei lavoratori dell'ex Eaton. “Auspico – prosegue Nardi – che, con questa riunione, la via del tavolo istituzionale con tutti gli attori del territorio possa essere quella seguita anche in futuro. Sono fiduciosa che lunedì le parti sociali, istituzionali e la nuova proprietà saranno in grado di trovare percorsi e soluzioni alle questioni ancora aperte.

Da parte mia – conclude – non farò mancare la mia presenza, come non farò mancare l'impegno affinché questa vicenda possa finalmente risolversi in maniera costruttiva e condivisa”.

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